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da Il Messaggero Veneto del 28/12/2007




da Il Gazzettino del 27/12/2007
DIGNANO Accolto con favore l'ordine del giorno votato dal consiglio regionale: finché non ci sarà un progetto alternativo per il Tagliamento non si abbasserà la guardia
Casse di espansione, a gennaio il comitato tornerà a Roma

Dignano «Speriamo non sia solo campagna elettorale in vista delle regionali del 2008...Il presidente Illy nel corso della sua campagna elettorale del 2003 ebbe a dire: in questa regione dobbiamo costruire una vera coscienza ambientale». Il comitato di "Assieme per il Tagliamento", l'associazione che da tempo si batte contro il progetto delle "casse di espansione " per la messa in sicurezza del Tagliamento, accoglie ovviamente con favore l'ordine del giorno votato venerdì dal Consiglio Regionale contro un progetto a lungo contestato e sul quale il livello di attenzione è tutt'ora elevato. In una nota gli aderenti ad "Assieme per il Tagliamento" esprimono tuttavia l'auspicio che questo importante atto politico non sia solo uno spot elettorale ma anche e soprattutto un segnale di svolta ad una pagina che non merita ricordi sui temi ambientali. L'elenco delle cose che il presidente Illy ha promesso durante la campagna 2003 ma che non ha fatto, a giudizio di "Assieme per il Tagliamento" è terribilmente lungo. A tal proposito si lancia pure l'invito a consultare un video pubblicato su internet, all'indirizzo: www.assiemeperiltagliamento.org. «Una persona incapace di vedere le questioni da punti di vista diversi dall'unico che ritiene giusto - prosegue ancora la nota - Il suo non terrà certamente conto del parere che il Consiglio regionale ha espresso durante la seduta del 20 dicembre». «L'effetto di questo importante atto politico potremmo verificarlo solo nei prossimi mesi, perchè se la Regione intendesse veramente dare seguito al pronunciamento del Consiglio, dovrebbe quantomeno istituire un tavolo di lavoro coinvolgendo tutti i Comuni rivieraschi, le associazioni ambientaliste, i comitati, per concretizzare un piano integrato a scala di bacino di tutto il fiume, nell'interesse sia della sicurezza delle popolazioni a valle, sia della conservazione di un ambiente fluviale unico qual è quello del Tagliamento». Sino a quando non ci sarà un progetto alternativo a quello delle casse , "Assieme per il Tagliamento" non abbasserà comunque la guardia. Nel mirino rientra soprattutto lo sciaugurato "Piano Stralcio", causa di opere di laminazione previste da una legge dello Stato, che potrebbero legalizzare e giustificare chi, in nome della sicurezza, vuole invece fare i propri interessi. Sull'Odg del Consiglio regionale, la presidente di "Assieme per il Tagliamento", Franca Pradetto, rivendica grande merito sull'azione pressante dei Comitati ambientalisti, di molti Comuni, del Wwf e di migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la causa contro le "casse " con migliaia di firme. «Conservare un ecosistema fluviale importante come quello del Tagliamento lo si può fare anche senza distruggere il sito come avverrebbe con le "casse "» afferma la Pradetto. A gennaio "Assieme per il Tagliamento" sarà di nuovo a Roma con l'intento di far annullare definitivamente il piano stralcio.
Ivano Mattiussi


da Il Gazzettino del 22/12/2007
Udine - Non è pace, bensì armistizio. ...

Udine - Non è pace, bensì armistizio. L'auspicio è che possa registrarsi presto la fine della contrapposizione tra Riccardo Illy e Romano Prodi, separati dalle modalità con cui il Governo ha fatto inserire nella Finanziaria dello Stato per il 2008 la norma riguardante le compartecipazioni della Regione ai tributi trattenuti ai pensionati.
IL NODO.È una questione che non riguarda solo la quota stanziata con il nuovo anno da Roma per il Friuli Venezia Giulia (20 milioni di euro, pari a circa il 10\% di quanto effettivamente spetterebbe) ma anche il fatto che non si fissa alcun termine certo per l'applicazione definitiva della norma, condizionandola alla devoluzione di ulteriori competenze, con il rischio che in futuro le somme possano essere annullate dal parlamento.
AVVISO.Questi difetti sono stati ben evidenziati, ieri a Roma, da Illy sia al premier Prodi che al ministro delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa, oltre che ad altri membri del Governo. «Ho ribadito - ha riferito poi Illy - la posizione per cui il comma dell Finanziaria è incoerente con il decreto del 31 luglio scorso. Se non verrà modificata, e in fretta, impugneremo la legge mentre al momento provo disagio nel ricandidarmi. Al ministro Padoa Schioppa ho ricordato che la Regione chiede quanto le spetta e nulla di più: abbiamo assunto le competenze per il trasporto pubblico locale senza avere maggiori risorse; non abbiamo ricevuto i 120 milioni per la maggior crescita sanitaria in altre regioni e con l'eliminazione della benzina di zona franca lo Stato incasse rà 100 milioni in più all'anno».
CATASTO. Se sulla questione Irpef dei pensionati, insomma, si continua a trattare, meglio è andata su altri fronti. Il consiglio dei ministri, alla presenza di Illy, ieri ha approvato il decreto di attuazione dello Statuto del Friuli Venezia Giulia per le competenze in materia di catasto, che saranno trasferite poi agli enti locali, cui andranno anche le risorse derivate dai diritti catastali. Inoltre è prevista la sperimentazione, in massimo tre nuovi comuni, del sistema tavolare, eredita austroungarica che dà la certezza in materia immobiliare, visto che ogni atto di compravendita sarà certificato dal giudice tavolare, che farà fede nei confronti di terzi.
TAGLIAMENTO. Stipulato anche l'atto aggiunto al protocollo siglato un anno fa tra Regione e Governo, peraltro quasi totalmente rispettato. «Abbiamo chiesto che il Governo faccia definitivamente chiarezza sulle casse d'espansione lungo il Tagliamento - ha chiarito Illy - un intervento previsto da atti statali che, al momento, la giunta deve rispettare. Non volendo violare le leggi, non attueremo l'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale e sfido chi, della maggioranza, si è espresso a favore di questo documento a firmare per coerenza anche una mozione di sfiducia del presidente della Regione, visto che non intende attuarlo. Questi consiglieri si assumeranno poi le conseguenze delle loro scelte».
CASTELLO E ALTRI PUNTI.Oltre alle questione delle infrastrutture dei trasporti (Autostrade e alta velocità ferroviaria), sicurezza, e giustizia, si prevedono impegni per la ridefinizione, anche attraverso compensazione, della delimitazione della circoscrizione portuale di Trieste; l'avvio della fondazione di Aquileia e del percorso atto a trasferire alla Regione le funzioni in materia di istruzione; trasferimento di altri beni demaniali, a partire - per il particolare significato culturale e simbolico - dal Castello di Udine, sede dei musei civici; l'attivazione di un sistema informativo sperimentale per la creazione di una prima banca dati regionale dei donatori di organi, anche attraverso efficaci e trasparenti forme di comunicazione ai cittadini; fondi per la bonifica dei siti inquinati di Grado-Marano e di Trieste, con la ridefinizione delle aree interessate.
Lorenzo Marchiori


da Il Gazzettino del 21/12/2007
Tagliamento, dal Consiglio stop alle Casse

Trieste - Stop a tutte le procedure autorizzative relative alla realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento. È l'effetto provocato da un ordine del giorno che - primo firmatario il leghista Fulvio Follegot - ieri sera, nel corso della maratona legata ai conti della Regione è stato approvato con 18 voti contro 17. Ad appoggiare il documento del leghista pordenonese anche alcuni esponenti della maggioranza. Resta da capire cosa accadrà ora. «Con il voto - spiega Follegot - vengono sospese tutte le autorizzazioni che erano state approvate dalla giunta regionale nei mesi scorsi. Si tratta di un successo perchè non eravamo mai arrivati sino a questo punto. Ora si potranno riaprire i confronti con le popolazioni interessate e rivedere anche la progettazione. Del resto il consiglio regionale si era già espresso nel 2006 chiedendo una rivisitazione del progetto, ma di tutta risposta l'esecutivo era andato avanti. Ora sarà costretto a sospendere tutto».


da Il Gazzettino del 19/12/2007
FORGARIA Presentate le osservazioni del Comune: «Perchè il Sic non corrisponde al parco naturale?»
Cimpello-Gemona, chiesto un altro tracciato

Forgaria - Facendo proprie le serie preoccupazioni sul danno ambientale che potrebbe deriverebbe sull'oasi dei laghetti di Cornino (ex cava Pakar) con la prevista arteria Cimpello-Gemona, l'Amministrazione civica di Forgaria ha predisposto un pacchetto di osservazioni sul PTR (Piano Territoriale Regionale) da presentare quanto prima all'attenzione dei vertici della regione. Il primo punto in discussione è il tracciato proposto dal PTR ma la Giunta comunale, il Consiglio nonchè una qualificata rappresentanza di cittadini forgaresi interessati alle politiche di pianificazione, gestione e valorizzazione del territorio, ritengono che se venisse attuato arrecherebbe danni "gravissimi" ad una delle aree di valore ambientale più pregiate e spendibili del territorio comunale. Nei piani dell'Amministrazione civica i laghetti Pakar (sono stati acquisiti proprio recentemente) rientrano in un fulcro di attività mirate ad incentivare l'interesse turistico per la zona, assieme ad "albergo diffuso" su Monte Prat, la Riserva Naturale del lago di Cornino ed il Parco culturale di Castelraimondo. "Chiediamo quindi una soluzione di tracciato meno impattante di quello proposto dal PTR - afferma il vicesindaco di Forgaria, Pierluigi Molinaro - La nostra proposta è che l'attraversamento del Tagliamento venga fissata più a valle e con tracciati viabili attraverso aree di minor pregio ambientale". Un'altra osservazione critica al PTR riguarda tutti i vincoli e le indicazioni di perimetrazioni paesaggistiche e naturalistiche che si sono venute sovrapponendo negli ultimi anni e che incombono sul territorio comunale. Ad d'esempio non è facile capire perchè il perimetro del SIC (Sito d'Interesse Comunitario) non corrisponda a quello della Riserva naturale, nè perchè l'ambiente naturale del Tagliamento, risulti chiazzato a pelle di leopardo, con perimetrazioni diverse, raramente coincidenti e sovrapposte, e che producono sempre ostacoli alla pianificazione locale e all'uso del territorio. Vincoli che si alterano per far passare una superstrada, o per scavare casse di espansione , ma che si richiudono prontamente creando mille difficoltà alle esigenze dell'Amministrazione comunale, di proporre sbocchi operativi e pragmatici alla propria economia di piccola scala. Da Forgaria parte perciò la proposta di valutare sulla materia, anche in sede normativa, una semplificazione razionale, al fine di ottemperare unitamente all'esigenza di tutela del territorio.
Ivano Mattiussi


da Il Gazzettino del 16/12/2007
Dal consiglio "no" alle casse di espansione e ai vincoli per il centro. Si chiede invece sostegno all'agroalimentare
Il Comune "corregge" il piano territoriale della Regione

San Daniele - Il Comune di San Daniele ribadisce il "no" alle casse di espansione per la messa insicurezza del Tagliamento, mentre per quanto riguarda il vincolo ambientale previsto dal Ptr (Piano territoriale regionale) ne chiede una riduzione. Sono le principali osservazioni che il consiglio comunale, su proposta delle commissioni urbanistica e lavori pubblici, porterà all'attenzione dei vertici della Regione. San Daniele è da sempre in decisa opposizione al progetto delle "casse ", assieme ai Comuni di Ragogna, Pinzano, Dignano e Spilimbergo. Ma il sindaco Marco Pascolini, rileva come sul Piano territoriale regionale continuino a venire citate nonostante le vibrate e ripetute proteste che si sono succedute nel tempo, non solo da parte delle popolazioni dei cinque Comuni direttamente interessati, ma pure di diversi altri coe la provincia di Udine e quella di Pordenone.«Dopo gli ultimi eventi che hanno visto la Regione passare il pallino delle decisioni al Governo - afferma il sindaco Pascolini - chiediamo che il progetto "casse " non sia ufficializzato sul Ptr». Altro punto ribadito dal Piano territoriale regionale e che riguarda proprio San Daniele, è l'eccessivo vincolo ambientale previsto per tutto il centro cittadino. Il consiglio comunale lo ritiene eccessivo e soprattutto penalizzante per la popolazione per via dei lunghi tempi burocratici per le concessioni. È il motivo per cui ha chiesto che il vincolo ambientale venga limitato al solo centro storico.Altra osservazione portata all'attenzione della della giunta Illy riguarda le cosiddette "zone di sviluppo" sulle quali la Regione intende investire e che non comprendono l'Agroalimentare sandanielese. Fra i provvedimenti ratificati dall'assemblea civica, figurano il regolamento sul nido d'infanzia comunale nonchè la costituzione di un gruppo di lavoro interdisciplinare, per analisi e valutazione in ordine all'acquisizione del teatro "Teobaldo Ciconi".Nell'intervallo di seduta s'è svolto il cerimoniale di consegna dei riconoscimenti agli atleti segnalatisi dell'Associazione sportiva bocciofila San Daniele. La compagine del presidente, Valentino Cescutti, è infatti reduce di una stagione memorabile nel campionato di serie A. Cinque propri atleti possono vantare di avere vinto i titoli nazionali 2007 per categoria; Andrea Alto nell'individuale mentre il titolo italiano a squadre è andato a Davide Cumero, Bruno Cainero, Denis Zambon e Dino Di Fant.
Ivano Mattiussi


da Il Gazzettino ed.Ud di domenica 23 settembre 2007
TAGLIAMENTO «La giunta regionale ha travisato i lavori della commissione»
Ricorso Wwf per le casse
Presentato al Tribunale superiore delle acque pubbliche

