ASSIEME PER IL TAGLIAMENTO
ASSOCIAZIONI e COMITATI DICONO 
NO ALLE CASSE DI ESPANSIONE!
sul Fiume Tagliamento

Comitato

Le casse di espansione

Rassegna stampa 98-99 -

Contatti

Notiziario

Galleria immagini

2000-2003 2004
2005 2005-1 2005-2 2005-3

Link utili


RASSEGNA STAMPA 2005-3

da Il Gazzettino del Mercoledì, 5 Ottobre 2005
DIGNANO-PINZANO
Incontro di Pecoraro Scanio con i sindaci sulle casse di espansione

Dignano-Pinzano : Come preannunciato nei giorni scorsi sugli esiti degli incontri che la delegazione dell'associazione "Assieme per il Tagliamento" ha avuto negli ambienti del Ministero dell'Ambiente sul problema " casse di espansione ", il presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, sarà oggi in Friuli. Alle 15, nella sala del Consiglio comunale di Pinzano incontrerà i sindaci, rappresentanti dei Comitati, Associazioni e semplici cittadini, per esprimere solidarietà a quanti stanno lavorando contro lo sperpero di denaro pubblico e la devastazione del Tagliamento e dei territori che lo circondano. Nella veste di parlamentare la sua presenza friulana si coniuga altresi con la richiesta del rispetto delle norme comunitarie, alla luce del fatto che la zona fra i ponti di Pinzano e Dignao, dove dovrebbero essere realizzate le casse di espansione , è considerato un Sic (Sito d'interesse comunitario). La delegazione di "Assieme per il Tagliamento" ha già fatto recapitare al Direttore Generale per la difesa del suolo presso il Ministero dell'Ambiente (Luciani), sia una petizione supportata da 12 mila firme sia una memoria scritta con la quale si chiede allo Stato d'intervenire al più presto nella parte di competenza, affinchè le leggi vengano rispettate. Sul fronte europeo, l'onorevole Danilo Bertoli, sta preparando un nuovo incontro con i Commissari italiani della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Mentre a giorni è attesa sulla medesima materia la risposta sulla ripartizione delle competenze fra Stato e Regioni da parte di Pietro Armani, presidente della Commissione Lavori Pubblici ed Ambiente della Camera.



da Il Gazzettino del Mercoledì, 5 Ottobre 2005
PINZANO Oggi pomeriggio il "verde" incontrerà comitati e amministrazioni
Casse, arriva Pecoraro Scanio

(lor.pad.) Se una settimana fa era stato il comitato "Assieme per il Tagliamento" a essere ricevuto a Roma, al Ministero dell'Ambiente, per depositare le 12 mila firme di cittadini contrari alle casse di espansione , stavolta è un ex ministro - e attuale presidente nazionale dei Verdi - Alfonso Pecoraro Scanio, a incontrare le associazioni ambientaliste e gli enti locali friulani che si stanno battendo contro la realizzazione dei manufatti in cemento che dovrebbero laminare le piene del Tagliamento. L'incontro è previsto per questo pomeriggio, alle 15, nella sala consiliare del Comune di Pinzano, dove Pecoraro Scanio incontrerà i cittadini, i comitati e le amministrazioni locali per portate la sua solidarietà a quanti stanno protestando.

Come ricorda il manifesto di presentazione dell'evento, Pecoraro Scanio "sarà vicino a quanti stanno lavorando contro lo sperpero di denaro pubblico e la devastazione del fiume e dei territori che lo circondano". Assieme al presidente dei Verdi, i comitati intendono inoltre concordare i prossimi passi da seguire presso il governo e il Parlamento per bloccare un progetto definito, senza mezzi termini, "delirante e devastante".

L'incontro sarà introdotto da Franca Pradetto, portavoce di "Assieme per il Tagliamento" e da Maurizio Rozza, responsabile "ambiente e territorio" dei Verdi del Friuli Venezia Giulia. C'è curiosità per l'incontro con Pecoraro Scanio, in quanto è presumibile che l'onorevole, oltre a chiedere il rispetto delle norme comunitarie sulla tutela dell'ambiente e delle acque, rivolga un appello direttamente alla Giunta Illy, che, come si ricorderà, è sostenuta anche dal gruppo regionale dei Verdi.



da Il Gazzettino del Mercoledì, 5 Ottobre 2005
MEDUNO L'impegno dell'assessore Moretton con i sindaci: «Incontreremo la popolazione» «Dialogo aperto sulla diga di Colle»

(lor.pad.) Si è tenuto lunedì sera a Meduno l'atteso incontro tra il vicepresidente della Regione Moretton e i sindaci della Comunità Montana per discutere delle "opere di difesa idrogeologica del Tagliamento e lo sbarramento di Colle di Arba". Agli interventi del sindaco di Spilimbergo, Soresi, che oltre alle "casse " ha presentato a Moretton una serie di problemi riguardanti la sanità e la distribuzione del piccolo commercio. Il sindaco di Pinzano, De Biasio, ha confermato la necessità di trovare una soluzione politica alternativa a quella delle "casse ", mentre Toffolo (Arba) si è detto contrario al fatto che lo sbarramento di Colle sia la priorità da affrontare nelle opere di difesa idraulica. Moretton ha dichiarato la propria disponibilità a confronti diretti coi i sindaci e la popolazione circa il discorso della diga di Colle. Poi ha fatto un breve excursus sull'iter relativo alle "casse ": «Un problema - ha detto - che vede politicamente impegnata la Regione nell'approvazione dei progetti, ma i cui interventi sono stati individuati (e saranno poi realizzati) dall'Autorità di Bacino, la quale, a salvaguardia dei comuni rivieraschi, ha progettato interventi non solo in Friuli ma anche, ed in parallelo, nel Veneto. È quindi normale che il lavoro di tali opere proseguano in simbiosi pur nella ricerca di mediazioni che non compromettano gli obiettivi da raggiungere». L'Autorità di Bacino aveva individuato nella nostra regione quattro opere: la diga di Ravedis, lo scolmatore del Cormor, le casse di espansione e lo sbarramento di Colle. Prima di congedarsi dall'assemblea dei sindaci, Moretton ha garantito attenzione ai problemi della sanità mandamentale, dichiarandosi disponibile a non razionalizzare gli interventi - perché significherebbe ridurli - ma a riorganizzarli: con questo concetto vanno difesi gli ospedali di rete ed il Cro di Aviano. Attenzione rivolta anche alla Comunità Montana sul Progetto Montagna.



da Il Messaggero Veneto del 6 ottobre 2005



da Il Gazzettino del Venerdì, 14 Ottobre 2005
A rompere gli equilibri l'Ulivo che annuncia di non aderire alla bozza di documento unitario Casse, nessuna intesa politica
Verso lo scontro totale. Dal recente incontro non è emersa una linea comune

Spilimbergo - Palazzo di Sopra sembra destinato a trasformarsi in un campo di battaglia. Fra le parti ormai è guerra aperta e totale. Protagonisti la maggioranza e il Centrosinistra, con gli altri gruppi interessati spettatori, pronti a intervenire all'occorrenza. Dopo le baruffe in sede di consiglio, adesso è spaccatura anche sulle casse di espansione , vale a dire il tema più delicato per il futuro della città e del territorio.

Tre settimane fa si era tenuta una riunione più o meno riservata fra tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, per trovare una posizione unitaria che mettesse il sindaco nelle condizioni di fare sentire la sua voce in Regione con più forza. Ma il tentativo, già delicato di per sé, è naufragato definitivamente ieri, quando i responsabili dell'Ulivo hanno diffuso un comunicato che non ammette repliche. «In seguito all'incontro del 21 settembre iniziano Fabio Martina, segretario dei Ds, e Gian Paolo Daneluzzi, segretario della Margherita considerato che solo l'11 ottobre abbiamo potuto prendere visione della bozza di documento elaborata dai promotori l'incontro (la riunione era stata convocata dalla Lega); considerate le notizie nel frattempo diffuse sulla stampa e i fatti eloquenti emersi nel corso del consiglio comunale del 29 settembre, con comportamenti irrispettosi e strumentali da parte della Lega (il riferimento è alla rocambolesca bocciatura di Sovran dalla commissione bilancio), i sottoscritti comunicano di non aderire al documento». Ma alla base del gran rifiuto ulivista entrano anche altre motivazioni. A loro parere, la bozza di documento unitario preparata dalla Lega Nord sulle casse «non aggiunge nulla a quanto già precedentemente approvato all'unanimità, in sede istituzionale, nel consiglio comunale congiunto con gli altri quattro Comuni interessati alle opere (il superconsiglio si era svolto alla Casa dello Studente di Spilimbergo il 18 maggio scorso); non perfeziona nei propositi politici quanto proposto nell'incontro; non supera la netta distinzione che i sottoscritti intendono mantenere rispetto ai metodi politici e di governo della Lega e del Centrodestra in generale». In parole povere, l'Ulivo accusa il Carroccio spilimberghese di fare il furbo: l'incontro di Barbeano sarebbe solo aria fritta, una scusa per tenere buoni gli avversari, mentre in realtà si preparava ad affondare i colpi contro gli avversari. Se non ci saranno altri colpi di scena, la prossima battaglia è già fissata per il 17 ottobre in consiglio comunale. Sul piatto, l'impeachment di Sante Sovran.
Claudio Romanzin



da Il Gazzettino di Domenica, 16 Ottobre 2005
SPILIMBERGO Casse, incontro con il ministro

Casse di espansione , incontro il 21 ottobre con il ministro All'Ambiente Altero Matteoli. All'appuntamento romano prenderanno parte tutti i sindaci interessati, il deputato Danilo Bertoli, una delegazione del Comitato "Assieme per il Tagliamento" formata da Franca Pradetto e Giuseppe Costantini, l'esponente dei Verdi responsabile regionale territorio ambiente, Maurizio Rozza e il rappresentante degli agricoltori Duilio Campagnolo.



da Il Gazzettino di Martedì, 18 Ottobre 2005
DIGNANO Casse espansione
I sindaci andranno a Roma dal ministro
Il comitato ricevuto il 21 ottobre

