Associazione Assieme per il tagliamento
Associazione Assieme per il tagliamento
Dalla Lega Nord di Spilimbergo arriva un po’ di chiarezza:
CASSE DI ESPANSIONE? - NOTE SULLE SOLUZIONI PROPOSTE DAL "LABORATORIO TAGLIAMENTO"
Quando l’Assessore De Anna ha avuto l’idea di creare il "Laboratorio Tagliamento" formato da tecnici, con lo scopo di trovare soluzioni alternative alle casse d’espansione, aveva anche garantito che i verbali delle varie riunioni, dopo l’approvazione sarebbero stati pubblicati in internet sul sito della Regione FVG, per permettere a tutti di seguire i lavori del Laboratorio. Purtroppo questo non è avvenuto e gli unici verbali resi pubblici sono le bozze comparse in rete sul sito del WWF!
Le notizie delle riunioni del laboratorio sono comunque filtrate e arrivate agli amministratori dei vari comuni, che con pazienza hanno aspettato la fine dei lavori della commissione prima di esporre anche i loro pareri. Pare che adesso i tecnici del Laboratorio abbiano concluso la presentazione delle varie alternative alle casse di espansione e stiano valutando anche attraverso delle schede di tipo power-swot quale di queste proposte sia la migliore.
A questo punto però, prima di prendere qualsiasi decisione, crediamo sia il caso di cominciare a ragionare anche in funzione del consenso sociale. Questo, a parere di molti, è il momento di informare i cittadini sulle soluzioni alternative alle casse d'espansione individuate dai tecnici del Laboratorio.
Non avendo notizie ufficiali da parte della Regione, ci limiteremo ad eseguire una ricostruzione delle varie informazioni di cui siamo venuti a conoscenza cercando per quanto possibile di commentarle.
Le soluzioni principali sono le seguenti:
1) Galleria dal fiume Fella nel Torrente Torre;
2) Ponte traversa a Pinzano;
3) Area di laminazione in destra idraulica del fiume Tagliamento con traversa a valle della stretta di Pinzano;
4) Cassa di espansione a Dignano;
5) Ponte laminante a Dignano;
6) Canale scolmatore in sinistra Tagliamento;
7) Adeguamento e rinforzo arginale da Latisana al Cavrato e da Cesarolo alla foce;
La prima soluzione riguarda la costruzione di una galleria che preleva l'acqua dal Fella nei pressi di Chiusaforte e la porta nel torrente Torre all'altezza di Vedronza. La galleria del diametro di 5 m e della lunghezza di circa 16 km dovrebbe prelevare l'acqua in un bacino creato a monte di una briglia di altezza pari a circa 10 m e avere una portata dell'ordine di 180 m3/s. L'intervento è costosissimo, non risolve il problema della sicurezza del Tagliamento ed inoltre secondo alcuni aggraverebbe la sicurezza idraulica del Torre.
La seconda soluzione è un dèjà vu. Si tratta di una diga ad arco nella stretta di Pinzano. Completamente diversa rispetto a quella proposta in passato, completamente aperta nella parte inferiore e dotata di paratoie mobili. Anche se dal punto di vista idraulico è sicuramente tra i progetti presentati la più interessante, ha un grosso problema: per quest'opera non esiste il consenso sociale.
Andare a riproporre soluzioni di questo tipo significa solamente provocare l'opinione pubblica e non risolvere il problema.
La terza soluzione propone un'unica cassa d'espansone (al posto delle tre previste), a valle della stretta di Pinzano. Devastante dal punto di vista ambientale e paesaggistico come le tre già bocciate.
La quarta soluzione è sempre una cassa d'espansione; un enorme cava della profondità di circa 20 m su una superficie di 300 ha da realizzarsi tra Dignano e Flaibano adiacente al SIC dei Prati di Coz. Devastante dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
Sia la terza sia la quarta soluzione sono opere prive di consenso sociale.
A prescindere da questo si può affermare che la costruzione di una cassa d’espansione a 50 km dal luogo che si vuole mettere in sicurezza non è razionale e fa sorgere qualche perplessità principalmente per i seguenti motivi:
1. perché è elevatissima la probabilità che la cassa di espansione entri in funzione nel momento sbagliato; infatti l'onda di piena che si presenta a Spilimbergo/Dignano non è uguale a quella che si presenta a Latisana pertanto l'efficacia della laminazione a Latisana è dubbia;
2. perché la cassa d’espansione potrebbe essere già parzialmente riempitea d’acqua nel momento di massima piena e di conseguenza il suo intervento non sarebbe efficace
3. perché lungo il corso del medio Tagliamento è presente un subalveo a struttura molto più permeabile del materasso alluvionale, ciò comporta che le portate che scorrono nel subalveo vengono progressivamente restituite al corso d'acqua superficiale in un tempo relativamente breve e tale da concorrere alla formazione dell'idrogramma di piena a valle delle risorgive e pertanto non è certo l'effetto di laminazione della portata al colmo della piena.
La quinta soluzione è la Diga tra Dignano e Spilimbergo.
Parlare di ponte laminante è assolutamente fuorviante e falso.