Udine - Agli uffici della Regione è già stato notificato e in questi giorni sarà depositato al tribunale superiore della Acque pubbliche. Si tratta del ricorso proposto dal WWF Italia contro la delibera della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia n.1306 del 1 giugno 2007 di approvazione del progetto preliminare relativo alla realizzazione delle opere per la laminazione delle piene nel medio corso del fiume Tagliamento. Il riferimento è chiaro e porta direttamente al progetto delle tre casse d'espansione , più altri manufatti in cemento nel sito d'importanza comunitaria "Greto del Tagliamento" tra il ponte di Pinzano a monte e il ponte di Dignano a valle, il cui impatto per gli ambientalisti e per le amministrazioni del Comuni rivieraschi comporterebbe un impatto e un sicuro pregiudizio ad habitat fluviali plurivincolati. Il Wwf nel ricorso denuncia l'eccesso di potere della delibera della Giunta per aver completamente travisato i reali esiti della Commissione regionale Lavori pubblici che esaminato il progetto. «Durante l'ultima riunione di quella commissione- ricorda il Wwf -venne espresso parere sfavorevole al progetto preliminare da parte della maggioranza, tra cui i cinque sindaci dei comuni interessati e dal rappresentante della Soprintendenza dei beni architettonici e per il paesaggio» Da qui la convinzione per l'associazione ambientalista dell'«evidente illegittimità dell'approvazione e della successiva autorizzazione di spesa pari a quattro milioni di euro, senza preoccuparsi minimamente di motivare tale decisione». Amara la conclusione del Wwf: «Si sono persi altri cinque anni in cui si sarebbero potuti fare passi in vanti verso una soluzione sostenibile del problema, lavorando a scala di bacino, tenendo conto delle esperienze europee più avanzate e degli indirizzi comunitari».


da Il Gazzettino ed.Ud di sabato 22 settembre 2007
LATISANA
Alluvione del 27 maggio, i cittadini mettono sotto accusa sistema fognario e manutenzione dei canali

Latisana - Sistema fognario obsoleto e cattiva manutenzione dei canali: per i cittadini latisanesi intervenuti al primo incontro organizzato dall'Amministrazione comunale giovedì sera al polifunzionale sono questi gli aspetti che hanno contribuito agli allagamenti del 27 maggio. Nemmeno i dati statistici e le formule matematiche utilizzate dai tecnici e dagli ingegneri per spiegare l'eccezionalità della portata dell'evento meteorico che si è abbattuto sulla città - e per il quale è stato tra l'altro riconosciuto lo stato di calamità naturale - è servito per convincere totalmente i presenti. Per loro infatti se i canali del Consorzio di bonifica fossero sottoposti ad una manutenzione continua, se gli impianti idrovori avessero funzionato correttamente e se non fossero stati realizzati alcuni interventi urbanistici, i danni arrecati dall'eccezionale ondata di maltempo sarebbero stati minori. Il sindaco Micaela Sette, dopo aver stemperato gli animi dei più arrabbiati, ha tranquillizzato i partecipanti all'incontro: «Se vi sono delle responsabilità da parte di qualcuno - ha infatti affermato il primo cittadino latisanese - state certi che saranno individuate, in quanto è in corso un'indagine della Procura dopo che le associazioni ambientaliste che si oppongono alla realizzazione delle casse di espansione sul fiume Tagliamento hanno presentato un esposto per accertare eventuali responsabilità». «Noi - ha rincarato Micaela Sette - siamo tranquilli perché sappiamo di aver fatto tutto ciò che era possibile con i mezzi che avevamo a disposizione ma l'evento che ci ha colpito è stato imprevedibile e di portata eccezionale». Quanto infine alle modalità e alle tipologie dei risarcimenti, il sindaco ha confermato che è necessario attendere l'emanazione del regolamento attuativo e l'indicazione dell'entità dei finanziamenti regionali e statali che saranno contenuti nelle prossime finanziare. A giorni comunque si conoscerà l'importo della prima trance dei finanziamenti regionali stanziati alla protezione civile per avviare i primi interventi urgenti per la messa in sicurezza idraulica del territorio. A Paludo il prossimo appuntamento con la cittadinanza il 24 settembre presso le scuole di via Tisanella alle ore 20.30. A.B.


da Il Gazzettino Online di giovedì 20 settembre 2007

LATISANA Votato all'unanimità l'ordine del giorno che dà mandato al sindaco di incalzare il governo di Trieste
«Sicurezza, non si perda tempo»
Tagliamento, consiglio comunale compatto nel sollecitare la Regione a procedere

Latisana - In attesa di conoscere gli esiti dell'incontro convocato dall'assessore regionale all'ambiente Moretton con le comunità interessate all'attuazione del piano sicurezza del Tagliamento in programma a Udine il 18 settembre, a Latisana si ribadisce la necessità di procedere con le opere previste per la messa in sicurezza della città. Votato all'unanimità l'odg che dà mandato al sindaco Micaela Sette di esprimere il disagio e la preoccupazione per un'eventuale messa in discussione degli interventi previsti nel piano stralcio per la messa in sicurezza del fiume. Il consiglio comunale latisanese si oppone all'ipotesi di riapertura del Piano e richiede urgentemente alla Regione che siano stanziati i fondi per completare i lavori di diafframatura degli argini relativi al basso corso. In merito invece alle opere di laminazione previste nel medio-alto corso del fiume, il consiglio comunale richiede che l'iter procedurale avviato, dopo scelte progettuali che al tempo furono condivise con le popolazioni interessate, prosegua, in quanto tali interventi sono indispensabili per garantire la sicurezza dei cittadini, del territorio e delle attività insediate nel basso corso del Tagliamento. Il consiglio ha rilevato anche la necessità che a queste opere siano affiancati ulteriori interventi come il sollevamento del ponte ferroviario, la costante manutenzione dell'alveo di cui si dovrà definire chiaramente la responsabilità per la costante manutenzione. La posizione espressa da entrambi gli schieramenti politici è univoca: Latisana non può consentire che dopo oltre quarant'anni d'attesa di vedere riconosciuto un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito, venga perso altro tempo. La comunità infatti non ha mai richiesto specificatamente la realizzazione delle casse d'espansione , si è ribadito nella discussione di ieri sera , sottolineando come queste opere rappresentassero un'alternativa alla diga che i progettisti avevano indicato come la soluzione migliore per risolvere la questione sicurezza Tagliamento. E se l'ipotesi prospettata in questo ultimo periodo dovesse concretizzarsi bloccando l'iter procedurale per la realizzazione delle casse di espansione , Latisana avverte: «Il progetto della diga, come dice il Piano Stralcio approvato dall'autorità di bacino, è quello che garantisce la maggior sicurezza».
Alessandra Berti




da Il Gazzettino ed.Ud di mercoledì 19 settembre 2007
CASSE, SIT-IN SOTTO LA REGIONE

Spilimbergo - Nemmeno la pioggia battente ieri pomeriggio è riuscita a fermare la protesta contro le casse di espansione sul Tagliamento. Non ha bloccato i manifestanti neanche il fatto che il clamore dei campanacci e delle raganelle giungesse solo alle orecchie dei pochi impiegati presenti nella sede della Regione in via San Francesco, a Udine, a quell'ora, visto che l'assessore Moretton aveva comunicato che la riunione con i sindaci dei comuni rivieraschi non avrebbe avuto luogo. Il rinvio dell'incontro ha creato qualche corto circuito nella comunicazione con gli "Amici del Tagliamento" che attraverso Franca Padretto annunciavano uno slittamento della protesta, in concomitanza con la nuova convocazione di Moretton, e il comitato di Ragogna che invece non ha inteso fermare la macchina organizzativa del sit in nel capoluogo. Tutti i presenti concordi comunque che questa scelta differente non rappresenta un momento di divisione all'interno del movimento contrario alle casse : «Qui non ci sono solo quelli di Ragogna - dice il sindaco Daffara - ma anche degli altri Comuni, perchè non vogliamo che si pensi ad un ammorbidimento della nostra lotta». Ma alcuni termini sono cambiati e gli oratori, che prendono la parola davanti a circa un centinaio di persone sotto gli ombrelli, intendono sottolinearlo. Non può essere sottaciuto infatti che la decisione di delegare al governo, una precisa risposta per quanto riguarda la sicurezza del fiume, pone i comitati di fronte a una prospettiva nuova. «Tenteremo di "incunearci" in questa che consideriamo un'apertura del presidente Illy - afferma ancora il sindaco Daffara - ma resta ferma la nostra opposizione al progetto» Altro punto dolente i rapporti con Latisana: «Ancora una volta- conclude il sindaco, polemizzando apertamente con il consiglier regionale Galasso- siamo qui a riaffermare il diritto di Latisana alla sicurezza. Ma questa non passa con il disastro ambientale della nostra zona, ma con un piano specifico per la Bassa». Andrea Valcic


da Il Gazzettino ed.Ud di mercoledì 19 settembre 2007
Ieri pomeriggio a Roma l'incontro con i parlamentari.
Per l'opposizione era presente il solo Contento
Protocollo romano per lo sviluppo
Al Governo si chiedono tempi rapidi sulle infrastrutture ma anche garanzie per l'ambiente

Roma - Grandi infrastrutture, ambiente, sviluppo montagna, istruzione e fiscalità: sono alcuni degli argomenti contenuti nella bozza di atto aggiuntivo con cui il Friuli Venezia Giulia intende aggiornare il protocollo d'intesa Governo-Regione, siglato un anno fa. La bozza è stata discussa ieri a Roma, in una riunione tra Illy e i parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia. Per quanto concerne il trasferimento alla Regione delle funzioni relative alle concessioni sulle aree demaniali marittime, Illy ha precisato che il passaggio delle competenze alla Regione sull'area del Porto Vecchio di Trieste sarebbe temporaneo, in vista del trasferimento al Comune. Quanto alle questioni fiscali si chiede di poter modificare «con legge regionale gli elementi sostanziali e formali rilevanti ai fini della determinazione dell'imposizione fiscale e tributaria il cui gettito spetta in tutto o in parte alla Regione stessa». All'incontro erano presenti i parlamentari di maggioranza Strizzolo, Pertoldi, Pegorer e Siniscalchi, mentre l'opposizione era rappresentata dall'esponente di An Contento (altri non avrebbero gradito l'invito di Illy a documento di fatto già pronto). La riunione di ieri è servita ad affinare il testo dell'Atto aggiuntivo, con approfondimenti e proposte. È stato chiesto, inoltre, di sostenere, a Roma, le richieste contenute nel documento. Strizzolo ha proposto di considerare la possibilità di inserire anche l'impegno del Governo per il riconoscimento di Cividale come patrimonio Unesco e per le trasmissioni Rai in friulano. Alla richiesta di Contento sul perchè si chieda la conferma del piano stralcio per il Tagliamento, Illy ha spiegato che alla luce della volontà del ministro all'Ambiente di rivedere il piano per le casse d'espansione , ci sia la necessità di ottenere chiarezza sull'argomento. «Ci attende un grande lavoro - ha commentato Pegorer - l'obiettivo è di fare squadra per ottenere quanto più possibile». «Temi come le infrastrutture o la gestione delle risorse finanziarie - hanno osservato Strizzolo e Pertoldi - sono importanti per lo sviluppo del sistema regionale».


da Il Gazzettino ed.Ud di martedi 18 settembre 2007
Patto con il Governo, ecco le novità
Nel protocollo il commissario per la terza corsia dell'A4 e la questione Tagliamento

Trieste - Un incontro per far fronte comune in vista dell'aggiornamento del protocollo che l'amministrazione regionale ha stipulato l'anno scorso con il Governo. Oggi pomeriggio, a Roma, il presidente della Regione Riccardo Illy incontrerà i parlamentari di maggioranza e opposizione eletti in Friuli Venezia Giulia per discutere dei possibili argomenti da inserire nel documento aggiuntivo che intende sottoporre all'attenzione del premier Romano Prodi e del Consiglio dei ministri. A deputati e senatori, Illy chiederà da una parte consigli e osservazioni sulla bozza di documento e dall'altra un sostegno, in sede parlamentare, alle iniziative che Regione e Governo metteranno in atto per portare a compimento gli eventuali obiettivi prefissati. Non è un mistero che tra questi, il presidente della giunta intende anche inserire la possibilità per la Regione di acquisire maggiori competenze in materia di gestione dell'istruzione, anche in modo graduale. Ma oltre a ciò e alla questione della gestione del sistema portuale, altri punti stanno a cuore all'amministrazione.

CASSE DI ESPANSIONE .Con riferimento al Piano stralcio per la sicurezza idraulica del fiume Tagliamento, adottato dal Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino nel 2000, la richiesta è che - sia in relazione alla specifica competenza statale in materia, sia in relazione al lungo tempo trascorso dalla relativa adozione, sia in relazione ad imprescindibili esigenze di corretta informazione ai cittadini - la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sentite le competenti strutture Ministeriali, ne confermi l'attualità per quanto riguarda le casse d'espansione , oppure manifesti l'eventuale volontà di modificazione dei contenuti dello stesso, ferme restando le coperture finanziarie.

SITI INQUINATI. Sui siti di Trieste e della laguna di Marano e Grado, l'impegno richiesto è di procedere immediatamente alla riduzione delle perimetrazioni, stralciando i territori a destinazione agricola, concentrando successivamente la ridefinizione ai siti oggetto di effettivo accertato inquinamento. Ferme restando le responsabilità di legge dei soggetti autori dell'inquinamento, il Governo dovrebbe individuare nella prossima legge finanziaria una prima posta a sostegno di interventi atti a migliorare lo stato dei luoghi, oltre che a snellire l'iter burocratico degli interventi.