Dignano - Dopo l'incontro di Pinzano con il presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, il problema " casse di espansione " per la messa in sicurezza del Tagliamento, rimbalzerà di nuovo il 21 ottobre al Ministero dell'Ambiente. All'appuntamento romano, reso possibile attraverso il coinvolgimento dell'Onorevole Mastella prenderà parte una delegazione formata: dai sindaci di Pinzano, Spilimbergo, Dignano, San Daniele e Ragogna; da Franca Pradetto e Giuseppe Costantini, rispettivamente presidente e membro dell'associazione "Assieme per il Tagliamento"; da Maurizio Rozza, responsabile regionale dei Verdi; da Duilio Campagnolo, rappresentante degli agricoltori e di tutto il mondo agricolo regionale, nonchè Danilo Bertoli, segretario regionale dell'Udeur. Pressochè scontata la soddisfazione della presidente dell'associazione "Assieme per il Tagliamento", Franca Pradetto, che ha svolto un ruolo di primo piano nel tessere le fila fra il mondo politico regionale, ma non solo, per promuovere la causa e che vede quindi coronati gli sforzi nella difesa del Tagliamento. «Sono sicura che affronteremo l'incontro al Ministero dell'Ambiente con la giusta determinazione per portare a casa una vittoria sicura - afferma Franca Pradetto - perchè le leggi sono dalla nostra parte e lo Stato ha il dovere di rispettarle». A supporto della causa si ribadisce: che c'è un progetto " casse " suscettibile di subire incidenze ambientali negative in un'area che contiene numerosi Siti d'Importanza Comunitaria, nonchè Zone di Protezione Civile Speciali; che l'Italia ha già subito condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per la mancata e scorretta applicazione delle direttive; che la Regione Friuli Venezia Giulia non ha ancora convertito le aree Iba in Zone di Protezione Speciale, aree sulle quali vige il rigido regime di salvaguardia, come dichiarato più volte dalla Corte di Giustizia; che lo Stato è comunque responsabile nei confronti dell'Europa, della corretta applicazione delle direttive; che gli obblighi imposti dalle direttive auropee, decorrono da periodi ben antecedenti alla redazione dello studio preliminare sulle casse ; che lo Stato ha disciplinato la valutazione di incidenza, con l'articolo 6 della direttiva; che lo Stato mantiene alcune competenze sul tratto di fiume interessato dall'intervento di regimazione, come da decreto legislativo 265 del maggio 2001. Lo Stato dovrebbe quindi richiamare la regione Friuli Venezia Giulia ad una corretta applicazione del diagramma decisionale.
Ivano Mattiussi



Il Gazzettino del Venerdì, 21 Ottobre 2005
Comitati, pronti alla «sommossa»
Cresce il livello della protesta popolare contro le casse sul Tagliamento

Udine - Comitati vicini alla sommossa popolare per la difesa del Tagliamento. Sono sempre più agguerriti i cittadini dei comitati che da tempo si stanno battendo contro la realizzazione delle tanto discusse casse di espansione. A promuoverle è solo la Regione che proprio ieri, nella commissione per i lavori pubblici ha incontrato i sindaci dei cinque comuni interessati. Ad accoglierli, in via San Francesco, tra striscioni di protesta e fischietti c'erano i due comitati: l'associazione Acqua e il comitato Assieme per il Tagliamento.L'opera, che verrebbe realizzata a valle del comune di Pinzano, dovrebbe ridurre la portata d'acqua del Tagliamento per la sua messa in sicurezza. Non la pensano affatto così i numerosi cittadini che anzi la vedono, supportati da diversi parerei tecnici, come una cosa inutile che porterebbe solo peggioramenti alla situazione ambientale.Danni che, secondo Renzo Bortolussi presidente di Acqua, si ripercuoterebbero sulle falde acquifere che alimentano migliaia di pozzi a valle, ma che potrebbero anche intaccare il microclima destabilizzando l'intero distretto alimentare della zona di San Daniele. Quindi l'appello della gente è che la Regione non sia sorda ai malumori popolari e che non si escludano le possibili alternative: l'opzione zero, come illustra Bortolussi, ossia una manutenzione dell'alveo del fiume prelevando ghiaia e detriti dai fondali o in alternativa l'utilizzo del canale Fossalon che sbocca sulla laguna di Grado. A battere sul valore del dissenso popolare e sulle alternative alle casse è anche Valerio Marchioni, consigliere comunale sandanielese. «È fondamentale - dice Marchioni - approfondire altre strade mettendo in discussione la scelta della regione; le casse non sono un dogma». L'errore, secondo Marchioni, sta nell'aver focalizzato una zona ristretta, mentre «altre alternative, su tutto il corso del fiume e non solo tra Pinzano e Spilimbergo, magari meno invasive sarebbero l'ideale». La preoccupazione per l'impatto ambientale dell'opera è dunque molto sentito tra la popolazione. Dalle perplessità del parroco di Villanova di San Daniele che vede una gran confusione a livello regionale per le contrapposte scelte che dai primi anni 90 a oggi sono state porte avanti, alle preoccupazioni sulla salute e sulla bellezza del Tagliamento di diversi cittadini tra cui l'agguerrito Donato Bellanova pronto a difendere il fiume con i denti. Intanto Bortolussi preannuncia l'ultima spiaggia, la sommossa popolare.
Gianpiero Bellucci



Il Gazzettino del Venerdì, 21 Ottobre 2005
Ancora un passo in avanti ...

Udine - Ancora un passo in avanti verso la realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento. E ieri, nella sede di via San Francesco, la commissione regionale per i lavori pubblici si è riunita attorno a un tavolo tecnico per il terzo incontro con i sindaci di Ragogna, Dignano, Pinzano, Spilimbergo e San Daniele. Un confronto nel quale Franco Scubogna, direttore regionale dell'ambiente, ha dato le risposte, in un documento di 44 pagine, alle perplessità dei sindaci. Risposte che verranno analizzate in separata sede dai sindaci per essere riaffrontate nel quarto, e probabilmente ultimo, incontro il 10 novembre, nel corso del quale si dovrebbero individuare le volontà della commissione tecnica riguardo alle modalità di attuazione.

Quindi si dovranno votare le prescrizioni alle quali si dovrà attenere il progettista. Si riapre, dunque, la questione e insieme a questa riemerge, tra i primi cittadini e tra la gente, la contestazione sull'utilità dell'opera. Certo la volontà dei sindaci è quella di far si che altre alternative vengano considerate ed esaminate, affinché il progetto e soprattutto il luogo di realizzazione delle tre casse previste (per un volume totale di circa 36 milioni di metri cubi) vengano rivisti. Tra i più agguerriti il sindaco di Ragogna Mirko Daffarra che esprime tutta la sua contrarietà al progetto: «Sono assolutamente contrario all'opera, alla sua collocazione e alla tipologia progettuale. A me e ai miei colleghi sindaci non va bene questo progetto. A novembre - continua - formuleremo le nostre prescrizioni, ma auspicherei al fatto che vengano esaminate soluzioni alternative».

Il quarto incontro, quindi, dovrebbe essere quello che trasformerà le perplessità in richieste concrete; la fase più importante per la predisposizione di un indirizzo politico. Una tappa obbligata, come fa sapere Gino Pascolini sindaco di San Daniele, per approdare alla commissione ambiente che valuterà l'impatto ambientale dell'opera. Le vere risposte alle domande e alle preoccupazioni che assillano i sindaci potrebbero, quindi, arrivare in questa seconda fase dell'iter, non prima dello stralcio del progetto tecnico. Una trafila che non convince Pascolini. «I due punti fermi - dice il sindaco sandanielese - riguardano il piano che la regione ci ha dato come indiscutibile e la seconda fase di valutazione ambientale che però potrebbe modificare il progetto approvato nella fase precedente. Per il momento - continua - non siamo convinti della reale utilità, ma intanto aspettiamo anche i risultati della società olandese da noi commissionata per saggiare la reale convenienza delle casse e le alternative possibili». La messa in sicurezza del fiume ha quindi, a detta dei sindaci, dovrebbe prendere altre strade. Come quella della pulizia dei fondali senza gravare l'ambiente e le falde acquifere. E intanto l'incontro romano tra il ministro all'ambiente Alteo Matteoli, i sindaci e la presidente del comitato "Insieme per il Tagliamento" Franca Pradetto è slittato. I chiarimenti sugli aspetti delle competenze tra Stato-Regioni e Stato-Europa dovranno attendere.
Gianpiero Bellucci



da Il Gazzettino di Domenica, 23 Ottobre 2005
CASSE E GALLERIE CONTRONATURA di Andrea Valcic

Pasolini scriveva nel 1947 in un articolo dal titolo "Friuli autonomo":«Il Friuli è sul punto, ora, di passare dall'essere al dover essere, e questo senza tradire la sua naturalezza (la naturalezza per intenderci, dei gelsi, delle acque)senza rifiutarsi alla sua imperfezione vitale». Sono passati quasi sessanta anni e quello che allora sembrava una profezia è, purtroppo davanti ai nostri occhi. Già abbiamo tradito abbondantemente i morars, per un piatto prima di mais e poi di soia, già abbiamo offeso con la cementificazione i nostri fiumi, adesso ci apprestiamo a colpire al cuore il sistema: si va all'attacco del grande fiume, del Tiliment. E in nome di cosa? Si dice che le casse d' espansione nella zona di Dignano serviranno alla sicurezza sacrosanta di Latisana, ma di questo nessun studio dà la certezza, anzi molti tecnici ed esperti europei assicurano che esistono e sono fattibili altri interventi. Ci tengono in Europa forse più dei nostri amministratori all'ecosistema del Tagliamento, considerato il fiume più importante dal punto di vista ambientale del vecchio continente e continuano a proporre soluzioni alternative. A cominciare da quella forse banale e contadina di pulire in maniera radicale le sponde alla foce. Invece si continua a ignorare questi appelli, come si fa per la protesta dei comuni carsici che si vedrebbero massacrati dalle gallerie del Corridoio 5, come si fa per gli abitanti delle valli del Natisone rispetto agli elettrodotti. Per dover esser cosa?, per diventare chi?



da Il Gazzettino del Lunedì, 24 Ottobre 2005
Cento esperti di 13 paesi europei hanno approvato una risoluzione contro le casse di espansione e a favore di interventi di rinaturalizzazione «Salvate il Tagliamento, re dei fiumi alpini» «Chiediamo all'Unione Europea di aiutare il Friuli Venezia Giulia a trovare una soluzione alternativa per la tutela dalle alluvioni»

Gli abitanti dei comuni rivieraschi che si oppongono alla realizzazione delle casse di espansione nel Tagliamento non sono soli, con loro si sono schierati recentemente oltre cento esperti in ingegneria e ecologia fluviale di 13 paesi europei (Belgio, Germania, Finlandia, Gran Bretagna, Italia, Croazia, Lettonia, Olanda, Austria, Romania, Svizzera, Repubblica Slovacca e Ungheria), partecipanti al convegno"LIFE Symposiums Flusslandschaften"del progetto LIFE "Wildflusslandschaft Tiroler Lech" dedicato al fiume Lech nel Tirolo austriaco, nel quale si è discusso sul valore dei paesaggi fluviali e delle opere di rinaturalizzazione.