Non è un ponte ma una enorme diga con altezza superiore ai 13 m e lunghezza di oltre 2 Km, con setti trasversali gettati in profondità fino a 20-30 m (se basta!!). Un'enorme colata di cemento fuori e sotto l'alveo, con interruzione completa del sistema fluviale in termini di acque superficiali e sotterranee. Questa è la riproposta dello sbarramento di Pinzano a Spilimbergo, in una posizione completamente sbagliata priva di qualsiasi giustificazione idraulica, ambientale, ed economica. Solo l’idea di costruire una DIGA in quella posizione dovrebbe far inorridire qualsiasi persona che ha le minime conoscenze idrauliche e ambientali.
Per funzionare e per far defluire solo 4000 m3/s la diga dovrà avere luci molto ridotte e di conseguenza l’apporto solido di ghiaie e di materiale vegetale sarà interrotto e si accumulerà a monte della diga, creando gravi problemi sia al deflusso delle acque sia al naturale ciclo biologico del fiume. Il bacino d’acqua che si creerà a monte della diga andrà ad interessare anche la scuola agraria, la zona dell’Aquila e la filanda di Dignano. Inoltre l’impatto visivo della diga sull’orizzonte sarà una devastazione insanabile.
La sesta soluzione riguarda la costruzione di un canale scolmatore sulla sponda sinistra del Tagliamento.
Le ipotesi proposte sono due:
Ø la prima prevede la costruzione di un canale da Latisanotta fino alla laguna di Marano in grado di portare circa 500 m3/s di lunghezza pari a circa 13 km e sezione dell’ordine dei (150 – 200) m;
Ø la seconda prevede la costruzione di un canale sempre in sinistra Tagliamento dalla località La Rotta fino alla laguna di Marano e in grado di far transitare una portata d’acqua dell’ordine di 500 m3/s di lunghezza pari a circa 7 km.
In tutte e due le ipotesi i canali entrerebbero in funzione solo quando l'acqua del Tagliamento raggiunge un'altezza critica. L'opera di presa verrebbe costruita in maniera che il canale entri in funzione solo al di sopra della portata critica, cioè solo quando il tirante idraulico supera una certa altezza due - tre volte ogni 100 anni. La soluzione prevede di costruire un ulteriore canale simile al Cavrato però in sinistra Tagliamento.
La settima soluzione non viene presentata come una soluzione risolutiva, ma secondo molti tecnici potrebbe esserlo. Questa proposta parte da un presupposto ben conosciuto dagli addetti ai lavori e cioè che oggi la parte più pericolosa del Tagliamento è quella che da Latisana arriva fino alla foce. E’ la più pericolosa perché gli argini sono stati costruiti con sabbia limosa, sono pieni di cavità e in alcuni punti scavati pericolosamente dalle acque del fiume con fosse che arrivano fino a 10 m di profondità; non sono in grado di resistere alle sollecitazioni di una portata di piena. L’intervento consiste nel rinforzo degli argini esistenti e nell’innalzamento degli stessi nei tratti che presentano un franco di sicurezza idraulica insufficiente, tra Latisana e la foce del Tagliamento e nella calibrazione dell’opera di presa del Cavrato. Quest’ipotesi prevede di suddividere la portata di 4000 m3/s in due parti uguali, una che attraverso il Cavrato arriva nella laguna di Porto Baseleghe e l’altra che attraverso l’ultimo tratto del Tagliamento arriva al mare tra Bibione e Lignano.
CONSIDERAZIONI FINALI
Considerato che molto probabilmente gli interventi meno impattanti e più efficaci sono quelli che vengono eseguiti nei pressi della criticità e cioè nei pressi di Latisana e, che la disputa sul valore della portata centenaria lascia il tempo che trova in quanto è solo un dato statistico e quei 500 m3/s in più o in meno molto probabilmente sono solo l’incertezza del valore di portata calcolato, si dovrebbe porre l’attenzione sull’ultima proposta, quella di sistemazioni degli argini a valle di Latisana e del canale Cavrato.
Non si capisce come mai in tutti questi anni si sia parlato così tanto di opere in grado di laminare o, detto più semplicemente di trattenere quei famosi 500 m3/s e si sia invece trascurato il problema della qualità degli argini a valle di Latisana, che pare abbiano problemi piuttosto gravi. Infatti un’esondazione per tracimazione è disastrosa e crea moltissimi danni, ma un’esondazione per rottura degli argini è certamente più tragica. Ci si chiede a questo punto se non sia il caso di ragionare guardando il problema dal punto di vista della priorità degli interventi; se ci sono dei soldi a disposizione impieghiamoli per mettere in sicurezza il Tagliamento da Latisana alla foce innalzando e rinforzando quegli argini, così come previsto anche dal piano stralcio.
Riteniamo che sarebbe opportuno fare una valutazione attraverso modelli idraulici condivisi di qual è la reale capacità di deflusso del sistema Tagliamento.
Potrebbe anche succedere che con l’innalzamento dei ponti, gli interventi di coronamento e rinforzo eseguiti sugli argini del Tagliamento e il recupero di tutta quella superficie di esondazione naturale all’interno degli argini, che da Pinzano fino alla foce è stata occupata da terreni agricoli, nel punto più critico si riuscirebbe a far transitare in sicurezza 4500 m3/s e non sarebbe necessario costruire né casse d'espansione né dighe!
a cura della La Segreteria Politica della Lega Nord Spilimbergo, Maggio 2011
documento pdf scaricabile dal sito di Lega Nord
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