TERZA CORSIA DELL'A4.Un impegno formale per accelerare l'iter di ampliamento dell'autostrada Venezia-Villesse, con copertura per gli interventi di base nel piano finanziario della concessionaria Autovie Venete Spa e per la parte inerente le interferenze con l'opera ferroviaria in uno specifico intervento finanziario dello Stato e/o di Rete Ferroviaria Italiana. Inoltre la dichiarazione dello stato di emergenza sull'Autostrada A4, nella tratta Quarto d'Altino-San Donà di Piave, e quindi la nomina, (d'intesa o sentite) le Regioni interessate, di un Commissario straordinario, cui demandare anche il coordinamento generale delle diverse tratte interessate.

AQUILEIA.Per assicurare il decollo della fondazione per Aquileia, si chiede di coofinanziare, unitamente alla Regione ed agli altri Enti interessati, direttamente o attraverso la programmazione annuale della società nazionale partecipata, gli interventi che saranno promossi per la valorizzazione e il recupero delle aree archeologiche interessate, nonché per il potenziamento delle infrastrutture ad esse connesse.

FINEST/INFORMEST.Verificata la difficoltà di procedere alla fusione finale tra Finest ed Informest, stante la diversità della natura giuridica dei due soggetti, si punta a concordare sull'opportunità che Informest mantenga esclusivamente l'attività consulenziale, abbandonando quella finanziaria da concentrarsi in Finest. In quest'ottica, la richiesta è che venga individuato, nella Finanziaria del 2008, un nuovo assetto normativo che preveda la possibilità di estensione delle attività dei precitati soggetti non solo verso l'Est Europa, come previsto nel protocollo originario, ma anche ai territori dell'area asiatica.
Loma


da Il Messaggero Veneto Pn del 16 settembre 2007
Forgaria, un altro no alla diga di Pinzano
Gli amministratori di Forgaria: progetto che distrugge il Tagliamento
L'invito ai colleghi di Latisana: prendete in esame le alternative proposte da fior di professionisti

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da Il Messaggero Veneto Pn del 15 settembre 2007
Ragogna: diga di Pinzano
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da Il Messaggero Veneto Pn del 15 settembre 2007
Ragogna
Pradetto: il sindaco Sette si occupi dei problemi che ha nel suo territorio

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da Il Messaggero Veneto Pn del 14 settembre 2007
In marcia per difendere il fiume
Successo dell'escursione lungo il corso del corso d'acqua sempre più minacciato dall'uomo
Tre giorni da Forni a Ragogna con "Assieme per il Tagliamento"

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da Il Gazzettino Online del 4 settembre 2007
AMBIENTE E VIABILITÀ
La Regione chiede al Wwf una maggiore collaborazione

Trieste - Il superamento delle attuali "difficoltà di comunicazione" accompagnato da un ampliamento della collaborazione tra Regione e Wwf nel conseguimento di un più adeguato equilibrio del trasporto modale in regione, oltre che nella gestione e nella messa in rete dei parchi e delle riserve naturali del Friuli Venezia Giulia. È quanto ha proposto ieri il presidente Riccardo Illy al segretario generale del Wwf Italia Michele Candotti. Toccato il tema delle casse di espansione sul Tagliamento, dove «preferiremmo - ha detto - avere il Wwf alleato piuttosto che avversario, dal momento che l'interlocutore è il ministero dell'Ambiente e la Regione ha un mero ruolo di esecutrice della volontà dello Stato», Illy ha parlato della realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità. «Mi aspetterei - ha sostenuto - che il Wwf dichiarasse di vedere positivamente una nuova linea ferroviaria che consenta di sgravare il traffico su strade e autostrade, pur chiedendo un tracciato e modalità costruttive che siano di minor impatto ambientale possibile». Il presidente ha quindi sottolineato il preoccupante aumento di traffico - del 10 per cento all'anno - sulle autostrade della regione ed in particolare sulla Trieste-Venezia, incremento su cui pesa sostanzialmente il traffico pesante che «non è nè originato nè destinato all'Italia. Anche su questo - ha aggiunto Illy - mi piacerebbe avere alleato il Wwf nel reclamare una modifica del sistema tariffario per i mezzi pesanti, raddoppiandolo perlomeno nelle ore diurne». Candotti ha dichiarato la sua disponibilità ad «incontrarsi ai tavoli opportuni» e ha chiesto al presidente Illy di considerare le proposte del Wwf alla stregua di «indicazioni su situazioni che di solito si sviluppano anni dopo». Ha quindi concordato sull'emergenza traffico, proponendo di mettere a disposizione della Regione «una proposta molto strutturata e dotata di dati, cifre e modelli» elaborata dal Wwf nazionale.


da Il Gazzettino Online del 22 agosto 2007
Convocato per il 18 settembre
Casse d'espansione Un vertice a Udine

Spilimbergo - Il clima intorno alle opere di laminazione delle piene del Tagliamento è diventato pesante e ostacola l'approvazione del progetto. È il motivo per cui il vice presidente regionale Gianfranco Moretton ha convocato 34 tra amministratori e funzionari pubblici per fare il punto della situazione sulla sicurezza idraulica del fiume. L'incontro è fissato per il 18 settembre, alle 15, nella sede della Regione in via San Francesco a Udine. Nella lettera Moretton, dopo aver preso atto del dibattito sempre acceso che ormai anima la discussione sulle casse di espansione , riconosce che il clima creatosi intorno alle opere in questione «ostacola pesantemente l'iter procedurale di approvazione del relativo progetto. A tale riguardo si evidenzia che varie azioni sono state intraprese nelle opportune sedi del Governo nazionale e della Commissione europea, da parte di soggetti che contestano le scelte del piano stralcio». Il riferimento è alle associazioni ambientaliste e in particolare ad Acqua, che più decisamente ha imboccato la strada dei ricorsi a tutti i livelli. «L'amministrazione regionale continua Moretton a più riprese ha manifestato il proprio intendimento di perseguire la realizzazione dell'opera, ma deve tuttavia tenere conto delle obiettive difficoltà che il percorso riserva in futuro, le quali verosimilmente non consentono di ipotizzare tempi brevi per addivenire all'effettivo inizio dei lavori». Di qui la decisione di convocare una riunione per decidere le misure da adottare nel frattempo per la sicurezza idraulica del Tagliamento. Invitati i sindaci di Latisana, Ronchis, Varmo, Camino, Codripipo, Sedegliano, Flaibano, Degnano, San Daniele, Ragogna, San Michele, Morsano, San Vito al Tagliamento, Valvasone, San Martino, San Giorgio della Richinvelda, Spilimbergo e Pinzano, oltre a Province, prefetture, Autorità di bacino, Magistrato delle acque e amministratori e funzionari regionali del Friuli e del Veneto. Immediata la replica dell'associazione Acqua, che con una controlettera ha chiesto che alla riunione siano invitate anche tutte le organizzazioni stakeholder (portatrici di interesse) riconosciute.
Claudio Romanzin


da Il Messaggero Veneto Pn del 9 agosto 2007
Latisana, da settembre i lavori sugli argini
Previsto un allargamento dell'area golenale del Tagliamento vicino al campo sportivo

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da Il Gazzettino Online di Martedì, 7 Agosto 2007
Tagliamento, gestione a scala di bacino

Ragogna - Per il Tagliamento è necessaria una gestione a scala di bacino: è quanto emerso dal secondo Workshop Alpino Internazionale-Tagliamento 2007, svoltasi a Ragogna per iniziativa del Wwf, dell'università di Erfurth (Germania) e del Comune di Ragogna. Nello stesso workshop, l'organizzazione ambientalista ha chiesto che il Ministero dell'Ambiente abroghi il decreto del presidente del consiglio che nel 2000 approvò il piano per la realizzazione di casse di espansione lungo gli argini del fiume.
Durante i lavori - ha riferito il Wwf con una nota - è stata ribadita l'importanza del Tagliamento come sistema fluviale di riferimento per il ripristino di altri grandi corsi d'acqua.

da Il Gazzettino Online di Martedì, 7 Agosto 2007
lettera : Tagliamento principe dei fiumi
In questo mese di agosto si terranno a Udine e in Carnia due manifestazioni, una organizzata dal Wwf e l'altra dal Comitato "Assieme per il Tagliamento" per sensibilizzare e informare il pubblico sul valore assunto dal fiume Tagliamento dopo gli studi idrobiologici compiuti da gruppi di esperti di università tedesche, svizzere e inglesi, i quali l'hanno definito "principe dei fiumi europei" per la naturalità che conserva, assurta a modello di riferimento onde procedere alla rinaturalizzazione dei fiumi artificiali, stravolti dalla cementificazione. D'accordo su questa impostazione, dobbiamo però, in tutta franchezza, sollevare una riserva che non è irrisoria ma una realtà che salta subito agli occhi, da noi denunciata sui giornali e alle Autorità preposte non poche volte: la mancanza totale dell'acqua in 60 km. (prima erano 80) di greti nell'alto e medio bacino del Tagliamento, a monte di Tolmezzo. A questo disastro ecologico e paesaggistico, non annunciato come le famigerate casse di espansione , ma perdurante in generale da cinquant'anni e oltre, si è voluto rimediare, il 27 novembre 2001 (data storica), con la nota legge regionale n. 28 detta salvafiumi, che, per tagliare corto con le lungaggini escogitate ad arte e in barba a una ventina di leggi e decreti riguardanti il rilascio obbligatorio del minimo deflusso vitale, stabilisce, in via provvisoria e inoppugnabile, un quantitativo precisato in 4 litri al secondo per kmq di bacino sotteso, dovendo «comunque essere garantita la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate». Più chiaro di così! Anche in presenza di questa norma, dalla quale non si può sgattaiolare con i soliti trabocchetti ingegneristici, il Tagliamento, e tutti i suoi affluenti ugualmente interessati da prelievi devastanti, rimane in larghissima parte privo d'acqua fluente necessaria al ritorno della originale naturalità così magnificata dai citati esperti transalpini, che non possono averla riscontrata nei tratti derivati. I corsi in secca (26 su 32) che assommano, come già detto, a 60 km, attendono anch'essi un titolo nobiliare, almeno quello di baronetti. Se questi egregi studiosi si degnassero di prenderne atto e di richiedere, quali cittadini europei e per di più esperti in materia, l'applicazione istantanea del rilascio previsto, darebbero certamente maggiore aiuto alle aspettative di tutta la popolazione della Val Tagliamento che pretende da sempre il ritorno dell'acqua, della vita, della balneabilità, della pesca. Intanto confidiamo nell'operato della Magistratura alla quale abbiamo esposto i danni che il volutamente mancato rilascio continua a provocare principalmente in loco e poi nell'intero bacino, in aperto dispregio del diritto ambientale, che si sa bene perché ai carnielli si può fare a meno di garantire: perché riserva di truppe coloniali.
Bruno Tassotti
ex-presidente Italia Nostra sezione Carnia


da Il Gazzettino Online di Mercoledì, 1 Agosto 2007
Tagliamento, un workshop internazionale sull'ecologia del fiume alpino

E' iniziato ieri e si protrarrà fino a mercoledì prossimo il secondo workshop internazionale "International Alpine workshop - Tagliamento 2007", organizzato dall'Università di Erfurt in Germania, in collaborazione con l'Università di Rapperswil (Svizzera), dell'Università di Padova e del WWF. Studenti in scienze ambientali e naturali provenienti da diverse università europee si riuniranno per condurre ricerche di ecologia fluviale sotto la direzione di esperti di livello internazionale quali il professore Norbert Mller, Sascha Abendroth e Norbert Grosser dell'Università di Erfurt, e Nicoletta Toniutti del WWF Italia. Il fiume Tagliamento si distingue infatti per la presenza di alcuni elementi fondamentali, non più osservabili altrove, che sono oggi al centro di avanzati studi di ecologia fluviale: possiede un'ampissima piana alluvionale ove permangono inalterati processi idrogeologici, morfologici ed ecologici caratteristici di un ecosistema fluviale naturale e si caratterizza per un'elevata ricchezza di specie e di habitat (di particolare rilievo la presenza di numerose isole vegetate). Oltre a ciò funge da corridoio naturalistico, consentendo continuità ambientale tra montagna e pianura. «Mentre nella Regione Friuli Venezia Giulia si progetta la sua distruzione con la realizzazione delle inutili casse di espansione e la progressiva artificializzazione dei suoi tributari - rileva il Wwf - nel resto d'Europa viene considerato il più importante sistema fluviale di riferimento per lo studio finalizzato al ripristino di altri grandi corsi d'acqua, in accordo con l'applicazione della Direttiva Europea 2000/60/CE, meglio nota come "Direttiva Quadro Acqua"». L'obiettivo del Workshop è quello di mettere in contatto studenti di Scienze naturali ed ambientali di diverse università europee, facendogli compiere assieme ricerche sull'ecologia del fiume (in particolare su associazioni vegetazionali, flora e fauna). Verranno fatte analisi sulla biodiversità (su specie, habitat e organismi di nuova colonizzazione) lungo tutta l'asta del fiume, consolidando e accrescendo così la conoscenza sugli habitat fluviali europei. Verranno anche discusse le problematiche della conservazione e della gestione dell'ecosistema Tagliamento. Domenica alle 17 si terrà, al castello di Ragogna, la presentazione ufficiale del Workshop, in cui interverranno gli esperti Norbert Mller, Sascha Abendroth, Norbert Grosser e Nicoletta Toniutti. Con l'occasione verranno esposti i poster esplicativi e riassuntivi dei lavori prodotti dagli studenti durante il primo Workshop.


da Il Gazzettino Online di Lunedì, 30 Luglio 2007
WORKSHOP- Ecologia fluviale, università e Wwf studiano il Tagliamento