Già, perchè se in Italia si sta ancora progettando dighe, sbarramenti, casse di espansione e altre opere idrauliche, in Europa la tendenza, suffragata da studi, ricerche e sperimentazioni ormai consolidate è quella di ridare ai fiumi e ai corsi d'acqua la loro funzione ecologica, ridando spazio gradualmente alle acque per evitare tragiche esondazioni e alluvioni. Gli ultimi catastrofici eventi alluvionali dell'agosto 2005, soprattutto nel Tirolo, hanno dimostrato che gli spazi rinaturalizzati vengono in grandissima parte risparmiati dai danni provocati dalle inondazioni. Sbigottimento hanno dunque suscitato nei partecipanti i piani di tutela alluvionale annunciati dalla Regione Friuli Venezia Giulia con la decisione di costruire delle casse di espansione nell'alveo del Tagliamento, dalla stretta di Pinzano al ponte di Dignano, per risolvere il problema delle alluvioni. Tale è lo sconcerto degli esperti europei e degli studiosi dei fiumi che è stata approvata una risoluzione in cinque punti:

1) Il Tagliamento, il fiume che finora più di qualsiasi altro ha mantenuto il caratteristico paesaggio fluviale Alpino, costituisce un ecosistema modello e di riferimento di importanza europea.
2) Gli esperti sottolineano espressamente che è urgentemente necessario tutelare le popolazioni da eventi alluvionali.
3) E' nell'interesse della tutela dalle alluvioni e della salvaguardia delle golene il mantenimento di questo fiume dalle caratteristiche uniche. In tutta Europa è in corso un processo di ripensamento delle opere di ingegneria fluviale. L'Unione Europea investe moltissimo denaro in progetti di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua per restituire maggior spazio ai fiumi. Gli interventi di tutela alluvionale previsti sul Tagliamento contraddicono tutte le moderne acquisizioni in materia. Pertanto gli esperti chiedono al Governo della Regione Friuli Venezia Giulia di elaborare urgentemente alternative rispetto ai pesanti interventi tecnici programmati.
4) Chiediamo espressamente all'Unione Europea di aiutare attivamente la Regione Friuli Venezia Giulia nell'elaborazione di una soluzione alternativa, finalizzata alla tutela alluvionale, nel rispetto delle esigenze ambientali. Contestualmente si chiede anche di ampliare il sito Natura 2000.5) Chiediamo inoltre all'Unione Europea di aiutare la Regione Friuli Venezia Giulia a compiere i passi necessari per essere riconosciuta come Regione europea, modello di "gestione fluviale sostenibile", relativamente al Tagliamento.

Il documento costituisce anche una sfida all'Unione Europea perchè traduca nei fatti il suo impegno nella "tutela alluvionale sostenibile", e applichi la Direttiva Quadro Acqua e Habitat.
U.S.



da Il Gazzettino del 2 novembre 2005
I Verdi, partito articolato e diffuso

Abbiamo letto con attenzione la lettera pubblicata nei giorni scorsi sulle pagine del Gazzettino sulla questione della visita del presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, nell'area delle Casse di espansione . A parte la vis polemica e la collocazione politica dell'autore della lettera, evidentemente opposta al nostro schieramento, non ci è chiaro quale fosse l'intento ed il significato dell'intervento. Pecoraro Scanio - secondo quella lettera - non doveva parlare di casse di espansione , perchè sprovvisto di conoscenza specifica dei problemi. I Verdi sono un partito articolato e diffuso nel tessuto sociale. I Verdi sono all'interno dei Comitati e delle associazioni che da sempre seguono la vicenda delle casse , anche in posizioni di rilievo. Se non manifestano sempre all'esterno la loro appartenenza politica è per rispetto della apartiticità dei comitati. Ciò non significa che non riferiscano in modo continuo alle strutture regionali e nazionali - e non solo - quanto sta accadendo. Sarà forse sfuggito che già mesi fa, fuori da ogni sospetto elettorale, sulla vicenda è intervenuta Monica Frassoni, presidente del gruppo Verde presso il Parlamento Europeo. Se ci si documentasse, si scoprirebbe con stupore che la questione della gestione consapevole e compatibile dei fiumi è una delle più antiche battaglie dei Verdi in Europa che ha condotto, in Francia come in Germania, all'instaurarsi di un approccio estremamente diverso da quello ancora estremamente troglodita che vige in Italia. I ministeri Francesi, come quelli competenti tedeschi o degli Stati Uniti, sostengono oggi che l'unica via "sicura" per la gestione dei fiumi è quella di restituire loro gli spazi vitali. Al contrario, la scelta di ingabbiare i fiumi nel cemento - dice un documento del Ministero francese - aggiunge ad una criticità insita nella presenza del fiume un'altra criticità, costituita dalla vulnerabilità delle strutture. Ed in una regione che ha subito la tragedia del Vajont credevamo che questa fosse una nozione assunta da tutti. Evidentemente non è così.
Maurizio Rozza
Federazione Verdi Fvg responsabile ambiente e territorio



da Il Nuovo Friuli del 4 novembre 2005
Il caso - Tagliamento: Gaia boccia le casse



da Il Gazzettino di Venerdì, 11 Novembre 2005
Trieste - "No alle casse di espansione", ...

"No alle casse di espansione", "Salvin il Tiliment", "Casse di espansione=disastro ambientale": sono questi alcuni degli striscioni che ieri mattina attendevano i consiglieri regionali all'ingresso del palazzo di piazza Oberdan a Trieste. Davanti ad una bara di acciaio che rappresentava la morte del fiume, un centinaio di rappresentanti dei diversi comitati locali e di associazioni come gli Amici della Terra, hanno protestato contro il progetto delle casse, in concomitanza con i lavori del Consiglio e la riunione della Commissione tecnica regionale che si occupa del progetto. Alcuni manifestanti sono stati poi ricevuti dai rappresentanti delle forze di maggioranza. «Crediamo sia necessario che sui problemi relativi alla gestione del territorio la Giunta regionale cominci a dare ascolto alle comunità locali, ai suoi sindaci ed ai comitati dei cittadini. Il programma di Intesa democratica conteneva l'obiettivo di percorsi di democrazia partecipativa sui progetti controversi in quanto caratterizzati da elevato impatto ambientale», hanno affermato i rappresentanti di Rifondazione Comunista, Kristian Franzil e Pio De Angelis, al termine dell'incontro. «Questo obiettivo non può essere contraddetto dai fatti - incalzano - forzando sulla realizzazione di questo progetto si rischia di determinare danni gravissimi su uno degli ambienti fluviali più importanti di tutta Europa, senza peraltro raggiungere risultati sotto il profilo della sicurezza per Latisana». Il Prc ritiene che sia necessario rivedere le decisioni già prese anche perchè «tecnici autorevoli sostengono che possono essere presi in considerazione progetti di messa in sicurezza diversi, caratterizzati da un impatto ambientale di gran lunga inferiore». Una virata che la Giunta e gran parte della maggioranza però non sembrano intenzionati a fare e confermano il Piano stralcio. Ma anche il gruppo di Cittadini per il presidente esprime perplessità sul progetto, «Abbiamo cercato di facilitare un incontro fra i comitati e la giunta, ma la proposta non è stata considerata» ha detto Pietro Colussi che ha ricordato che il 29 novembre saranno invitati in Commissione alcuni rappresentanti dei comitati e ha auspicato che vengano prese in considerazione eventuali proposte che emergeranno dal convegno che il Wwf ha organizzato giovedì 17 e venerdì 18 novembre nel Salone del Consiglio della Provincia a Udine. I maggiori esperti di fiumi in Europa si confronteranno infatti in una conferenza internazionale intitolata "Dalla Direttiva Quadro Acqua alla Gestione Integrata del Rischio Alluvionale. Esperienze Europee a confronto. Il caso Tagliamento". Numerosi gli esperti da tutto il continente che interverranno. Fra questi anche Joachim D'Eugenio, Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, che aprirà le conferenze con un intervento dal titolo esplicativo: "L'applicazione della Direttiva Quadro Acqua e la sua relazione con la gestione del rischio alluvionale". Invece, il progetto sul Tagliamento commissionato alla Delf Hydrulix, ditta olandese specializzata nello studio dei problemi di gestione delle acque, approderà mercoledi 16 novembre a San Daniele, per un'illustrazione pubblica alle 20.30 alla biblioteca Guarneriana. Lo studio è stato commissionato dai Comuni di Pinzano, Spilimbergo, Dignano, Ragogna e San Daniele, dal Consorzio del prosciutto, dalle Province di Udine e Pordenone e dalla Comunità Collinare, per dimostrare che il progetto che la Regione ha in animo di realizzare fra Pinzano e Dignano è quantomeno discutibile, per non dire superato, dagli studi di esperti anche internazionali. Ieri, inoltre, in seguito al Tavolo tecnico consultivo che si è riunito mercoledì, è interventuta anche la presidente di Legambinete, Elena Gobbi che ha sottolineato la necessità di chiarimenti, in particolare per «affrontare con un adeguato approfondimento tutti gli aspetti, da quelli tecnici a quelli procedurali».