Prende il via oggi - e durerà sino all'8 agosto - il secondo workshop internazionale "International Alpine workshop - Tagliamento 2007", organizzato dall'Università di Erfurt in collaborazione con gli atenei di Rapperswill e Padova e con il Wwf. Studenti in Scienze ambientali e naturali provenienti da diverse università europee si riuniranno per condurre ricerche di ecologia fluviale sotto la direzione di esperti di livello internazionale. Il Tagliamento si distingue infatti per la presenza di alcuni elementi fondamentali, non più osservabili altrove, che sono oggi al centro di avanzati studi di ecologia fluviale: possiede un'ampissima piana alluvionale dove permangono inalterati processi idrogeologici, morfologici ed ecologici caratteristici di un ecosistema fluviale naturale e si caratterizza per un'elevata ricchezza di specie e di habitat (di particolare rilievo la presenza di numerose isole vegetate). Oltre a ciò funge da corridoio naturalistico, consentendo continuità ambientale tra montagna e pianura. «Mentre purtroppo in regione si progetta la sua distruzione con la realizzazione delle inutili casse di espansione e la progressiva artificializzazione dei suoi tributari - rileva il Wwf - nel resto d'Europa viene considerato il più importante sistema fluviale di riferimento per lo studio finalizzato al ripristino di altri grandi corsi d'acqua, in accordo con l'applicazione della Direttiva Europea 2000/60/CE, meglio nota come Direttiva Quadro Acqua». Il workshop verrà presentato ufficialmente il 5 agosto, alle 17, nel Castello di Ragogna dove, dal 1. all'8 agosto verranno esposti i poster riassuntivi dei lavori prodotti dagli studenti durante il primo Workshop, tenutosi lo scorso anno.


da Il Messaggero Veneto
Pn del 28 luglio 2007
San Daniele . Dopo l'approvazione della giunta del progetto preliminare, si va verso uno stop dei lavori previsti per il Tagliamento
<Sulle casse di espansione decide il ministro>
I'onorevole Francescato: l'opera riguarda due regioni, quindi è competente il governo
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da Il Messaggero Veneto Pn del 27 luglio 2007
San Daniele . I'onorevole Francescato oggi a San Daniele
Casse di espansione, questa sera il dibattito organizzato da Assieme per il Tagliamento
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da Il Gazzettino Online di Giovedì, 26 Luglio 2007
«Una valutazione nazionale per le casse sul Tagliamento»
SAN DANIELE- L'ha dichiarato il ministro Pecoraro Scanio in un incontro con il vicepresidente della giunta Moretton


Dignano - Il problema della casse d'espansione sul Tagliamento è entrato ieri nei colloqui che il ministro all'ambiente Pecoraro Scanio ha avuto con i vertici regionali.
«Abbiamo chiesto - ha dichiarato il vicepresidente della giunta Gianfranco Moretton - che possa venire raggiunto un punto di mediazione per trovare equilibrio tra la salvaguardia dei territori dal pericolo di alluvioni e tra l' attenzione alle tematiche ambientali». Da parte sua il Ministro ha sottolineato che «è già stata attivata una valutazione di impatto ambientale nazionale , in quanto l'opera interessa due regioni, e sono state date le prescrizioni necessarie per migliorare l'opera, che ormai - ha concluso - appariva già datata»«È chiaro che a questo punto la partita si gioca con il premier Prodi e con il ministro - afferma il sindaco di Ragogna, Daffarra - che quando venne in visita a Pinzano dichiarò testualmente che se il suo partito fosse entrato nel Governo, le casse non si sarebbero fatte». Nel frattempo per tenere desta l'attenzione contro il progetto "casse ", l'associazione Assieme per il Tagliamento ha organizzato per oggi un incontro in programma alle 20,30 nella sala congressi del Monte di Pietà di San Daniele. Segue di pochi giorni uno analogo svoltosi a Villuzza a cura del "Comitato Contro le Casse di Espansione" di Ragogna. A quello di San Daniele con Maria Grazia Francescutto, in qualità di esponente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, interverranno il sindaco, Marco Pascolini, per spiegare le azioni intraprese dai cinque sindaci interessati al progetto, Gianpiero Contardo, per illustrare il progetto "casse " e Maurizio Rozza con una relazione sugli aspetti ambientali e giuridici del problema. Come rileva la presidente del comitato di di "Assieme per il Tagliamento", Franca Pradetto, nell'occasione si farà il punto su cosa è esattamente avvenuto con la decisione della Giunta regionale di affidare la progettazione esecutiva delle opere al magistrato delle acque di Venezia, quali sono le conseguenze potenziali per l'iter del progetto e come l'associazione si è mossa in seguito a quello che definisce un "grave fatto". Al proposito viene ritenuto decisivo quanto accadrà nei prossimi due mesi.
Ivano Mattiussi



da Il Gazzettino Online di Venerdì, 20 Luglio 2007
SAN GIORGIO DI NOGARO -
Dal Consiglio regionale uno stop al vetrificio

I lavori della terza giornata di Consiglio regionale hanno portato ieri alla approvazione del disegno di legge sulla approvazione dell'assestamento di bilancio con i 28 voti a favore della maggioranza e del presidente Riccardo Illy, contrastati dai 14 espressi dall'opposizione e della consigliera Battellino. Tra gli spunti di rilievo che hanno corredato i lavori in Aula spiccano due ordini del giorno. Il primo porta la firma del consigliere Alessandro Metz dei Verdi, con il quale si impegna la Giunta a sospendere l'iter autorizzativo legato alla vetreria dei San Giorgio di Nogaro (una vicenda che rischia di essere simile a quella del cementificio di Torviscosa) in attesa sia applicata pienamente la norma regionale sulla tutela dell'inquinamento atmosferico: «Ordine del giorno (passato con il voto trasversale della Sinistra e dell'opposizione, ndr.) che risponde a delle logiche ben precise e che porta in campo il ruolo del Consiglio - ha espresso Kristian Franzil di Rifondazione - Ora vige l'impegno, non un semplice richiamo o auspicio per la Giunta. Il tema ambientale resta prioritario - ha aggiunto Franzil - e nel caso della vetreria di San Giorgio sono già emerse tutte le problematiche che avevano caratterizzato a suo tempo il caso del cementificio di Torviscosa. È un segnale importante della sinistra radicale per la questione ambientale e, ripeto, per il ruolo del Consiglio stesso». Respinto invece l'ordine del giorno legato alla salvaguardia del Tagliamento dove si impegnava la Giunta a sospendere ogni procedura autorizzativi relativa alla realizzazione delle casse di espansione. Il documento portava la firma dei leghisti Follegot, Guerra, Violinp e Franz, di Tonutti e Menis (Margherita) Metz (Verdi) Salvador, Fasan e Molinaro (Udc) Colussi (Cittadini) De Angelis (Prc) e Panontin (Misto). Per Giorgio Baiutti, relatore di maggioranza, la validità della manovra di bilancio, si lega al trend positivo della economia della nostra regione in grado di applicare al bilancio del 2007 ben 230,4 milioni di euro, dei quali 39,5 di avanzo libero: «In netta controtendenza di quanto accade nel resto d'Italia - ha aggiunto Baiutti - con 40 milioni di euro di nuovi trasferimenti al sistema delle Autonomie locali che conseguono un differenziale in positivo di 3-4\% rispetto alle risorse ricevute da Comuni e Province nel 2006». Sul piatto della bilancia il relatore di maggioranza ha inoltre posto l'aumento di risorse per interventi di bonifica della laguna di Marano, per impianti della Bassa friulana, riqualificazione di piazze, scuole, centri storici e chiese.Per Isidoro Gottardo di Forza Italia la variazione di bilancio si tramuta invece in: «Un vero irresponsabile assalto alla diligenza del centro sinistra, incrementando ulteriormente la spesa pubblica. Si sono abbandonati ad una gestione clientelare - ha aggiunto il coordinatore regionale forzista - sperperando risorse che invece rigorosamente dovevano essere destinate al debito pubblico regionale, considerato che in pochi anni di gestione Illy appare triplicato».
Francesco Cardella


da Il Gazzettino Online di Martedì, 17 Luglio 2007
Il Comune fa ricorso al Tar contro le "casse"
SPILIMBERGO Nel testo della delibera della giunta Soresi si legge che «comprometterebbero un'alterazione dell'attuale assetto del fiume e dell'ecosistema»
L'incarico affidato a due studi legali in accordo con i Comuni di Pinzano, Ragogna, Dignano e San Daniele

Spilimbergo - I cinque Comuni del medio Tagliamento non si arrendono e ricorrono al Tar contro le casse. «Preso atto delle iniziative poste in essere dal la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia attraverso le qual i ha manifestato l'intenzione di real izzare sull'al veo del Tagliamento, nel tratto di pertinenza del Comune di Spilimbergo e degli al tri Comuni rivieraschi, delle opre di contenimento delle piene denominate casse di espansione che di fatto comprometterebbero un'al terazione dell'attual e assetto del fiume, compromettendo gravemente l'ecosistema e mortificando in modo irrimediabile le bellezze paesaggistiche, natural istiche e storiche di questo fiume...». Inizia così, quasi come una dichiarazione di indipendenza, il testo della delibera approvato dal la giunta Soresi, che dà il via libera al sindaco per procedere al ricorso davanti al Tribunal e amministrativo regional e. L'iniziativa è coordinata insieme agli al tri Comuni: Pinzano, Ragogna, Dignano e San Daniele; a quest'ultimo è riconosciuto il ruolo di capofila.Il ricorso è in real tà la natural e conseguenza di una decisione già presa tre anni fa, nel giugno 2004, quando le cinque amministrazioni local i avevano deciso di comune accordo che avrebbero resistito «in ogni grado di giudizio» contro ogni provvedimento che la Regione avrebbe adottato per real izzare le casse. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha fatto propendere per il Tar , è la delibera 1306 della giunta Illy, con cui il primo giugno scorso Trieste ha passato al Magistrato delle Acque di Venezia la cura della parte progettual e, per un importo di poco meno di 4 milioni di euro.«A fronte di questo ulteriore provvedimento spiega il sindaco Soresi San Daniele come ente coordinatore ha ritenuto necessario e inevitabile tutelare gli interessi della popolazione, che ravvisa nella real izzazione di questa opera faraonica un gravoso pregiudizio sotto tutti gli aspetti: ambiental i, storici, cultural i, economici e social i. Perciò ha proposto un ulteriore ricorso amministrativo davanti al Tar del Friuli Venezia Giulia nei confronti della Regione». Il patrocinio è stato affidato a due studi legal i: quelli dell'avvocato Luigi Benvenuti del foro di Venezia e dell'avvocato Viviana De Grisogono del foro di Trieste. Quest'ultima decisione si somma a una sfilza di ricorsi già presentati nelle sedi più disparate (dal Tar al la Corte dei Conti, dal Presidente della Repubblica al l'Unione europea, passando anche per gli uffici giudiziari) sia da parte degli enti pubblici che di associazioni e comitati, per cercare di contrastar e la scelta della Regione. Una lotta che va avanti in pratica fin dal 1996, quando la direzione regional e dell'Ambiente propose un invaso di 48 milioni di metri cubi (poi ridotti a 30), proposta ufficial izzata poi nel 1997 con la pubblicazione da parte dell'Autorità di Bacino del Piano stral cio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Tagliamento.
Claudio Romanzin



da Il Messaggero Veneto Pn del 15 luglio 2007
Casse, il Comune ricorre al Tar
Nuova puntata nella "guerra" alle opere di difesa idraulica progettate per il Tagliamento
nel mirino della giunta la delibera di Illy sul piano preliminare

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da Il Messaggero Veneto Pn del 8 luglio 2007
Ambientalisti: Illy contestato sulle "casse"


da Il Messaggero Veneto Pn del 6 luglio 2007
Spilimbergo . Il governatore regionale ieri a Dignano. In discussione anche la Sequals-Gemona - Casse , l' ultima parola a Prodi
Illy: « Il governo confermi il piano o proponga alternative credibili »

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da Il Messaggero Veneto
Ud del 6 luglio 2007
Dignano . « 0 Roma conferma il progetto oppure Io tolga dal piano stralcio » Casse Illy chiama in causa il governo nazionale
di PAOLO MOSANGHINI
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da Il Gazzettino di Venerdì, 6 Luglio 2007
Tagliamento, se ne discuterà con Prodi
Illy a Dignano: «Le casse nel protocollo d'intesa, dal governo vogliamo chiarezza»
Dignano - La tappa compiuta ieri a Dignano dalla Giunta regionale in occasione della sua seduta di turno itinerante, è sicuramente da ricordare, almeno a giudicare dai contenuti emersi nell'incontro che il presidente, Riccardo Illy, ha avuto con il sindaco di casa, Giambattista Turridano, a proposito delllo spinoso nodo "casse di espansione". La "patata bollente" passerà direttamente nelle mani del Ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.Ad una domanda sull'argomento, il presidente Illy ha infatti affermato che nella fase ormai prossima di aggiornamento del protocollo fra la Regione ed il Governo nazionale, sottoscritto lo scorso ottobre, sarà inserito un articolo riguardante la necessità di fare chiarezza sul problema Tagliamento . Nel merito, o il Governo conferma il progetto delle casse di espansione, o le toglie dal piano stralcio, che è legge nazionale, e propone quelle alternative credibili (peraltro invocate a lungo dai cinque sindaci direttamente coinvolti nel progetto nonchè dalle associazioni ambientaliste), per dare soluzione all'esigenza di salvaguardia del territorio e delle persone, in particolare nell'area di Latisana. «Ho proposto a Illy di fare il nuovo passo assieme - afferma il sindaco Turridano - ma mi ha risposto che a suo giudizio siamo portatori di diversi interessi, per cui ognuno segua la propria strada».L'ultima parola spetta dunque al premier Prodi .Un passo ritenuto assai importante, che secondo il primo cittadino di Dignano, chiama in causa il ministro Pecoraro Scanio, a proposito delle contrastanti dichiarazioni da lui rese in campagna elettorale e negli ambienti romani. I cambiamenti climatici, con conseguente aumento della possibilità del ripetersi di dannose alluvioni, impongono urgenza di una soluzione credibile al problema.Il presidente Illy ha anche aggiunto che se le casse di espansione venissero confermate, la Regione ha già chiesto che siano realizzate con il minor impatto possibile sul territorio. In tutti i modi le dichiarazioni rese ieri, hanno lasciato una positiva impressione nell'ambiente politico, e non solo.Nel saluto alla Giunta regionale s'è parlato anche dei problemi sul tappeto a Dignano, ad iniziare dalla sicurezza e della salute dei cittadini in relazione alla viabilità.Il centro del capoluogo è quotidianamente bombardato dal transito di 13 mila mezzi, il 40 \% dei quali pesanti. Un volume pesante che ha reso oltremodo impellente la necessità di una soluziione. Secondo l'assessore regionale alle Infrastrutture, Lodovico Sonego, il problema che è analogo ad altri Comuni della zona, è collegato alla realizzazione della Sequals-Gemona.Il Consiglio comunale di Dignano dissente in blocco per questa soluzione, ritenendola insufficente, nel mentre ritiene più congrua la realizzazione della già nota variante a sud del capoluogo. Ancora in tema vialilità, la regione darà il contributo alla realizzazione della rotonda di Carpacco.Ivano Mattiussi


da Il Gazzettino di Martedì, 3 Luglio 2007
Casse, il "no" della Soprintendenza
A distanza di quasi due anni spunta il testo del parere negativo dei "beni culturali"
Spilimbergo - «Per quanto su esposto, il parere della Soprintendenza non può che essere negativo». Con questa frase che non lascia spazio a dubbi di interpretazione, si conclude la lettera inviata dalla Soprintendenza ai beni culturali alla Regione, in cui esprime il suo parere sulla realizzazione delle casse di espansione sul Tagliamento. La comunicazione risale al 20 ottobre 2005, ma finora non era mai stata resa pubblica. A divulgarla ci hanno pensato gli ambientalisti dell'associazione Acqua, che ne sono entrati in possesso nei giorni scorsi per vie non ufficiali.Il parere era obbligatorio, perché i fiumi, comprese le aree golenali e le sponde sono fino a una fascia di 150 metri da intendersi vincolati per legge e pertanto soggetti alla tutela paesaggistica. «Le casse di laminazione è scritto nel documento firmato dall'architetto Silvano Coletti costituite da manufatti i cemento armato e da arginature di separazione del fiume, affioranti dal greto,per la loro rigidezza sarebbero estremamente impattanti dal punto di vista percettivo, trattandosi di strutture molto estese sia in altezza sul piano delle ghiaie, sia per il grande sviluppo perimetrale. Il fatto poi che le stesse siano previste in numero di tre, disposte serialmente, costituisce un ulteriore elemento di grave pregiudizio al paesaggio tutelato». Il parere prosegue poi con altre valutazioni di tipo paesaggistico, dove si sottolinea il problema dell'impatto negativo dell'opera sul greto del fiume, in un contesto di «rilevanza ambientale di grande pregio». Gli esponenti dell'associazione Acqua, intervenuti recentemente a Latisana per l'apertura di una sezione locale, rappresentata dal perito Ivano De Marchi (è la prima volta che il sodalizio, nato nell'area del medio Friuli, trova consensi anche nella cittadina della bassa), hanno puntato il dito ancora una volta contro la Giunta regionale, confrontando le differenti scelte effettuate nei due casi che coinvolgono lo spilimberghese: la casse e la strada Sequals-Gemona. «Nel caso della strada è stato osservato la Regione ha giustificato la contrarietà al tracciato a nord della collina di Lestans con l'insormontabile parere, pur contrastato e inviso alla popolazione locale, della Soprintendenza . Invece nel caso delle casse di espansione sul Tagliamento il giudizio avverso dei tecnici addetti alla tutela del patrimonio pubblico sembra essere del tutto ininfluente. Due decisioni diverse, ma con un denominatore comune: in entrambi i casi è stata premiata la soluzione più dispendiosa per l'ente pubblico».Ancora più esplicito, in margine all'incontro di La tisana, il presidente Renzo Bortolussi: «Il parere della Soprintendenza , che finora è stato tenuto nei casse tti, costituisce un ulteriore tassello per corredare i documenti che saranno portati all'attenzione della Commissione parlamentare Antimafia, a dimostrazione dei sospetti già espressi nella nostra richiesta di audizione».
Claudio Romanzin



da Il Nuovo Friuli del 15 giugno 2007
Ambiente: I cassoni di Moretton - Si tratta per l'elettrodotto
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da Il Messaggero Veneto Ud del 13 giugno 2007
Ragogna -
Cinque sindaci pronti a dare battaglia contro le "casse"

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da Il Messaggero Veneto Ud del 9 giugno 2007
Dignano . Dopo l'incontro a Roma in arrivo esposto e interrogazione parlamentare dell'on. Francescato
Casse , i comitati: battaglia legale
"Assieme per il Tagliamento" pronta a denunciare la Regione

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da Il Messaggero Veneto Pn del 9 giugno 2007
Casse, esposto alla Corte dei Conti
Nel mirino di Acqua il piano preliminare approvato dalla giunta Illy

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da Il Gazzettino di Venerdì, 8 Giugno 2007
Casse, i sindaci pronti all'azione legale
I primi cittadini del Comuni interessati valuteranno oggi se impugnare la delibera regionale

Dignano - Un incontro interlocutorio quello svoltosi ieri pomeriggio al Ministero dell'Ambiente sulle casse di espansione per la messa in sicurezza del Tagliamento. Aveva per interlocutori una delegazione dell'associazione "Assieme per il Tagliamento", presieduta dalla presidente del proprio comitato, Franca Pradetto, e i funzionari del Ministro dell'Ambiente, interpellati dopo la delibera del progetto "casse di espansione " approvato venerdì scorso dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia. Sugli sviluppi dell'incontro avvenuto nella capitale nel tardo pomeriggio, con il sostegno della parlamentare, Grazia Francescato, non è trapelato molto, ma ciò che più importa alla causa degli ambientalisti friulani è avere ridestato l'attenzione sul problema. Con la delibera di venerdì, per quanto ritenuta un atto dovuto, la giunta Illy ha di fatto innescato un polverone. La vicenda, con molte probabilità, approderà nelle aule dei tribunali. Lo stesso Comitato di Assieme per il Tagliamento, i Comuni rivieraschi direttamente coinvolti nel progetto "casse " di Pinzano, Ragogna, San Daniele, Spilimergo e Dignano, nonchè le diverse associazioni ambientaliste sono al lavoro per contrastare il progetto con ogni mezzo. Un ottimo appiglio sembra essere la violazione dell'articolo 6 della direttiva europea "Habitat", inerente l'obbligo della presa in esame di tutte le soluzioni alternative a quella adottata dall'Esecutivo regionale. Non per nulla i sindaci di Pinzano, Ragogna, San Daniele, Spilimbergo e Dignano, si ritroveranno proprio oggi a Venezia per concordare con il loro legale (Benvenuti) le azioni da intraprendere per impugnare la delibera regionale, sia a livello nazionale che europeo. Secondo le ragioni del no il progetto "casse " devasterebbe in modo irreversibile il fiume, senza peraltro scongiurare le esondazioni nella Bassa. Dal palazzo della regione intanto non manca un'eco del consigliere della Margherita, Paolo Menis: «Quello approvato dalla Giunta Illy è un atto che conclude la prima fase di un iter progettuale - afferma Menis - ma c'è anche da dire che è passato in sordina a vantaggio dei rigassificatori e senza pensare alle conseguenze. In tutti i modi la sorpresa non è l'approvazione del progetto, ma la prosecuzione sul sistema prescelto che è la delegazione amministrativa al magistrato delle acque. Rimango personalmente del parere che la progettazione deve prevedere l'incidenza ed impatto ambientale su tutta l'asta del Tagliamento».
Ivano Mattiussi


da Il Nuovo Friuli dell' 8 giugno 2007
Tagliamento
Casse al via
La giunta regionale approva il progetto preliminare. I sindaci ribadiscono il loro NO

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da Il Messaggero Veneto Ud del 7 giugno 2007
Ragogna. . il primo cittadino sostiene che nulla avrebbe impedito quanto è accaduto a Latisana l' altro fine settimana « Casse , il progetto è superato » il sindaco Daffarra ribadisce la sua contrarietà alla realizzazione
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da Il Gazzettino Udine Online Giovedì, 7 Giugno 2007
Tagliamento : Incontro dei Comitati oggi al ministero
Dignano - Da Roma è atteso per oggi un primo responso sulla posizione del Ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in merito al progetto sulle "casse di espansione" approvato venerdì scorso dalla Giunta regionale.Come già riferito nei giorni scorsi, una delegazione dell'associazione "Assieme per il Tagliamento " è oggi nella capitale per incontrare la parlamentare ambientalista Grazia Francescato e chiedere ai funzionari del ministero dell'Ambiente di prendere posizione sul mancato rispetto di un vincolo di legge sul progetto "casse di espansione". Oggetto del contendere, e se sarà il caso Assieme per il Tagliamento lo farà anche attraverso le vie legali, è l'articolo 6 della direttiva europea "Habitat, inerente l'obbligo della presa in esame di tutte le soluzioni alternative a quella delle casse approvata venerdì scorso.Non risulta che l'Esecutivo regionale lo abbia fatto in sede di approvazione del progetto, e questo ha innescato la prevedibile reazione delle associazioni ambientaliste e di Assieme per il Tagliamento che hanno deciso d'impugnare la decisione della Giunta regionale.Non saranno da meno i sindaci dei cinque Comuni rivieraschi (Pinzano, Ragogna, San Daniele, Spilimbergo e Dignano) direttamente coinvolti al progetto. Da anni stanno conducendo in forma solidale una battaglia mirata a scongiurare un progetto che è considerato uno "scempio" per l'ambiente.In sintonia con "Assieme per il Tagliamento " hanno ripetutamente invocano e con tanto di studi tecnico-scientifici redatti da esperti, la presa in esame di soluzioni alternative alle "casse". Di suo, il sindaco di Ragogna, Mirco Daffarra, si rammarica per i recenti allagamenti avvenuti nella bassa friulana. Ha seguito con apprensione l'evolversi di un evento meteorologico di eccezionale portata, ma quando ha letto le dichiarazioni del Sindaco di Latisana a commento della decisione della Giunta regionale di approvare il contestatissimo progetto delle casse di espansione sul Tagliamento , ha voluto dire la sua. «Di fronte a questo grave, per noi, passo della Giunta regionale, che di fatto attiva ed accelera un procedimento amministrativo, seppure in presenza di molti contrasti, molti dubbi e con possibili alternative molto meno impattanti delle casse - afferma il primo cittadino di Ragogna - sindaci, amministrazioni civiche, Comitati , Associazioni ambientaliste e cittadini, sono tanti, si muoveranno all'unisono per far valere le ragioni di un territorio e di un fiume che il progetto approvato dalla Regione devasterebbe in modo irreversibile, senza peraltro scongiurare la bassa friulana dalle esondazioni. Non siamo contro Latisana ma contro il mancato esercizio del buon senso, della mancanza di umiltà che non fa ascoltare gli altri, dell'arroganza di certe decisioni che passano sopra la testa di tutti. Siamo contro la politica che non ascolta la gente». I cinque sindaci hanno convocato una conferenza stampa per giovedì, 14 giugno, nella quale spiegheranno le iniziative che intendono intraprendere; dalle manifestazioni di piazza, alle udienze su più linee istituzionali a sostegno della causa sia a livello nazionale che europeo. Ivano Mattiussi



da Il Gazzettino Online Udine di Mercoledì, 6 Giugno 2007
Casse sul Tagliamento, Roma ribadisce: «Prevista una doppia garanzia ambientale»
Sulle casse d'espansione sul Tagliamento è giunta ieri una precisazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare che, con un comunicato del Consigliere del Ministro, Andrea Ferrara ribadisce la posizione del Ministero stesso dopo l'avvenuta approvazione in Giunta regionale del progetto preliminare per la laminazione del Tagliamento.
Nella nota il consigliere di Pecoraro Scanio ricorda che nell'incontro avvenuto nel febbraio scorso, alla presenza dell'assessore Moretton e dei suoi funzionari si sia convenuto di procedere con uno studio d'impatto ambientale per la valutazione della progettualità meno impattante per l'ambiente e che successivamente si procedesse con una valutazione di impianto ambientale (Via) nazionale.



da Il Messaggero Veneto Pordenone del 6 giugno 2007
Ribadita a Ragogna la compattezza del fronte del no.
Il via libera della Regione al progetto preliminare è giunto inaspettato
Tagliamento,i sindaci: avanti decisi > Allo studio nuove strategie anti-casse