Giu.be.



da Il Messaggero Veneto ed.Pn del 16 novembre 2005
Casse, i sindaci hanno ragione
Stasera la presentazione in un convegno
La società olandese ha simulato le piene




da Il Gazzettino di Venerdì, 18 Novembre 2005
Attacco dei Verdi

Tolmezzo - «Non esistono solo le economie della Fantoni e della Pittini in questa regione. E ci sono anche altri valori che un amministratore pubblico, in quanto tale, dovrebbe tenere in considerazione».

Così Maurizio Rozza, responsabile provinciale della Federazione dei Verdi del Friuli Venezia Giulia. «Le aree montane e pedemontane di questa regione, per cui il turismo verde è un valore ed un patrimonio ancora solo in infinitesima parte espresso, stanno subendo ferite irreparabili gravissime. Dopo il progetto delle casse di espansione destinato a banalizzare il Tagliamento, ora si tenta di creare un'infrastruttura che sfregerà una delle zone più integre del Friuli Venezia Giulia. Chi abita e lavora nelle aree massacrate dall'elettrodotto verrà invitato ad andare a lavorare in fabbrica?», si chiede in un comunicato.

È sempre più evidente lo strabismo di questa Regione, impegnatissima ad assecondare grandi opere e parallelamente sempre più irrispettosa delle norme europee sull'ambiente e dei richiami che le giungono dalla Commissione UE,rimarcano i Verdi. L'elettrodotto attraverserà aree inserite nella Rete Ecologica Natura 2000, per la cui mancata protezione questa Regione è sotto infrazione comunitaria. «Ma in fondo, che conta? Tanto, l'eventuale sanzione arriverà solo tra qualche anno, e comunque sarà ridistribuita sui contribuenti. Crediamo che prima di spacciare qualsiasi opera per indispensabile occorra redigere, finalmente, il piano energetico regionale. E occorrerà mettere mano ad un'industria che utilizza spesso macchine obsolete ed ingorde di energia», si conclude.



da Il Gazzettino di Venerdì, 18 Novembre 2005
Tagliamento, un "caso" europeo
Due giorni di convegno del Wwf con esperti di grande livello per una gestione integrata del rischio

Udine - La direttiva quadra "acqua" della Comunità europea è uno strumento efficace per la gestione non solo della risorsa, ma soprattutto dell'ambiente e delle interazioni con le attività umane. Il riferimento ideale per discutere e riflettere sul "Caso Tagliamento", per capire la dimensione e l'attualità delle lotte che le popolazioni rivierasche stanno conducendo contro le casse d'espansione e le inderogabili esigenze di sicurezza.

«E' una norma vincolante, sovraordinata rispetto a qualunque altra legge nazionale o regionale - dice Nicoletta Toniutti, del programma Alpi del Wwf Italia - ma costituisce anche il riferimento culturalmente più avanzato per la gestione fluviale, integrando le conoscenze ingegneristiche con quelle delle scienze naturali, sociali ed economiche, riconoscendo l'imprescindibilità di processi partecipati trasparenti ed inclusivi dei diversi interessi in gioco e affermando il principio del rispetto dei processi e delle dinamiche naturali a tutto vantaggio della sicurezza delle comunità esposte al rischio inondazione».

E' per questo che da ieri esperti di livello europeo partecipano alla seconda fase di Trame (Tagliamento riverside arts, meetings and events"), la prima della quale, svoltasi a settembre, aveva visto "interpretare" il grande fiume friulano dal punto di vista artistico e poetico.

Ospitato dalla Provincia di Udine nel salone del consiglio il convegno di studi nella sua prima giornata ha messo a fuoco quello che è il quadro generale europeo della direttiva Acqua, mettendo a confronto esperienze in diversi paesi e tracciando anche un affresco della situazione italiana e soprattutto italiana. Il direttore della Direzione centrale delle risorse agricole, forestali, naturali e montagna della regione Friuli Venezia Giulia, Augusto Viola e il direttore della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso, hanno rilevato nella tavola rotonda che ha concluso il primo giorno di lavori, la differenza di approccio della nostra regione rispetto alle altre, con una maggiore integrazione delle varie componenti che si occupano del territorio. Una situazione ribadita da Dante Savorgnan per gli agricoltori e da Roberto Giamardi della Eni Power (26 impianti in regione, con la copertura del 90\% dell'energia idroelettrica prodotta).

La giornata di studi è stata aperta da Joachim D'Eugenio, della Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente. Oggi sarà affrontato nello specifico il "Caso Tagliamento" e le casse d'espansione .

Tra gli esperti di diversa formazione e nazionalità sono presenti Erich Plate, Università di Karlsruhe, Paolo Burlando del Politecnico di Zurigo, Gabriele Canali dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, Olivier Clericy del DIREN Centre presso il Service de bassin Loire Bretagne, Klement Tockner dell'Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia (EAWAG) di Zurigo, Alfredo Caielli segretario dell'Autorità di Bacino dell'Alto Adriatico, Ezio Todini dell'Università di Bologna, Philippe Pypaert dell'UNESCO, Antonio Massarutto dell'Università di Udine, Bruna Gumiero dell'Università di Bologna, il geomorfologo Nicola Surian.



da Il Gazzettino di Venerdì, 18 Novembre 2005
San Daniele - Parla Pascolini:«La Regione cambi idea»

San Daniele - «L'incontro è stato un grande successo per noi sindaci, innanzitutto per la partecipazione del pubblico folto, dimostratosi interessato a capire il fondamento scientifico ad un'opera che altrimenti sembrerebbe delegata a fanatismo di tipo ambientalista o a incapacità di vedere oltre l'interesse locale. In secondo luogo il professor Todini dell'Università di Bologna ci aveva lanciato una provocazione con il suo studio di modellazione matematica del Tagliamento da Pinzano alla foce, con il quale aveva dimostrato che le casse di espansione non sono necessarie. E noi con lo studio della ditta olandese riteniamo di avere dimostrato che partendo dalle stesse ipotesi del piano stralcio, si può approdare a soluzioni alternative alle casse di espansione ». Nel commento a caldo del sindaco di San Daniele, Marco Pascolini, all'indomani della presentazione dello studio sul Tagliamento della Delft Hydraulix, c'è anche la volontà di dare un contributo alla regione, affinchè diventi alleata nel cercare di cambiare il piano stralcio. «Sappiamo che non è la regione che può farlo - dice ancora Pascolini - ma siamo convinti che se accetta le conclusioni del nostro studio, ovvero che le casse di espansione non servono alla causa delle piene, e pensa si possa ottenere un risultato migliore in altro modo, possa essere nostra alleata in questo sforzo». Sintomatica la pacatezza delle associazioni ambientaliste, che non hanno trasformato una serata informativa in un'ennesima occasione di contestazione aperta. «Per me questo è stato un altro bel segnale della serata - afferma ancora Pascolini - nel senso che tutti stanno ragionando su delle cose, non a partire soltanto dalla tutela del nostro territorio, ma tenendo conto dell'obiettivo generale che contempla pure la messa in sicurezza di Latisana». E a tal proposito ha destato scalpore il fatto che a Latisana la pulizia degli argini venga rispettata solo dal Friuli Venezia Giulia, mentre su quello Veneto è piuttosto trascurata. Che ne sarà ora dello studio della Delft Hydraulix? «Lo faremo senz'altro recapitare sia alla regione che all'Autorità di Bacino - conclude Pascolini - mentre una terza copia contiamo di portarla direttamente ed in tempi brevi sul tavolo del Ministro dell'Ambiente, unica autorità in grado di modificare il piano stralcio, visto che l'Autorità di Bacino è sovraordinata rispetto alla regione».
Ivano Mattiussi



da Il Gazzettino del Sabato, 19 Novembre 2005
LA STORIA Le tappe di una battaglia pluriennale

Spilimbergo - Il ricorso alla Corte dei Conti è solo l'ultima battaglia in una lotta pluriennale combattuta dai diversi soggetti che si oppongono alle casse di espansione . Protagonista delle iniziative più clamorose è stata proprio Acqua, insieme ad altri comitati civici e associazioni, che hanno tentato tutte le strade possibili. Così due anni fa è stata tentata la strada internazionale, con ricorsi all'Unione Europea e addirittura all'Unesco, in quanto il Tagliamento (ultimo fiume a carattere torrentizio d'Europa) è considerabile un patrimonio culturale e ambientale di interesse mondiale. È stata poi la volta delle cartoline inviate al ministero delle Poilitche ambientali a Roma e della petizione popolare, che tra Acqua e Assieme per il Tagliamento ha totalizzato quasi ventimila firme. In contemporanea sono state promosse iniziative di sensibilizzazione a livello locale, con una manifestazione ciclistica nel 2004 sul ponte di Pinzano e una a piedi lo scorso settembre sul ponte di Dignano. Tentata anche la strada giudiziaria, con il ricorso alla Procura della Repubblica di Trieste, per verificare eventuali reati connessi alla gestione del progetto sulle casse . Recente il tentativo di mobilitare sull'argomento le associazioni degli emigranti friulani all'estero. Da parte loro le amministrazioni comunali dei cinque Comuni rivieraschi hanno tentato la strada del dialogo e del confronto istituzionale con la Regione, ma senza risultati particolari. L'ultima mossa è stata quella di affidare alla Delft lo studio di un modello matematico, per dimostrare l'inutilità tecnica delle casse .
Cla.Ro.