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da Il Gazzettino Online Udine di Martedì, 5 Giugno 2007
Latisana, il sindaco respinge le accuse
«Quanto è accaduto domenica non ha nulla a che fare con la questione del Tagliamento»
Latisana - L'evento che ha colpito Latisana è analogo ad altre tragedie che hanno interessato anche altri territori della regione come la Val Canale o il Canal Del Ferro e la comunità latisanese merita la stessa solidarietà espressa in quelle occasioni, così il sindaco Micaela Sette ha commentato le accuse giunte dall'associazione "Assieme per il Tagliamento ". Il primo cittadino oltre a segnalare che l'idrovora di Spinedo è un impianto di competenza del Consorzio di bonifica regionale e ricordare che secondo le relazioni pervenute da tale ente l'impianto domenica 27 maggio funzionava correttamente, giudica scorretto il comportamento di queste associazioni. La loro battaglia è relativa al fiume Tagliamento , ha detto, e ciò che è accaduto domenica 27 maggio non ha nulla a che vedere con questa questione.«Sfruttare questo evento negativo è poco rispettoso della comunità che rappresento». Il primo cittadino di Latisana non solo respingere le accuse di malgestione del territorio, ma avverte che questi comportamenti possono avere ulteriori conseguenze. «Ho sempre rispettato - ha aggiunto la Sette - le idee dei comitati e delle associazioni che si battono per il fiume Tagliamento ma questi comportamenti mi costringono a rivedere il mio atteggiamento nei loro confronti». Latisana, ha ricordato, è un comune ad alto rischio idraulico come esistono delle zone in montagna a rischio frana e come le comunità soggette a questo tipo di pericolo hanno diritto a vivere in sicurezza nei loro luoghi anche ai cittadini di Latisana deve essere riconosciuto lo stesso diritto. «Invito - ha concluso - queste associazioni a visitare il nostro territorio per osservare quali sono i pericoli a cui siamo esposti prima di lanciare accuse completamente infondate».


da Il Messaggero Veneto del 3 giugno 2007
"I comitati chiedono di bloccare il piano"
Le associazioni incassano la solidarietà dell'onorevole Francescato,<Il progetto del Fvg non tiene conto delle nuove direttive europee>
La prossima settimana andranno a Roma per ottenere la modifica della delibera regionale.



da Il Messaggero Veneto del 3 giugno 2007
I sindaci si appellano all'Unione europea
Primi cittadini pronti a dar battaglia, sia dalla sponda friulana sia da quella pordenonese. la gente non vuole queste opere
Lunedì a Ragogna vertice dei Comuni interessati: siamo contrari e compatti



da Il Gazzettino Online di Domenica, 3 Giugno 2007
SPILIMBERGO Casse di espansione, l'ira degli ambientalisti
Accusano la giunta regionale di aver approvato il progetto «per una surrettizia sicurezza a valle»

Spilimbergo «Sono progetti folli di protezione idrogeologica, per fronteggiare una ipotetica alluvione ogni 100 anni». A esprimere questo giudi zio non sono gli ambientalisti friulani, che pure condi vidono in pieno il contenuto, ma Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, il Centro nazionale delle ricerche, che in tali termini si è espresso in una rivista il mese scorso. All'indomani della decisione della giunta regionale di procedere con le opere di laminazione del medi o corso del Tagliamento, parte il contrattacco del partito contrario, che si fa forte anche di opinioni di di versi specialisti. Quello di Tozzi è solo l'ultimo di una serie, che era incominciata anni addi etro con l'ingegner Tockner e il collega italiano Cola. Ma in questa situazione non poteva mancare, oltre alla voce della scienza, quella della polemica dei comitati. «L'ultima delibera spiega l'associazione Acqua presenta due grosse anomalie: l'incarico al Magistrato delle acque, mentre fino a questo momento la competenza era dell'Autorità di Bacino; e il fatto che l'incarico preveda la progettazione di tute e tre le casse . È stato inoltre completamente di satteso il Piano stralcio per la messa in sicurezza del fiume, perché questo documento (approvato dal Consiglio dei ministri nel 2000) prevedeva la contestualità delle opere a valle, ovvero il riassetto del canale scolmatore Cavrato, di cui la Regione non fa più parola». Le casse , secondo gli ambientalisti, sono assurde perché pensate all'interno di un alveo molto ampio che funziona già da cassa naturale del fiume, e non servono. «Le vere cause delle esondazioni sono altre: il deposito ghiaioso, il rigurgito del mare alla foce, la mancanza di manutenzione del fiume e gi edi fici costruiti a ridosso degli argini, se non addi rittura dentro l'area golenale. Perciò le casse di espansione sono solo il pretesto per una surrettizia sicurezza a vale».
Cla.Ro.



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da Il Messaggero Veneto del 2 giugno 2007
Tagliamento, primo sì alle casse
Il via libera definitivo però è vincolato all'ottenimento del parere favorevole sulla valutazione di impatto ambientale
La giunta regionale ha approvato ieri il progetto preliminare


da Il Messaggero Veneto del 2 giugno 2007
I sindaci
<Provvedimento illlegittimo, ricorreremo all'Europa>
Ragogna



da Il Gazzettino Online di Sabato, 2 Giugno 2007
Nuovo passo della giunta regionale sull'iter tecnico delle opere per la laminazione delle piene nel medio corso del fiume
Casse sul Tagliamento, sì al progetto
La realizzazione dell'elaborato esecutivo sarà affidata al Magistrato alle Acque di Venezia

La Giunta regionale ha approvato il progetto preliminare relativo alla realizzazione delle opere per la laminazione delle piene nel medi o corso del fiume Tagliamento. La Giunta ha anche approvato lo schema di un atto aggiuntivo di Accordo per l'assunzione da parte del Magistrato alle Acque di Venezia delle incombenze relative allo sviluppo della progettazione e alla conduzione dei lavori. Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medi o e basso corso del Tagliamento, adottato a suo tempo dall'Autorità di Bacino e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2000, prevede quale intervento prioritario la realizzazione di opere di laminazione delle piene e, più precisamente, di tre casse di espansione lungo il medi o corso del fiume. Con l'Atto aggiuntivo, il Magistrato alle Acque si impegna ad assumere a proprio carico tutte le incombenze relative alla progettazione, alla conduzione dei lavori nonché ai compiti di responsabile della sicurezza per la progettazione esecutiva delle opere e degli interventi per la laminazione delle piene nel medi o e basso corso del fiume Tagliamento.

Trieste Avanti con le casse d'espansione sul fiume Tagliamento, stop ai rigassificatori nel Golfo di Trieste. Ieri la Giunta regionale ha provveduto ad approvare due atti relativi ad altrettante grandi opere che in Friuli Venezia Giulia di vidono l'opinione pubblica. Progetti complessi e delicati, di grande impatto ambientale, che avranno percorsi complessi.
VIA LIBERA.Innanzitutto, ieri è stato approvato - su proposta del vicepresidente e assessore ai Lavori pubblici, Gianfranco Moretton - il progetto preliminare relativo alla realizzazione delle opere per la laminazione delle piene nel medi o corso del fiume Tagliamento, redatto da un Raggruppamento temporaneo di imprese, subordi nato all'ottenimento di parere favorevole di Valutazione di impatto ambientale. Nel contempo è stato approvato anche lo schema di un atto aggiuntivo di Accordo fra pubbliche amministrazioni per l'assunzione da parte del Magistrato alle Acque di Venezia delle incombenze relative allo sviluppo della progettazione e alla conduzione dei lavori.

RINUNCIA. La scelta di affidare l'incarico al Magistrato delle acque è stata presa in seguito alla rinuncia del raggruppamento aggiudi catario della progettazione. Infatti, in seguito ad alcune di fficoltà interne ai soggetti del raggruppamento, la capogruppo mandataria Technital spa ha fatto sapere che la Società Snam spa, subentrata nel frattempo alla Aquater spa, aveva formalmente espresso la volontà di svincolarsi da ogni impegno derivante dalla partecipazione del raggruppamento aggiudi catario.

SPESA. La spesa complessiva prevista ammonta a oltre 4 milioni e 100 mila euro. Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medi o e basso corso del Tagliamento, adottato a suo tempo dall'Autorità di Bacino e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2000, prevede quale intervento prioritario la realizzazione di opere di laminazione delle piene e, più precisamente, di tre casse di espansione lungo il medi o corso del fiume. Data la complessità della materia e delle opere da progettare e realizzare, nel 2006 è stato sottoscritto un Accordo tra Regione e Magistrato alle Acque di Venezia - dotato della massima qualificazione ed esperienza nella realizzazione di grandi opere idrauliche - in base al quale il Magistrato stesso avrebbe fornito il proprio supporto per i necessari approfondi menti progettuali e coordi nato lo sviluppo delle progettazioni delle opere per la laminazione delle piene del Tagliamento e degli interventi complementari, assumendo a proprio carico le incombenze relative alla fase di realizzazione delle opere.

MANDATO.Il Magistrato alle Acque si impegna ad assumere a proprio carico tutte le incombenze relative alla progettazione, alla conduzione dei lavori nonché ai compiti di responsabile della sicurezza per la progettazione esecutiva delle opere e degli interventi per la laminazione delle piene nel medi o e basso corso del fiume Tagliamento. In particolare, per quanto attiene alla progettazione definitiva, intendendosi compresi in tale fase anche lo studi o di impatto ambientale e il modello fisico, essa sarà sviluppata all'interno della propria struttura, con ampia facoltà di avvalersi di specifiche professionalità esterne, commisurate alla specificità degli argomenti correlati alla progettazione, curando tutti gli aspetti necessari per poter soddi sfare i requisiti necessari all'acquisizione del parere favorevole di valutazione di impatto ambientale, nonché a sviluppare gli eventuali adeguamenti progettuali che dovessero rendersi necessari a seguito di prescrizioni e/o integrazioni che dovessero emergere in tale sede.

ALTERNATIVE. Già l'anno scorso la giunta ha previsto che lo studi o di impatto ambientale e di incidenza da prodursi deve contenere un compiuto vaglio ed approfondi mento delle possibili alternative progettuali, posto che l'accurata analisi delle soluzioni alternative risulta nevralgica rispetto alla produzione del consenso attorno alle opere progettate.

INOLTRE.Rimangono in carico alla Regione l'espletamento delle procedure autorizzative, l'approvazione del progetto definitivo, nonché il globale onere finanziario che avverrà tramite trasferimento di fondi al Magistrato alle Acque. Ad avvenuta acquisizione della positiva Via, il Magistrato alle Acque provvederà al completamento della progettazione definitiva, ivi compresa la realizzazione di "modello fisico" presso il proprio Centro Sperimentale per modelli idraulici di Voltabarozzo (Padova). Ad avvenuta formale approvazione, da parte della Regione, del progetto definitivo corredato dalla Via, il Magistrato alle Acque provvederà ad attivare le procedure di progettazione esecutiva e di appalto delle opere, nonché le incombenze relative a di rezione dei lavori e responsabile della sicurezza in fase di esecuzione, secondo la metodologia che sarà concordata tra i soggetti firmatari dell'Accordo.

RIGASSIFICATORI.La Giunta regionale ha esaminato i progetti dei due rigassificatori presentati rispettivamente dalla Società "Gas Natural Internacional Sdg Sa" per il sito di Zaule e dalla Società Terminal Alpi Adriatico per il centro del golfo di Trieste. Entrambi gli impianti sono oggetto di procedura di Via statale, che si conclude con un decreto del ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il ministro per i Beni e le Attività Culturali, e nella quale è prevista l'espressione di un motivato parere del presidente della Regione, su deliberazione della Giunta.

CARENZE PROGETTUALI. Nel corso della procedura la Regione ha provveduto ad acquisire i pareri dei Comuni interessati. Sulla base di quanto è emerso nel corso dell'istruttoria, già nel 2006 la Regione aveva chiesto al competente ministero di acquisire integrazioni progettuali volte a risolvere le problematiche emerse. Pur tenendo conto di quanto fornito in aggiunta dalle due società, il quadro documentale che ne deriva non ha consentito di superare le perplessità sull'impatto ambientale degli impianti.

NESSUN PARERE. La Giunta ha quindi ritenuto di non esprimere parere di compatibilità ambientale su entrambi i progetti, in quanto non è di mostrata l'assenza di pericoli per la salute umana e per l'ambiente, ed ha pertanto deciso di segnalare le carenze documentali e progettuali al ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare cui compete la Via in sede statale.

AVVERTENZE.Ciò anche in vista di eventuali integrazioni agli studi presentati, ritenendo di dover comunque prospettare al predetto ministero alcuni adempimenti e prescrizioni ritenuti imprescindi bili relativamente allo scarico delle acque fredde e clorate, in ordi ne agli indi spensabili monitoraggi ambientali per ambedue gli impianti e l'attenzione visiva per quanto riguarda il centro del golfo di Trieste ai riflessi turistici, soprattutto per la località di Grado. La Giunta regionale, qualora il ministero superasse le di fficoltà di ordi ne progettuale e ambientale, ritiene per il principio di precauzione di essere di sponibile a dare l'intesa per un solo impianto. Il presidente della Regione comunicherà al ministero questa posizione della Giunta regionale.

ANTONAZ.Contro la delibera sui rigassificatori ha votato l'assessore Roberto Antonaz. «Questo perchè - ha spiegato l'assessore di Rifondazione - la Giunta regionale si è fermata un millimetro prima di di re esplicitamente e chiaramente 'no' ai due impianti. Rilanciando la palla al Governo e ai ministeri dell'Ambiente e dei Beni e le attività culturali, la Giunta non ha voluto assumersi fino in fondo le resposnabiltià del 'no'».


REGIONI: FVG; TAGLIAMENTO, APPROVATO PIANO LAMINAZIONE PIENE

(ANSA) - TRIESTE, 1 GIUGNO - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato - su proposta del vicepresidente e assessore ai Lavori pubblici, Gianfranco Moretton - il progetto preliminare relativo alla realizzazione delle opere per la laminazione delle piene nel medio corso del fiume Tagliamento. La Giunta ha anche approvato lo schema di un atto aggiuntivo di Accordo fra pubbliche amministrazioni per l'assunzione da parte del Magistrato alle Acque di Venezia delle incombenze relative allo sviluppo della progettazione e alla conduzione dei lavori. La spesa complessiva prevista ammonta a oltre 4 milioni e 100 mila euro. Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Tagliamento, adottato a suo tempo dall'Autorità di Bacino e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2000, prevede quale intervento prioritario la realizzazione di opere di laminazione delle piene e, più precisamente, di tre casse di espansione lungo il medio corso del fiume. Con l'Atto aggiuntivo, il Magistrato alle Acque si impegna ad assumere a proprio carico tutte le incombenze relative alla progettazione, alla conduzione dei lavori nonché ai compiti di responsabile della sicurezza per la progettazione esecutiva delle opere e degli interventi per la laminazione delle piene nel medio e basso corso del fiume Tagliamento. Rimangono in carico alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia l' espletamento delle procedure autorizzative, l'approvazione del progetto definitivo, nonché il globale onere finanziario che avverrà tramite trasferimento di fondi al Magistrato alle Acque. (ANSA).


da Il Messaggero Veneto del 21 e 24 maggio 2007
lettere in risposta a quelle di Adriano Rainis (consigliere comunale di Tolmezzo) del 21 e Pasquale D'Avolio del 24 maggio.

DEMOCRAZIA La sovranità è del popolo

Ho letto la difesa d'ufficio da parte del consigliere comunale Ds di Tolmezzo, Adriano Rainis, contro le accuse di arroganza che da più parti vengono lanciate all'attuale amministrazione regionale. È la sua un'impresa disperata, perché, per i friulani, più che le parole contano le azioni. E il comportamento dell'esecutivo regionale è stato in questi anni sotto gli occhi di tutti.

Siamo nelle mani di persone che orientano le loro scelte confrontandosi solo con le varie categorie economiche, invece di ascoltare l'opinione dei cittadini come vorrebbe ogni buona prassi democratica. E quando i cittadini, sentendosi traditi dalle scelte dei loro rappresentanti, si organizzano in comitati per far sentire le loro ragioni, essi vengono da loro ignorati o trattati appunto in modo arrogante.

Io capisco Rainis quando tenta di difendere il proprio partito. Lo capisco un po' meno quando, nel fare ciò, attacca i vari comitati presenti sul territorio. Ora io credo che chi decide di dedicarsi alla politica debba ispirarsi non agli interessi del proprio partito, ma ai principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Orbene, uno di questi principi dice a chiare lettere che «la sovranità appartiene al popolo».

Ora il popolo a ogni elezione dà un mandato ai propri rappresentanti. Ma se essi tradiscono il mandato ricevuto, il popolo ha il diritto di riprendersi la propria sovranità e cercare un'altra forma per tutelare i propri interessi. E i comitati presenti nella nostra regione sono parte di questo popolo.

Remo Brunetti
Cavazzo Carnico

DIBATTITO
Gli ascari della politica contro i comitati

Ci riprova il diessino professor D'Avolio (l'intervento è stato pubblicato giovedì 24 maggio) a scendere in campo contro i, per lui maledetti, comitati operanti sul territorio. Ricordiamo bene come fosse già sceso in campo il giorno prima della grande manifestazione a Tolmezzo contro l'elettrodotto Pittini&endash;Fantoni, annunciando in un articolo dal titolo "A fianco dei carnici, ma usando la ragione" che lui alla manifestazione non avrebbe proprio partecipato standosene a casa, con la recondita speranza che la manifestazione fallisse. Ma, ahinoi, nessuno dei 1.500 partecipanti a quella grande manifestazione si accorse dell'assenza del professor D'Avolio: capita quando i partecipanti sono tantissimi e, ovviamente, non usano la ragione! Ma si dà il caso che quell'articolo uscì in concomitanza con il tentativo dell'assessore Sonego di far fallire quella manifestazione convocando solo due giorni prima della stessa i sindaci, dopo averli tenuti all'oscuro del progetto dell'elettrodotto. Spiacenti per Sonego e D'Avolio, ma la manifestazione fu un grande successo di partecipazione ed ebbe il merito di portare la questione dell'elettrodotto tra la gente, fuori delle segrete stanze istituzionali, dove sguazzano le lobby di certi industriali. Questa è democrazia! Ora, con un articolo di qualche giorno fa dal titolo "I comitati non possono sostituirsi alle istituzioni", il professor D'Avolio sale in cattedra e, dopo aver disturbato Mandeville ed Enrico Berlinguer per darsi qualche autorità intellettuale, espone tutto il suo stalinismo istituzionale, che lo porta a sferrare un volgare attacco ai comitati e ai «rappresentanti di questi comitati, pochi e ben individuati» che «Pretendono di sedere ai tavoli di concertazione senza avere nessun titolo democratico», insomma gente «(basta leggere i nomi)» che ha solo il 2-3% dei consensi elettorali (e se fossero quelli decisivi?) e che sa solo gridare! Guarda caso che anche questa volta la discesa in campo di D'Avolio contro i comitati è contemporanea agli autoritari atteggiamenti della giunta regionale sul cementificio, contro i Comuni, i comitati e la popolazione della Bassa friulana. È contemporanea all'attacco (che viatico per il Partito democratico!) del consigliere regionale diessino Petris alla Comunità montana della Carnia e al suo presidente diellino Not, accusato di essere &endash; come riportato sulla stampa locale &endash; «troppo disinvolto nell'offrire soldi non suoi» e, peccato mortale, «riceve e supporta i rappresentanti di quei comitati contro tutto e tutti che sono il semplicistico non fare. Promette loro attenzione e forse anche contributi». Di questo "supporto" i comitati non si sono accorti! Né tanto meno dei contributi: i comitati pagano di tasca propria! È quindi chiaro &endash; e i comitati già da tempo se ne sono accorti &endash; che in Carnia c'è uno sparuto manipolo di ascari della politica regionale, sofferenti di comitatofobia accecante, pronti a scendere in campo a difesa delle decisioni, giuste o sbagliate che siano, del principe della Regione, della sua corte e principalmente dell'assessore regionale di riferimento del proprio partito. Ci conforta il fatto che sono solo un manipolo, ma ci dispiace invece che i tanti altri del loro stesso partito tacciano e li lascino fare: sono forse d'accordo anche loro? Continui così, professor D'Avolio, a non voler capire che tutti questi comitati non vogliono sostituirsi alle istituzioni, ma bensì riempiono i crescenti vuoti lasciati liberi dalla crisi dei partiti, della politica e delle istituzioni, che non sanno e non vogliono dialogare con la popolazione, ritenendosi autoreferenziali. E sì che, se i partiti, la politica e le istituzioni facessero bene il proprio lavoro, i comitati sparirebbero da soli! Gli abitanti della Val del Lago, ai quali distribuiremo il suo articolo (con nostro commento), saranno entusiasti nello scoprire quella che lei definisce «felice coniugazione natura&endash;strutture viarie» dell'autostrada e del viadotto sul lago. Felice coniugazione che loro, vivendo (male!) sotto il viadotto, non erano riusciti a cogliere, forse perché privi di cultura estetica. Grati, la inviteranno a Somplago e a Mena perché possa sincerarsi in loco di tali bellezze! Grazie, professor D'Avolio, continui così e aprirà ampie distese alla proliferazione e al rafforzamento dei comitati, nei quali lavora tanta gioventù con l'entusiasmo che non trova nei partiti. Ma vi lavorano anche persone che per capacità ed esperienza non hanno nulla da imparare da lei: hanno creato industrie in quel Forni di Sotto che lei nomina negativamente, hanno ricostruito paesi dal terremoto mentre lei produceva parole, sono esponenti della cultura, sono imprenditori, sono persone che lavorano, che producono, che amano la propria terra e che svolgono attività nel sociale, non solo nei comitati. È gente che non ha la propensione a fare l'ascaro in politica. L'ascaro lo lasciano fare ad altri. Pensavamo che gli ascari, truppe abissine collaborazioniste, che il fascismo faceva sfilare a sua gloria sui Fori imperiali a Roma, fossero spariti con la caduta del regime. Ma la capacità di adattamento di ogni specie vivente è tale che ha prodotto una varietà autoctona carnica: forse per effetto degli incipienti cambiamenti climatici!

Franceschino Barazzutti già sindaco di Cavazzo Carnico

Gianni Nassivera già sindaco di Forni di Sotto
del Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento

__._,_.___
www.ccc5.altervista.org



da Il Messaggero Veneto del 3 maggio 2007
Comitati dei no: ambiente, Illy ci ascolti
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da Il Gazzettino Online di Martedì, 1 Maggio 2007
DIGNANO Francescato dei Verdi: «Maglia nera in ecologia»
Dignano - Sic (Sito di interesse comunitario), direttiva 79 sugli uccelli selvatici in Friuli Venezia Giulia, rivisitazione del Piano di stralcio sulle casse di espansione per la messa in sicurezza del Tagliamento. Tutti argomenti d'attualità che sono oggetto di dibattimento per la salvaguardia del Tagliamento e che vedono impegnata in primo piano la parlamentare dei Verdi, Maria Grazia Francescato , sia al ministero competente che con i vertici della Regione.Nella sua seconda visita compiuta ieri in Friuli su invito del Comitato "Assieme per il Tagliamento", nel tratto di Tagliamento che va da Ragogna (dove dovrebbero sorgere le casse di espansione) a Socchieve, la parlamentare dei Verdi ha avuto modo di convincersi ulteriormente sulla bellezza di un sito che ha definito «unico in Europa». E' anche stata l'occasione per fare il punto su una problematica complessa che travalica le casse di espansione per comprendere pure il minimo deflusso vitale di acqua, le captazioni delle centrali idroelettriche e i forti consumi di risorsa idrica causati dall'irrigazione. «Per quanto riguarda le alternative alle casse di espansione, siamo disponibilissimi a lavorare sul Piano di stralcio - afferma la Francescato subito dopo le visite compiute alla stretta di fiume fra Ragogna e Pinzano e al centro Grifoni e lago di Cornino di Forgaria - E' la via che ci sembra più ovvia e anche con Moretton siamo disposti a lavorare per trovare una soluzione». La parlamentare preferisce soffermarsi sull'argomento "sicurezza Tagliamento", suffragando gli interventi di ingegneria naturalistica suggeriti dallo studio preliminare del Wwf, come pure quelli sull'accumulo delle piene dell'olandese Delfy Hidraulix e gli studi di Ezio Todini dell'Università di Bologna. «Siamo supportati da molta documentazione seria - aggiunge la Francescato - e siamo convinti di poter mettere assieme le due esigenze: la sicurezza della popolazione a valle (Latisana) e la difesa di uno dei pochissimi fiumi selvaggi rimasti a livello europeo. Si può ? Io dico di sì e lo faremo». Sulla difesa ambiente, la parlamentare non rinuncia a una tirata d'orecchio alla Regione, tacciata di non meritare il "bollino verde". «Sull'ecologia, il Friuli Venezia Giulia avrà fra poco la maglia nera».
La visita è proseguita a Socchieve e nell'alta Val Tagliamento.
Ivano Mattiussi




da Il Messaggero Veneto del 30 aprile 2007
Ragogna - Tagliamento Il comitato incontra l'on. Francescato
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da Il Gazzettino OnLine di Domenica, 29 Aprile 2007
DIGNANO «A maggio l'acqua tornerà nel fiume»
Dignano - La Parlamentare dei Verdi, Maria Grazia Francescato , impegnata in prima linea nell'opposizione al progetto sulle "casse di espansione" nel Tagliamento, sarà domani in Friuli, ospite del comitato "Assieme per il Tagliamento". Oggetto dell'invito, un aggiornamento sulle richieste avanzate dal comitato contro il progetto, accompagnato da una visita che giornata interesserà diverse località bagnate dal fiume ad iniziare da Ragogna. Nel mirino le captazioni delle centrali idroelettriche, i forti consumi di risorsa idrica causati dai consorzi per l'irrigazione che si riflettono sul minimo deflusso vitale, alla luce del fascicolo tecnico-legislativo prodotto dalla stessa "Assieme per il Tagliamento" e consegnato a suo tempo all'ospite parlamentare dei Verdi. Dal canto suo il Ministero dell'Ambiente ha avviato i primi accertamenti, sull'eco prodotta dal convegno di Caprizi di Socchieve. La presidente del Comitato, Franca Pradetto, fa sapere che un primo effetto positivo sulla causa (è sostanzialmente quella di difendere l'habitat naturale del fiume) si avrà a maggio quando si potrà finalmente rivedere scorrere l'acqua anche nell'alta Val Tagliamento, ridotta per anni a chilometri di secca.
I.M.