Domenica, 20 Novembre 2005
LA SFIDA ILLY - CECOTTI NEL VUOTO DEL FRIULI
di LORENZO MARCHIORI

Uno proviene da una famiglia di imprenditori di successo, l'altro è un fisico teorico che si è fatto da solo. Il primo ama la vela e lo sci, mentre il secondo ha praticato l'atletica leggera. Entrambi razionali e freddi, Riccardo Illy e Sergio Cecotti sono delle risorse per il Centrosinistra dei partiti. Eppure, invece di essere complementari e collaborare, ripropongono da due anni una periodica e altalenante contrapposizione dialettica sui giornali del Friuli Venezia Giulia e non solo. Provano a parlarsi, ma i risultati finali sono quelli di un dialogo tra sordi. L'ultima volta, poche settimane fa, il presidente della Regione ha chiesto al sindaco di Udine se voleva candidarsi al suo posto nel 2008, oppure per le elezioni provinciali friulane nel 2006, o meglio alla Camera, sondando pure ladisponibilità a ricoprire incarichi nell'eventuale Governo Prodi. Cecotti ha risposto con quattro no, argomentando pure che una persona sana di mente non guiderebbe l'amministrazione regionale con un debito così alto come quello che - a suo avviso - si prospetta da qui a pochi anni, mentre per Roma la lista di chi si attende una nomina è troppo lunga. In questo modo, Illy e Cecotti ripropongono su un livello più alto - involontariamente o meno - la ricorrente polemica fra Trieste e Udine, realtà che invece ricaverebbero solo vantaggi da una collaborazione. Con Cecotti che continua a porsi in una critica posizione aventiniana, sottolineando di non esser mai stato invitato alle riunioni di Intesa Democratica e di non considerarsi quindi parte della coalizione, viene meno un punto basilare della strategia amministrativa di Illy annunciata in campagna elettorale nel 2003. Il patto fra l'area giuliana della regione e il Friuli. Il governatore, quindi, viene spesso accusato di centralismo non solo dal sindaco udinese o dall'opposizione in consiglio regionale, ma anche - più o meno sommessamente - da parti della sua stessa maggioranza.

Esemplificativo il tentativo di un consigliere regionale di ottenere un appuntamento con il presidente per illustrare la posizione dei sindaci, popolazioni e ambientalisti del Friuli sul discusso progetto delle casse di espansione del Tagliamento. Tentativo andato a vuoto, con un invito di Illy a parlarne con l'assessore delegato.

Ma attribuire al governatore tutte le colpe di questa situazione, si commetterebbe un errore di superficialità.

All'onorevole Ferruccio Saro, che a sua volta accusa di centralismo Illy, è stata posta la domanda se questo dipenda da una volontà accentratrice da parte del presidente della Regione o da una carenza di spessore politico da parte del Friuli. «Purtroppo - ha risposto con sincerità Saro - mancano i politici in grado di confrontarsi con lui». Proprio venerdì a Udine, durante un altro colloquio, lo stesso pensiero è stato esposto da un deputato della Margherita di lungo corso, Enzo Carra. «I partiti, e la Margherita in particolare, non devono distrarsi, ma confrontarsi con il presidente Illy, per arricchire il ruolo della maggioranza» ha spiegato Carra. Ma la voce del Friuli politico, nel Centrosinistra, appare flebile. Il recente manifesto friulanista di Arnaldo Baracetti, Raimondo D'Aronco e Giuseppe Santuz assomiglia a quello proposto un anno fa in occasione del varo della bozza di nuovo statuto della Regione Friuli Venezia Giulia. Suona anacronostico e poco incisivo e da Pordenone e Gorizia si attira più critiche che adesioni.

L'Unione fatica a trovare un candidato per la presidenza della Provincia di Udine alternativo a Marzio Strassoldo, che al momento si prepara senza troppi affanni alla riconferma. Nessuno degli assessori regionali della provincia di Udine appare in grado di farsi portavoce di un comune sentire friulano sui temi cari a questa parte di territorio. Meglio sanno fare, ad esempio, gli assessori pordenonesi e isontini per quanto di loro competenza in un'ottica di mediazione tra istanze generali dell'esecutivo di Trieste e necessità locali. La stessa maggioranza dei presidenti dei gruppi in Consiglio regionale è di provenienza giuliana o pordenonese (Luca Ciriani, Isidoro Gottardo, Bruno Malattia, Bruno Zvech, Cristiano Degano...). Sembra che Udine e il suo territorio, alla pari del sindaco del capoluogo, non riescano a farsi capire nella propria interezza aldilà del Tagliamento e dell'Isonzo. Atteggiarsi a vittime dell'alabarda triestina, per batter cassa come avveniva in passato, in questi tempi di ristrettezze finanziarie non produrrebbe gli effetti sperati. Sempre l'onorevole Saro parlava di una voglia di farsi sentire da parte del Friuli. Ma il portavoce non è stato ancora trovato.



da Il Gazzettino del Martedì, 22 Novembre 2005
Tagliamento, la sinistra ci ripensa
Al convegno del Wwf l'ex ministro Ronchi invita la Giunta a rivedere il progetto casse

Udine - Riaprire il tavolo. Ridefinire le conclusioni. Ricalibrare le valutazioni d'incidenza. In una parola: rimettersi al lavoro. Non è andato per il sottile l'ex ministro all'Ambiente e oggi membro della segreteria nazionale dei Ds, Edo Ronchi, che, sul nodo del Tagliamento, ha dato uno scossone all'immobilismo del Palazzo triestino. Pur premettendo di non voler «esprimere una presa di posizione univoca», l'ex ministro - intervenuto al confronto pubblico organizzato dal Wwf all'hotel Cristallo di Udine sul futuro del fiume conteso - ha parlato senza ambiguità di fronte a un uditorio che vedeva la presenza del segretario regionale Ds, Carlo Pegorer: «Il progetto delle tre casse d' espansione va rivisto». Obbligatoria la valutazione d'incidenza lasciando aperta la porta alla possibilità di una sola cassa. Su questa ipotesi di compromesso avanzata dal governo regionale e sempre bocciata dall'associazione ambientalista, Ronchi ha spezzato una lancia teoricamente favorevole: «In teoria si potrebbe anche arrivare a realizzarne una sola, ma soltanto dopo aver riaperto la valutazione, ristabilendo i criteri del progetto definitivo ed esecutivo». Sulla stessa lunghezza d'onda si sono trovati gli ambientalisti e l'ex ministro nel ribadire la necessità di una procedura partecipata, invocata da Nicoletta Toniutti, referente del programma Alpi del Wwf. Un argomento scottante questo della concertazione, tanto più che «la Regione - ha attaccato - continua a utilizzare nei nostri confronti un atteggiamento di boicottaggio che deve finire quanto prima, anche per rispetto al nostro ruolo».Il riferimento va al diktat «lanciato dall'assessore regionale Gianfranco Moretton che ha impedito ai direttori regionali di partecipare la scorsa settimana alla conferenza internazionale sul fiume Tagliamento svoltasi a palazzo Belgrado», ha incalzato Toniutti. Che non ha risparmiato commenti piccati: «Si tratta di metodi indecorosi». Il Wwf non è rimasto inerte ad incassare la provocazione: non a caso il movimento ha preso carta e penna e ha inoltrato a Moretton una lettera infuocata per affermare le ragioni della democrazia e della trasparenza, secondo quanto reso noto dall'associazione. «Tutto questo non fa onore alla giunta - ha incalzato Toniutti - impegnata a diffondere all'esterno un'immagine di collaborazione con le associazioni che, nei fatti, non viene praticata».Irene Giurovich



da Il Gazzettino del Martedì, 22 Novembre 2005
MAJANO - Rotatoria sulla 463, interrogazione in consiglio comunale
La sicurezza del traffico sulla statale 463 Gemona - Codroipo, in corrispondenza del tratto che interessa il Comune di Maiano, rimbalzerà di nuovo alla prossima seduta del Consiglio comunale, già fissata per venerdi, 25 novembre. Sull'argomento quanto mai attuale per il fatto che la Giunta regionale ha appena deliberato un contributo di 140 mila euro (suddivisi in venti rateizzazioni annuali di 10.220 euro) per dare soluzione, almeno parziale, al grave problema relativo alla congestione veicolare in corrispondenza dell'incrocio della stessa statale 463 con viale Rino Snaidero, il consigliere di maggioranza nonchè ex assessore alle politiche giovanili, Christian Romanini, ha presentato un'interrogazione sulla scorta delle numerose preoccupazioni suscitate dalla realizzazione di una rotatoria che comporterebbe pure l'abbattimento di un'abitazione. L'apposita assemblea pubblica svoltasi il 9 settembre al centro sociale di Tiveriacco, aveva ampiamente bocciato questa soluzione, sia perchè l'area dell'incrocio è insufficente per una rotatoria, sia per il fatto che la stessa comporterebbe, come accennato, la demolizione di un fabbricato di civile abitazione. Alla luce di tutto ciò, l'interrogante si chiede perciò se e quando il Consiglio comunale verrà coinvolto per discutere la problematica, come pure il relativo accordo di programma suggerito dalla Regione, nonchè per verificare strade alternative ad una soluzione ritenuta "non percorribile" . "Sono contrario all'abbatimento di una casa - spiega l'ex assessore Romanini - così come sono scettico a realizzare una rotatoria in quel sito e con quelle caratteristiche. Sono convinto che rischia di creare molti più problemi di quanti si pensa ne possa risolvere. Il medesimo consigliere di Forza Italia ha poi presentato una mozione contro le casse di espansione , sulla scorst dei risultati dello studio della olandese Delft Hydraulix, presentati mercoledi scorso a San Daniele. "Ha dimostrato non solo che le casse non servono e che i problemi della sicurezza vanno risolti nel basso corso del Tagliamento - afferma Romanini - ma pure che lo scempio che si vuole realizzare fra i ponti di Pinzano e Dignano è inutile e devastante. Come spero che il Consiglio comunale di Maiano per questa mozione sappia accantonare gli schieramenti, spero altresì che la regione prenda seriamente in considerazione questo studio e fermi il suo progetto".
I. M.



da Il Gazzettino del Giovedì, 24 Novembre 2005
PIANO TERRITORIALE OK
Casse d'espansione, dibattito "in piena" nel Consiglio

Trieste - È stato ancora una volta il progetto della casse di espansione del fiume Tagliamento a movimentare il dibattito in Consiglio Regionale. A scatenare la discussione è stato un emendamento sulla tutela del Sito d'Interesse Comunitario del greto del fiume, presentato ieri dal consigliere leghista Claudio Violino, durante l'approvazione degli ultimi articoli per il Piano Territoriale Regionale. Il Carroccio chiedeva, al fine di "promuovere modalità dei condivisione delle scelte strategiche in campo ambientale", che le autorizzazioni delle opere da realizzarsi nell'ambito del Sic, venissero sospese fino alla loro approvazione da parte di una Conferenza di Servizi tra Regione, Province e Comuni. Una proposta alla quale si era aggiunto il sub-emendamento del verde Alessandro Metz, che aveva proposto in tale senso l'obbligo della consultazione con le procedure dell'agenda 21 che prevedono un tavolo di confronto esteso a tutti le parti possibilmente interessate. Proposte bocciate dall'Aula, ma dopo un lungo dibattito che ha fatto emergere una parcellizzazione di posizioni nelle due coalizioni. Sia l'emendamento che il suo rinvio in commissione sono stati respinti compattamente da Ds e Margherita, dove però vanno segnalate le astensioni di Giancarlo Tonutti e Paolo Menis. Anche i Cittadini hanno votato no, con l'astensione di Colussi. Prc, Verdi, Pdci e Alessandra Battellino si sono invece espressi a favore insieme alla Lega, e a parte di Forza Italia. Il voto ha infatti spaccato gli azzurri con, da un parte Gaetano Valenti e Giorgio Venier Romano, favorevoli all'emendamento; dall'altra Camber, Marini e Galasso che hanno votato no (astenuto Asquini). An, invece, non votando l'emendamento, ha però manifestato il suo favore allo stralcio in commissione. Secondo i consiglieri leghisti Claudio Violino e Fulvio Follegot è stata "un'altra occasione per dimostrare concreta attenzione ai problemi ambientali". Il testo "aveva lo scopo di bloccare la realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento, opere che, a detta dei più autorevoli esperti in materia - spiegano i due consiglieri - cementificano con grave impatto ambientale, senza garantire gli abitati da fenomeni di esondazione". A parte questa fiammata finale, il piano territoriale è però passato senza grossi problemi. Con la maggioranza, che dopo gli accordi, ha approvato anche l'articolo sugli Stur (Società di trasformazione urbane regionali) che avranno il compito di attuare progetti di particolare rilievo. Soddisfatta delle modifiche apportate in Aula, Rifondazione Comunista ha votato a favore della legge insieme a Ds, Margherita e Cittadini. Nella maggioranza si sono astenuti i due consiglieri di Pdci e Verdi. Mentre la consigliera Alessandra Battellino (Ipr) ha votato 'no' insieme a tutta la Casa delle Libertà.
giu.be.



da Il Gazzettino del Giovedì, 24 Novembre 2005
Casse, entro Natale vertice a Roma
I sindaci dei cinque Comuni saranno ricevuti dal ministro all'Ambiente Altero Matteoli
L'iniziativa è stata concordata assieme allo stesso rappresentante del governo ieri a Pordenone

Spilimbergo - Sempre più in alto: per affrontare la questione delle casse di espansione , i sindaci dei cinque Comuni si recheranno prima di natale a Roma, dove saranno ricevuti insieme ai rappresentanti provinciali di Pordenone e Udine. L'iniziativa è stata concordata direttamente con il ministro all'Ambiente Altero Matteoli, giunto ieri a Pordenone per partecipare al convegno sul Distretto del mobile. E proprio a margine di quell'evento, il ministro ha incontrato il vicepresidente della giunta Alessandro Ciriani, gli assessori all'Ambiente Antonio Zavagno e all'Agricoltura Renzo Francesconi e i sindaci di Dignano Gianbattista Turridano e di Ragogna Mirko D'Affara, oltre al presidente dell'associazione Acqua Renzo Borolussi.I primi cittadini, a nome anche dei colleghi oggi assenti, hanno prima illustrato tutto l'iter relativo alla costruzione della casse , esprimendo la propria perplessità e paventando il danno ambientale che ne deriverrebbe. Poi hanno fatto presente al ministro i risultati dello studio da loro commissionato alla società olandese Delft Hydraulics (e recentemente presentato a San Daniele e a Udine), da cui risulta l'inutilità dell'intervento. Infine i sindaci hanno sollecitato al ministro un incontro urgente per definire il problema. Per tutta risposta, Matteoli ha assicurato che - al rientro dalla Cina e prima delle festività natalizie - accoglierà nel suo dicastero i cinque sindaci, i rappresentanti delle Province di Pordenone e Udine e della Regione. In quella sede verrà messo a fuoco il problema, tenendo conto anche della valutazione di impatto ambientale delle opere lungo il corso del Tagliamento.

«Da parte mia - ha assicurato il ministro - c'è la volontà di tenere in debita considerazione questo argomento, che ritengo vada affrontato con gli adeguati strumenti forniti dalla legge. So che al momento c'è un problema legato alla titolarità della valutazione di impatto ambientale, sul quale è necessario riflettere (il riferimento è al fatto che il controllo ambientale sulle casse è in capo alla Regione, cioè allo stesso ente che eseguierà le opere da controlare). Per questa ragione ritengo necessario che all'appuntamento vi sia anche il rappresentante del nostro ufficio legale, per capire di chi siano le competenze».

Dal canto suo l'assessore provinciale Zavagno ha ricordato al ministro la delicatezza della vicenda. «Mi auguro - ha detto rivolgendosi a Matteoli - che prenda a cuore questo problema e che lo affronti con molta cura e attenzione, per evitare uno scempio ambientale dal quale non si può più tornare indietro». Francesconi invece, il quale oltre che assessore ricopre anche l'incarico di presidente della commissione Ambiente, ha illustrato i passi intrapresi dalla Provincia, che già da tempo ha approvato in modo unanime un documento contro la costruzione della casse d'espansione .
Claudio Romanzin



da Il Gazzettino di Mercoledì, 30 Novembre 2005
COMUNITÀ MONTANA No alle casse d'espansione

Pontebba - Anche la Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale si schiera contro le casse di espansione sul Tagliamento. È stata infatti approvata all'unanimità ieri sera, nel corso dell'assemblea nella sede di Pontebba, una mozione riguardante la questione. Il tema delle casse d' espansione tocca la Comunità montana soltanto marginalmente, in quanto uno dei Comuni, Forgaria, è interessato dalla cosa. «Ma abbiamo voluto esprimere - commenta il presidente Ivo Del Negro - la nostra solidarietà ai Comuni più interessati, e la sensibilità alla questione si può notare nell'approvazione unanime della mozione». Il documento su cui è stata chiamata a esprimersi l'assemblea ricalca, nella forma, quanto già fatto dal Comune di San Daniele, capofila nella protesta per le casse d' espansione . Un progetto, quest'ultimo, che non convince affatto Del Negro: «È un'idea superata, le strade da percorrere per affrontare l'argomento possono essere altre - spiega ancora il presidente della Comunità montana -. Ad esempio, mi sembrano interessanti le valutazioni fatte recentemente da un soggetto privato, che si è soffermato sulla manutenzione, sulla "cura" degli argini e sulla possibilità di sopraelevare in alcuni punti i ponti Fs esistenti». Perché questa valutazione sarebbe migliore? «Anzitutto per una questione di sicurezza, cosa che le casse di espansione non garantiscono - conclude Del Negro - e poi per un altro fattore: si andrebbero ad intaccare dei Sic (Siti di interesse comunitario, ndr) che, al contrario, sarebbero meritevoli di maggior tutela sotto il profilo ambientale».
L.P.



Giovedì, 1 Dicembre 2005
CASSE D'ESPANSIONE
Tagliamento, lettera aperta di Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi a Riccardo Illy

Roma - Lettera aperta da parte del presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, al presidente della regione friuli venezia Giulia, Riccardo Illy sulle sorti del Tagliamento relativamente alle casse d'espansione e le scelte della giunta a tal proposito. «Siamo fortemente preoccupati dall'inclinazione, fin qui emersa, verso decisioni concatenate, a cascata, ineluttabili, quasi fossero guidate da un'inarrestabile "logica precostituita", che spesso dimentica- scrive Pecoraro Scanio- la necessità di concordare con quanto espresso dai gruppi sociali, tutti, che da quel fiume traggono non solo il piacere della bellezza, ma soprattutto identità per i "loro" luoghi, del vivere, prima ancora che del produrre».«Manca un atto forte- prosegue l'esponente dei Verdi- responsabile, di grande espressione di equilibrio, che metta tutti nelle condizioni di condividere la co-progettazione del futuro del Tagliamento che, per la sua intatta natura è patrimonio di tutta la nazione oltre che dei territori che attraversa». La missiva si conclude con un invito: «Ti invitiamo a non cadere nella trappola della fretta, della pigrizia nella ricerca di soluzioni migliori, del fastidio per l'espressione, alle volte più emotiva che tecnica, delle popolazioni. Alle volte le decisioni di governo che investono la natura dei luoghi possono apparire, oggi, giuste, domani, irreparabili».



da il gazzettino di Venerdì, 2 Dicembre 2005
Lettere: Tagliamento, No alle casse di "compressione"

L'Olandese Delf hydraulics leader mondiale in progettazione di sistemi di difesa contro le alluvioni nel corso del recente convegno organizzato dal Wwf a Udine ha clamorosamente sconfessato il progetto di realizzazione delle casse sul Tagliamento della Regione. Se l'atteggiamento dell'Assessore all'Ambiente Moretton e del gruppo di consiglieri Margherita Ds che lo sostiene proseguirà con la stessa ostinazione mostrata finora, ciò trascinerà tutta la maggioranza in un vicolo cieco dal quale non sarà facile uscire senza ulteriori proteste di massa e prese di posizione sul modello di quanto sta già avvenendo in Val Susa sulla questione Tav.

Al convegno del Wwf l'unico assente illustre è stato proprio l'Assessore Moretton dimostrando ancora di più che i tanto pubblicizzati tavoli di concertazione messi in piedi dalla Regione (di fatto mai avviati) altro non erano che una foglia di fico dietro la quale l'Amministrazione stava solo tentando di nascondere se stessa e con essa la realtà delle cose. Ed ora viene dimostrato pubblicamente dai massimi esperti mondiali che, calcoli alla mano, le casse non solo non servono, ma sarebbero già pronte ed attuabili delle alternative che oltre a mettere in sicurezza Latisana potrebbero essere praticabili da subito con costi davvero esigui. In sintesi essi prevedono:

1) il semplice innalzamento del ponte della ferrovia a Latisana e la chiusura della corrispondente falla sull'argine nel suo punto del suo attacco all'argine stesso che rappresenta l'elemento di massima fragilità di tutto il sistema; 2) la sistemazione a sud di Latisana del canale Cavrato per permettere alle acque di piena di alleggerire la portata del fiume; 3) il completamento della diaframmatura degli argini a Latisana (ed il suo innalzamento in via precauzionale); 4) la ripulitura dalla sovrabbondante vegetazione arborea ed arbustiva dell'argine destro dell'alveo nel tratto corrispondente al famoso collo di bottiglia presso San Michele Latisana.

La questione delle alternative al progetto non è affatto secondaria, poiché le Direttive europee impongono che i Progetti in Siti ambientali di Importanza Comunitaria (quale è il tratto su cui sono previste le casse ) possono essere realizzati solo per ragioni dettate da imperativi motivi di pubblica sicurezza solo qualora sia stata dimostrata l'assenza di efficaci alternative. Il mancato rispetto delle suddette norme condurrebbe inevitabilmente alla apertura dell'ennesima procedura di infrazione per mancato rispetto delle Direttive sull'ambiente e le aree naturali a carico della nostra Regione e cioè in sintesi delle tasche di tutti i cittadini friulani. Paradossalmente anche dei 20.000 che attraverso le altrettante firme raccolte e depositate presso la Regione, il Ministero dell'Ambiente e la Commissione europea si sono mobilitate contro le casse assieme alle Amministrazione di tutti i Comuni interessati a cui si sono poi aggiunti quelli dell'area collinare e delle zone limitrofe, nonché le Province di Udine e di Pordenone, il Distretto Alimentare di San Daniele e tutte le principali Associazioni ambientaliste e culturali del Friuli Venezia Giulia. L'eventuale realizzazione delle casse comporterà un grosso onere per tutti: 1) per la perdita del valore ambientale e paesaggistico dell'area del distretto alimentare di San Daniele; 2) per gli ingentissimi costi di realizzazione; 3) per le polveri sollevate in tutta l'area nel corso della costruzione per i prossimi 5-10 anni 4) infine per le multe salate che i cittadini della Regione dovranno pagare. Tutto ora è chiaro ed inequivocabile, perfino all'uomo della strada: se casse devono per forza esserci, esse non devono essere realizzate comprimendo e frenando a monte il flusso delle acque attraverso infrastrutture di cemento realizzate nel greto o nelle aree golenali come previsto dal progetto della Regione. Erroneamente e strumentalmente si continuano a chiamare Casse di espansione ciò che in realtà non sarà. Sarebbe infatti corretto definirle per ciò che esse sarebbero davvero ossia: delle Casse di compressione, perché esse non permetteranno mai, come dovrebbero, al fiume, di espandersi. Ciò al limite si potrebbe davvero realizzare solo mettendo in atto interventi di rinaturalizzazione che permetterebbero ad esso di riconquistare le aree di propria pertinenza che le sono state sottratte dagli abusi compiuti nella bassa pianura. E, se a Latisana hanno giustamente fretta, ricordino tutti insieme alla Regione quanto è in suo potere fare subito, ma che essa, non si sa perché, non vuole ancora realizzare.

Associazione Salvin il Tiliment



Gazzettino Udine di Sabato, 3 Dicembre 2005
Il presidente Illy risponde ai Verdi

«Le opere si devono fare, ma procedendo ad una progettazione che comporti il minimo impatto ambientale possibile e veda il coinvolgimento sui suoi contenuti di tutti i soggetti interessati". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, rispondendo ad una nota del presidente nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.



da Il Gazzettino di Mercoledì, 7 Dicembre 2005
Casse d'espansione L'assessore minaccia un'altra Val di Susa

Spilimbergo - Anche la Provincia di Pordenone sarà presente all'incontro con il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, che si svolgerà a Roma lunedì 12 dicembre. Sul tavolo la messa in sicurezza del Tagliamento e il progetto delle casse di espansione. L'incontro è molto atteso dagli amministratori del fronte contrario ai bacini di laminazione delle piene. «Attenzione mette in guardia Francesconi perché quel che sta accadendo a Venaus può verificarsi qui. Con una differenza: che lì il tunnel ferroviario è necessario e utile; qui le casse sono inutili e dannose».

Lunedì i sindaci dei 5 Comuni rivieraschi e le due Province incontreranno a Roma il ministro
Casse, il rischio di una nuova Venaus
L'assessore provinciale Francesconi: «Quanto accade in Val di Susa potrebbe succedere anche qui»

Spilimbergo - Anche le Province di Pordenone e Udine saranno presenti all'incontro con il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, che si svolgerà a Roma lunedì 12 dicembre alle 10.30. La conferma è ufficiale e, anche se la delegazione dev'essere ancora formalmente nominata (la scelta si farà oggi), è pacifico che sia composta dall'assessore all'Ambiente Antonio Zavagno e dal presidente della commissione Ambiente Renzo Francesconi, i quali affiancheranno pertanto i colleghi udinesi e i sindaci dei cinque Comuni rivieraschi. Sul tavolo: la messa in sicurezza del Tagliamento e il progetto delle casse di espansione. L'esponente del governo d'altronde l'aveva promesso, in occasione della visita compiuta in riva al Noncello lo scorso 23 novembre. L'incontro è molto atteso dagli amministratori del fronte contrario ai bacini di laminazione delle piene, e pure dalle associazioni ambientaliste (anche se queste sono rimaste fuori, perché la riunione ha carattere istituzionale). È una nuova speranza che si apre per i sostenitori del no, proprio nel momento in cui la Regione, da parte sua, sta spingendo sull'acceleratore: è di pochi giorni fa la dichiarazione del presidente Riccardo Illy che, facendo propria la linea del suo vice Gianfranco Moretton, ha detto chiaro e tondo che le casse sono legge e la legge va applicata. «Attenzione mette in guardia Francesconi perché quel che sta accadendo a Venaus può verificarsi qui. Con una differenza: che lì il tunnel ferroviario è necessario e utile; qui le casse sono inutili e dannose». Il riferimento è alle manifestazioni di sindaci, ambientalisti e semplici cittadini, che stanno bloccando tutta la Val di Susa, in Piemonte, per opporsi alla ferrovia ad alta velocità. Non è la prima volta, del resto, che Francesconi fa balenare l'idea di una grande protesta di piazza appoggiata dalle istituzioni, per impedire la realizzazione delle casse. L'uscita di Illy non sono piaciute neppure ai comitati. In proposito il presidente dell'associazione Acqua ha accusato la Regione di operare in realtà contro il dettato della legge. «È vero dice Renzo Bortolussi che il governo nel 2000 con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri ha recepito il piano stralcio dell'Autorità di Bacino. Ma, a parte ogni altra considerazione sulla correttezza del piano, la Regione ha artatamente omesso alcune parti della legge stessa. Questa infatti stabilisce che i lavori al canale Cavrato devono essere contemporanei; invece nella sua delibera di applicazione (la 989 del 2004) la giunta regionale ha cancellato questo passo. E che dire del fatto che a tutt'oggi non esiste ancora né la Valutazione di impatto ambientale né quella di incidenza? La Regione non può certo spacciarsi per paladina della legge».
Claudio Romanzin



da Il Gazzettino di Martedì, 13 Dicembre 2005
DOPO IL VERTICE A ROMA
Casse, arrivano i tecnici del ministero

Spilimbergo - Casse d'espansione , arriva l'ora della verità. Ai primi di gennaio, i vertici tecnici del ministero dell'Ambiente s'incontreranno nel Friuli Occidentale per esaminare nei dettagli il problema legato al Tagliamento. È l'aspetto principale emerso ieri a Roma, nel vertice convocato dal ministro Altero Matteoli con gli assessori provinciali di Pordenone e Udine Antonio Zavagno e Loreto Mestroni, nonché con i sindaci di Pinzano, San Daniele, Dignano, Ragogna e Spilimbergo. Per il ministero c'erano, oltre a Matteoli, il direttore generale Mauro Luciani e il capo ufficio legislativo Claudio Lafolla. Gli stessi che rappresenteranno il Governo nell'incontro di gennaio. La riunione segue la visita in Provincia di qualche settimana fa, quando, a margine del convegno sulla certificazione Emas del Distretto del mobile, il ministro incontrò un gruppo di amministratori facendo il punto sull'opera per la laminazione delle piene. I primi cittadini hanno consegnato a Matteoli un fascicolo sulla storia delle casse e lo studio che le stesse amministrazioni hanno commissionato a una società olandese che dimostrerebbe l'inutilità dell'opera. Quindi il confronto,in primis su chi abbia il compito di analizzare lo studio d'impatto ambientale, questione aperta tra Regione ed Enti locali. «Il vertice - riferisce Zavagno - è servito a ribadire un iter procedurale che Province e Comuni hanno avviato per dire no alle casse , non come forma di protesta ma come proposta di revisione del progetto voluto dalla Regione. Abbiamo anche rimarcato il fatto che le Province sono state lasciate fuori dalla Commissione regionale. Ora gli emissari del ministero potranno vedere in prima persona l'area in cui dovrebbero sorgere le opere».



da Il Gazzettino di Martedì, 13 Dicembre 2005
Matteoli, sul Tagliamento ridiscutiamo
Il ministro per l'Ambiente invia i suoi funzionari per avviare il dialogo fra le varie posizioni

San Daniele - Sul progetto casse di espansione , Stato, Autorità di Bacino e regione Friuli Venezia Giulia devono avviare un tavolo mirato a contemperare i diversi orientamenti per risovere il problema della messa in sicurezza del Tagliamento. E' il dato nuovo rimbalzato ieri (lunedi) da Roma, dopo il preannunciato incontro fra il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli, i sindaci di Pinzano, Spilimbergo, Dignano, Ragogna e San Daniele nonchè gli assessori all'Ambiente delle Province di Udine, Loreto Mestroni e Pordenone, Zavagno. Al Ministero dell'Ambiente l'atmosfera era abbastanza positiva anche perchè, come rileva il sindaco di San Daniele, Marco Pascolini, i sindaci non ci attendevano molto di più da questo incontro. «Non siamo usciti trionfanti ma nemmeno avviliti - spiega il primo cittadino della cittadina del prosciutto - nel senso che intravvediamo un nuovo tratto di strada che si apre con la speranza che sia positivo oltre che definitivo». Per l'assessore all'Ambiente della Provincia di Udine, Loreto Mestroni, l'appuntamento romano era un'occasione assolutamente da non perdere. «Ci siamo andati con la convinzione di giocarci fino in fondo una buona carta - afferma Mestroni - che è quella di aprire uno spazio di approfondimento e di discussione sul problema. E il fatto che Stato, Regione, Province e Comuni si ritrovino finalmente in unico tavolo per ragionare in modo sensato sul problema è sicuramente un buon risultato. Vedremo a gennaio cosa ne uscirà fuori». Dal canto suo il Ministro Matteoli che era accompagnato dai direttori del Dipartimento, ha puntato l'attenzione sull'aspetto politico della questione. Da parte dello Stato non c'è volontà di contrapporsi alla Regione, ma piuttosto quella di cercare un dialogo per condividere operazioni sulla messa in sicurezza del Tagliamento che esulino dal Sic (Sito d'Interesse Comunitario), qual'è la zona nella quale l'Autorità di Bacino ha previsto la realizzazione delle casse . L'ottica è perciò quella di trovare sul problema una soluzione concordata, attraverso l'apertura del citato tavolo di trattativa.

Il 10 gennaio alcuni funzionari del ministero saranno in Friuli proprio per avviare i contatti. «Se c'è volontà il piano stralcio si può superare - rileva ancora il sindaco di San Daniele - ma ci dev'essere anche il consenso della regione». Le posizioni sono note da tempo; da un lato c'è la regione, decisa a realizzazione il piano stralcio dell'Autorità di Bacino e dunque le casse di espansione fra i ponti di Pinzano e Dignano. Dall'altra i Comuni di Pinzano, Spilimbergo, Dignano, Ragogna, San Daniele, nonchè le Province di Udine e Pordenone che propongono l'attuazione dello studio idraulico della olandese Delft Hydraulix. Con un modello che usa gli stessi parametri dell'onda di progetto utilizzata nel piano stralcio, dimostra che per rimanere entro i margini di sicurezza dai pericoli di piena è piuttosto indispensabile contemperare interventi sugli argini a valle di Latisana con una manutenzione sull'alveo lungo tutta l'asta del fiume e l'abbassamento della scabrezza. La partita si giocherà dunque prevedibilmente sul piano politico, anche se l'assessore Mestroni dissente, ritenendo prioritaria una assunzione di responsabilità sul problema, piuttosto che una distinzione dei ruoli.
Ivano Mattiussi



da Il Gazzettino di Martedì, 13 Dicembre 2005
Convegno sulle alternative di "Assieme per il Tagliamento"

Dignano - Mentre da Roma rimbalzano le ultime dall'incontro fra il Ministro Matteoli ed i sindaci, il Comitato dell'associazione "Assieme per il Tagliamento" farà il punto sulle casse di espansione , in un incontro pubblico fissato per giovedi, 15 dicembre, alle 20,30 nella sala municipale del Comune di Dignano. In veste di oratori interverranno: Giuseppe Costantini dell'associazione "Assieme per il Tagliamento" su: "quali alternative allo studio della Delft Hydraulix"; Maurizio Rozza, Responsabile Regionale Ambiente e Territorio Federazione dei Verdi FVG su: L'Europa in difesa del Tagliamento: le direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE"; Nicoletta Toniutti del WWF Italia su: "La gestione del Tagliamento in una prospettiva Europea"; Gianni Lidiano Cavallini, direttore del servizio Agenda 21 della Direzione Generale Regionale su: "quale sviluppo ecosostenibile in questo territorio"; Franca Pradetto, presidente del Comitato "Assieme per il Tagliamento" sulle prossime iniziative del Comitato che presiede, nonchè il sindaco di Dignano Giambattista Turridano.



da Il Gazzettino di Giovedì, 15 Dicembre 2005
LA POLEMICA
«Trovi l'alternativa Matteoli»

Trieste - Querelle sulle casse , i consiglieri regionali diessini Paolo Pupulin e Nevio Alzetta intervengono con una tesi congiunta. «Se il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, è davvero in buona fede - sostengono i due esponenti pedemontani dei Ds - modifichi il piano dell'Autorità di bacino e cancelli le casse d' espansione , trovando di conseguenza un'alternativa più convincente a quel progetto». Poi vanno dritti al nocciolo della delicata questione. «È inaccettabile - aggiungono infatti - che sia proprio il responsabile del dicastero ambientale a dichiarare adesso di voler fungere da moderatore tra i comitati popolari e la Regione su un progetto che è stato deciso proprio dal suo ministero. La Regione Friuli Venezia Giulia - rimarcano Pupulin e Alzetta - in fondo ha semplicemente il compito di far attuare il piano stabilito a Roma».



da Il Gazzettino di Domenica, 18 Dicembre 2005
Per le casse, norme antieuropee
Dall'assemblea di Dignano ancora un monito ai politici perchè ascoltino le alternative

Dignano - Una sala municipale stracolma ha fatto da cornice all'incontro che il Comitato dell'associazione "Assieme per il Tagliamento" aveva promosso a Dignano (con il patrocinio del Comune di Spilimbergo), per fare il punto sulle casse di espansione . Il dato forte che emerge dalla serata è che le casse di espansione previste dal piano stralcio fra i ponti di Pinzano e Dignano, sarebbero in contrasto con le norme europee. Del resto lo stesso sindaco di casa, Giambattista Turridano, che era reduce dell'incontro tenuto appena tre giorni prima a Roma al Ministero dell'Ambiente assieme ai colleghi di Pinzano, Spilimbergo, Ragogna e San Daniele, ha spiegato che fra gli stessi funzionari del Ministero sussiste perplessità circa la compatibilità del progetto con la direttiva europea Habitat. È la norma che tutela la rete dei siti d'importanza comunitaria, come quello dell'area del progetto casse , da cui la disponibilità del Ministero a rivedere il piano stralcio. Dal canto suo, Maurizio Rozza, Responsabile Regionale Ambiente e Territorio dei Verdi del Friuli Venezia Giulia, ha aggiunto che la direttiva "Habitat" prescrive anche l'obbligo preliminare di una istruttoria che dimostri scientificamente l'inesistenza di altre soluzioni soddisfacenti. Giuseppe Costantini dell'associazione "Assieme per il Tagliamento" ha incentrato l'attenzione sullo studio della olandese Delft Hydraulix, il quale dimostra come le tesi avanzate dal professor Todini fossero fondate. Sussistono dunque alternative progettuali alle casse che non servono a nulla, mentre per contro a sud di Latisana le anomalie riguardano gli argini del Tagliamento. Per Nicoletta Toniutti del WWF, la regione Friuli Venezia Giulia ha deliberatamente e colpevolmente scelto di andare in controtendenza con l'Europa, nella gestione ragionata, partecipata e multidiscilpinare dei fiumi. Non per nulla la Cee ha già aperto una procedura di infrazione contro l'Italia. E Franca Pradetto, presidente del Comitato "Assieme per il Tagliamento", chiama in causa l'assessore regionale Moretton, colpevole a suo giudizio di "tapparsi le orecchie" ed evitare di aprire un confronto serio sul problema con tutte le parti.

Ivano Mattiussi



da Il Messaggero Veneto ed.Ud del 20 Dicembre 2005
Appello di Sgarbi: fermate le casse di espansione



da Il Messaggero Veneto ed.Pn del 20 Dicembre 2005
Sgarbi : uno shou sulle casse
Il critico ha visitato il sito su cui dovrebbero sorgere
"Mi impegnerò in parlamento contro le casse"




da Il Gazzettino di Martedì, 20 Dicembre 2005
Contro le casse ora si schiera anche Sgarbi
Dopo aver visitato il Tagliamento ha annunciato che presto presenterà «atti ufficiali» in Parlamento


Spilimbergo - (lor.pad.) Domenica scorsa l'onorevole Vittorio Sgarbi è stato ospite del comitato "Assieme per il Tagliamento" per una visita al fiume. I rappresentanti del comitato hanno condotto l'onorevole in località Villuzza di Ragogna, ove dall'incantevole balcone naturale nella chiesetta di San Lorenzo, affacciata sul greto, la delegazione ha potuto spiegare quali sono i pericoli rappresentati dalla realizzazione delle casse di espansione. Erano presenti il sindaco di Spilimbergo, Arturo Soresi, in rappresentanza dei cinque comune rivieraschi (Ragogna, Dignano, San Daniele, Pinzano e ovviamente Spilimbergo), la presidentessa del comitato "Assieme per il Tagliamento" Franca Pradetto Battel, Giuseppe Costantini, Diego Volpe Pasini e altri componenti dell'associazione. «È stato esposto sinteticamente l'iter che finora si è realizzato - spiega Franca Pradetto - e in particolare sono stati evidenziati gli ultimi studi della Delft Hydraulics che hanno dimostrato l'inutilità del progetto». « Sgarbi - fa sapere Pradetto - ha espresso la sua forte contrarietà alla realizzazione di ciò che lui stesso ha definito uno scempio che rischia di distruggere uno degli scenari naturali più belli che abbia mai visto». Il gruppo si è poi spostato sul ponte di Pinzano, ove la spiegazione è continuata approfondendo i dettagli relativi al progetto preliminare. «Dobbiamo garantire la sicurezza degli abitati a valle, ma credo che il risultato si possa ottenere ugualmente senza distruggere questo magnifico paesaggio» - è stata la conclusione dell'onorevole. Sgarbi si è impegnato a sostenere la posizione del comitato "Assieme per il Tagliamento" in Parlamento, ove ha annunciato la presentazione di atti ufficiali contro le casse.

guarda le immagini