da Il Gazzettino OnLine di Domenica, 15 Aprile 2007
Casse, nuovo vertice tra sindaci
E "Acqua" divulga a Spilimbergo un opuscolo con le ipotesi alternative di intervento
Spilimbergo - Non si ferma l'opposizione contro le casse di espansione . La decisione della Commissione europea di archiviare il ricorso del Wwf, al di là di un primo impatto emotivo, non ha sostanzialmente modificato il confronto fra le due parti, pro e contro. A livello istituzionale è fissato per domani un incontro tra i primi cittadini dei 5 Comuni rivieraschi: Arturo Soresi per Spilimbergo, Mirco D'Affara per Ragogna, Luciano De Biasio per Pinzano, Gino Marco Pascolini per San Daniele e Giambattista Turridano per Dignano. «Ci vedremo lunedì ha detto Soresi per scambiarci le impressioni e valutare il da farsi, dopo la decisione europea». A livello associativo il da farsi invece è già stato deciso: si va avanti. Per una di quelle coincidenze che sembrano studiate apposta, esce infatti in questi giorni un opuscolo stampato in 20mila copie che fa il punto della situazione progettuale delle casse di espansione , con evidenza agli aspetti negativi per la sicurezza e per l'ambiente, e richiama le ipotesi alternative. A curarlo è l'associazione Acqua, che ha sede a Lestans e è stata fondata ufficialmente nel 2001, ma in realtà opera a livello di singoli componenti fin dal 1996. «I rapporti di studiosi e ricercatori di Università europee e americane che da anni studiano il Tagliamento vi si legge tra l'altro hanno dimostrato che opere eseguite dall'uomo sui fiumi, quali canalizzazioni, sponde in cemento casse di espansione eccetera, alla prova dei fatti si sono rilevate controproducenti e dannose, come nel caso dell'Isar a Monaco di Baviera. Ci sono altri modi per smaltire le acque in eccesso. Tra questi le chiaveghe, aperture meccaniche posizionate tra Dignano e Ronchis sugli argini ai due lati del fiume, che consentono inondazioni controllate delle campagne circostanti. Ma la Regione, che ha già speso miliardi in progetti, non ha voluto approfondire tecniche alternative, preferendo perseguire testardamente i progetti faraonici delle casse ». Sottolineato anche il rischio di alterazione delle falde acquifere, problema emerso in una conferenza a San Michele di quattro anni fa. Perché una pubblicazione? Lo spiega il presidente Bortolussi: «Con questo opuscolo vogliamo esprimere per l'ennesima volta la nostra contrarietà ai progetti imposti dalla Regione. Continueremo a opporci fino all'accantonamento definitivo delle casse di espansione . Del resto abbiamo ancora molte frecce nel nostro arco. Intanto, a seguito delle nostre segnalazioni, la Commissione europea ha aperto nei mesi scorsi un dossier di reclamo. Abbiamo avviato nel frattempo anche le pratiche per un ricorso alla Corte di Giustizia europea». Claudio Romanzin


da Il Gazzettino OnLine di Domenica, 15 Aprile 2007
Il Forum dei comitati si spacca sulla manifestazione al G8 di Trieste
Gemona - Problemi di crescita per il "Forum dei comitati e delle associazioni impegnate nella salvaguardia dell'ambiente della regione", riunitosi ieri pomeriggio in Comunità montana. Se sulle manifestazioni del 25 aprile a Torviscosa e del 1. maggio a Cervignano, oltre che su una futura grande manifestazione davanti al palazzo della Regione di Trieste, le parti sembrano d'accordo per una partecipazione unitaria, i pareri si sono fatti divergenti riguardo alla manifestazione contro il G8 sullo sviluppo sostenibile, in programma a Trieste per il 12 maggio con la presenza, tra gli altri dei rappresentanti dell'Unesco e del presidente di Confindustria, Montezemolo. «Non tutti i gruppi e le associazioni - ha detto il moderatore Andrea Sandra - sono d'accordo nel manifestare uniteriamente di fronte a quell'evento. Dunque, il Forum non vi parteciperà in maniera unitaria, ma ogni comitato potrà scegliere di partecipare a titolo personale». La manifestazione contro il G8 era un proposta che arrivava dall'associazione triestina "Ya basta" che ieri ha comunque comunicato di aver aperto una petizione per creare un rete ad hoc e partecipare all'evento. Di fronte alle spiegazioni dei ricercatori della Sissa, Alberto Mazzoni e Luca Tornatore, presenti all'incontro di ieri, rispetto ai temi del G8 del 12 maggio ("privatizzazione della ricerca" e "green washing"), sono state diverse le volontà di partecipare espresse da parte dei Comitati : tra questi, i comitati "No Tav" della Bassa, ma anche di alcuni comitati della Carnia impegnati nella questione del collegamento stradale Carnia-Cadore. Da parte sua "Assieme per il Tagliamento" si è pure detto contrario ad una partecipazione unitaria di tutto il forum . «I movimenti ci saranno il 12 maggio - ha detto Paolo De Toni - ma i comitati hanno altre finalità rispetto ai movimenti, e altri modi di porsi»: fra i presenti c'è stato pure chi ha richiamato l'attenzione sull'organizzazione di manifestazioni pacifiche che non implichino il ricorso alla violenza. Il forum , che ha cancellato dai suoi punti all'ordine del giorno la data del 12 maggio, si ritroverà il prossimo 19 maggio sempre a Gemona. Ieri erano presenti i rappresentanti di 25 comitati , una ventina di membri di centri sociali. P.C.


da Il Messaggero Veneto del 15 aprile 2007
Gemona. Ieri sera il secondo vertice fra tutte le associazioni. Alcuni comitati manifesteremo anche il 12 maggio a Trieste in occasione del G8
Proteste per l'ambiente, il forum si mobilita In piazza il 25 aprile contro il cementificio e il 1o maggio per fermare la Tav
Gemona. A Trieste per il G8, ma non in modo unitario. L'ha deciso ieri sera il Forum dei comitati che si era dato appuntamento in sala della comunità montana di Gemona. All'ordine del giorno (anche se non scritto) c'era infatti da stabilire un calendario delle mobilitazioni che alla fine è stato stilato solo in parte a causa di non trascurabili divergenze esistenti all'interno dello stesso Forum. Si partirà il 25 aprile da Torviscosa dove i comitati scenderanno in piazza in opposizione al cementificio, passando poi per la manifestazione del primo maggio a Cervignano contro la Tav e infine per quella del 12 maggio a Trieste, in occasione del G8. Un punto quest'ultimo particolarmente caro all'associazione triestina Yabasta che grazie all'intervento di due ricercatori della Sissa è stato approfondito tanto da convincere gran parte dei comitati dell'importanza di esserci, a Trieste, il 12 maggio. La maggior parte dei sodalizi intervenuti ieri a Gemona (erano circa 25 quelli rappresentati) si sono quindi detti favorevoli alla mobilitazione in quella giornata, ma non sotto l'ala del Forum. Parteciperanno, quindi, come movimenti singoli. «Il 12 maggio ci saremo - ha detto Franca Pradetto di Assieme per il Tagliamento, facendo eco a molti altri rappresentanti di comitati come quelli contrari alla Tav e all'autostrada Carnia-Cadore) -, ma non possiamo pensare che la gente ci segua numerosa per manifestare contro le tematiche generali e di ampio respiro relative al G8. La massa critica possiamo farla solo se in piazza scendiamo per problemi ambientali legati al nostro territorio. Te?mi che alla gente stanno a cuore». Come le casse di espansione, il cementificio, la Tav. Diversamente dalla manifestazione sul G8, alla quale il Forum, come detto, non parteciperà (ai singoli comitati la scelta se aderire o meno), la discesa in piazza contro la politica ambientale perseguita dalla Regione, ombrello che mette insieme tutte le opere contro le quali si battono i comitati, sarà caratterizzata (salvo sorprese) dalla posizione unitaria del Forum, fronte unico che in quel caso si presenterà a Trieste con nome e cognome. Di quella manifestazione, però, ieri si è discusso poco o nulla. Recentemente annunciata dall'associazione Assieme per il Tagliamento a seguito dell'archiviazione dell'esposto del Wwf sulle casse di espansione da parte della Commissione europea, a oggi resta orfana di una data. Se ne riparlerà il 19 maggio quando il Forum si riunirà nuovamente a Gemona. «Pensavamo al 23 maggio-ha detto Franca Pradetto-, ma la data è troppo ravvicinata al 12. Dovremo quindi ridiscuterne insieme». Ed eccola la parola chiave: insieme. Quella che ieri sera, a tratti, sembra essere sfuggita di mano, ma che non mancherà a Trieste davanti al palazzo della Regione. Di quali saranno i modi e i tempi di quella mobilitazione si dovrà discutere, prendendo tra l'altro in considerazione le varie proposte emerse ieri durante il dibattito, non ultima quella di posizionare una tenda permanente fuori dal palazzo della Regione. Maura Delle Case


da Il Messaggero Veneto ed. Pn del 12 Aprile 2007
Casse, cittadini ancora in piazza
L'appuntamento a maggio. Vertice del forum dei comitati contrari all'opera
Esposto archiviato, Soresi:<La Ue non è entrata nel merit del piano stralcio>
Il vicesindaco di Pinzano:<Va attivato un tavolo di concertazione comune>
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da Il Gazzettino OnLine di Giovedì, 12 Aprile 2007
Ambientalisti pronti a riproporre il caso a Bruxelles non appena l'iter per realizzare l'opera riprenderà
Casse di espansione, il Wwf rilancia
L'Europa non ha archiviato il reclamo, ha solo rinviato il giudizio in attesa dei lavori
Dignano - Il Wwf replica a quella che definisce solo propaganda da parte della Regione sulle casse di espansione . La comunicazione dell'archiviazione del reclamo, che il Wwf inoltrò alla commissione europea nell'ottobre del 2004, rientra nella procedura prevista quando, trascorsi due anni, non sono avvenuti fatti che abbiano compromesso il Sito d'importanza comunitaria "Greto del Tagliamento" (nel caso della direttiva Habitat) e l'obbligo del non deterioramento dei corpi idrici superficiali non sia venuto meno a seguito della realizzazione di opere non conformi ai dettami della Direttiva quadro acqua. In assenza di atti ufficiali da parte della Regione Friuli Venezia Giulia - si rileva in un comunicato - che confermino il proseguimento dell'iter amministrativo per l'avvio dei lavori di costruzione della prima cassa di espansione , nonché della valutazione d'impatto ambientale e d'incidenza, e verificato che nell'area interessata dal progetto non è stato ancora avviato alcun intervento, trascorsi due anni, la Commissione Europea ha sospeso il giudizio. Ciò non pregiudica affatto la possibilità che il caso venga nuovamente riaperto e istruito. Non appena emergeranno infatti nuovi elementi a conferma della realizzazione di opere tanto inutili quanto gratuite che la Regione Friuli Venezia Giulia intende realizzare il Wwf Italia riproporrà il caso a Bruxelles. «Dove, peraltro, l'attenzione verso quanto accade nel nostro paese è massima avendo l'Italia il primato delle procedure d'infrazione in materia ambientale», si conclude nell'intervento degli ambientalisti friulani.


da Il Gazzettino OnLine di Mercoledì, 11 Aprile 2007
SPILIMBERGOSoddisfatto il vicepresidente della Regione Moretton. Gli ambientalisti: «Chiuso solo uno dei fronti»
L'Europa "promuove" le Casse
La commissione di Bruxelles archivia il reclamo ritenendo che non sussistano violazioni
Spilimbergo - Dal Dipartimento per le politiche comunitarie della presidenza del Consiglio dei Ministri è giunta notizia che la Commissione europea ha deciso di archiviare il reclamo relativo al "progetto di costruzione di opere idrauliche lungo il medio corso del fiume Tagliamento", ritenendo che non sussista alcuna violazione delle direttive europee nell'operato della Regione. A seguito delle segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste, la Commissione europea aveva inoltrato una richiesta di informazioni sul caso, facendo anche intendere che la realizzazione delle opere in mancanza delle dovute valutazioni ambientali avrebbe potuto preludere all'apertura di una procedura di infrazione. Più esattamente, la Commissione europea richiedeva al Governo italiano specifiche informazioni in relazione all'applicazione delle Direttive comunitarie nel settore ambientale, individuando diversi casi sul territorio nazionale tra i quali il "progetto di costruzione di opere idrauliche sul medio corso del fiume Tagliamento". La richiesta veniva inoltrata alla Regione da varie Direzioni generali del Ministero dell'Ambiente, alle quali gli uffici regionali davano riscontro. In particolare, veniva precisato che la fase procedurale allora in itinere riguardava l'esame del progetto preliminare da parte della commissione regionale dei lavori pubblici. La soddisfazione dell'assessore Moretton è chiara, anche se non intende alimentare polemiche: «Con questo atto - sottolinea - si è fatta chiarezza sulla regolarità dell'iter che la Regione aveva approntato e anche sulle critiche alla mancanza dell'impatto di valutazione ambientale. Nel percorso tracciato dall'amministrazione regionale era previsto che, una volta conclusosi l'esame del progetto preliminare, sarebbero state avviate le procedure di valutazione di impatto ambientale e di incidenza sul progetto definitivo. L'iter proseguirà ora il suo percorso sulla base delle direttive della Giunta regionale d'intesa con il Ministero, ma con quanto stabilito da Bruxelles le garanzie sono aumentate per tutti». Soddisfatto il sindaco di Latisana Micaela Sette, mentre l'associazione Acqua, una delle più attive organizzazioni impegnate contro le casse di espansione , ribadisce che «comunque sia, le casse non si faranno né ora né mai». «A noi spiegano il presidente Renzo Bortolussi e il segretario Angelo Cleva non è giunta alcuna comunicazione dall'Unione Europea. In ogni caso, la notizia non sposta la questione di una virgola, per almeno tre motivi. Il primo è che sono più d'uno i documenti all'esame degli organi comunitari e a febbraio è stata data comunicazione ufficiale sull'apertura di un dossier di reclamo da parte della Commissione europea. Il secondo motivo è che nel frattempo sono state avviate anche le pratiche per un ricorso alla Corte di Giustizia europea». Come dire che i fronti aperti sono molti e non basta averne chiuso uno. «Il terzo motivo concludono è che noi abbiamo dalla nostra la popolazione del medio Friuli, che ha dimostrato ampiamente di essere contraria alle casse di espansione . L'opera di laminazione così congeniata non protegge Latisana ma crea solo tragiche illusioni ai cittadini della bassa, mentre difende solo gli interessi di alcuni pochi a scapito delle comunità del medio Friuli».


da Il Gazzettino OnLine di Mercoledì, 11 Aprile 2007
«Comunque sia le casse non si faranno mai» La risposta ambientalista

Dignano - «Comunque sia, le casse non si faranno né ora né mai». Questo il commento molto determinato che viene dall'associazione Acqua, una delle più attive organizzazioni ambientaliste impegnate contro le casse di espansione , che dal 2001 riunisce esponenti delle due sponde del Tagliamento. «A noi spiegano il presidente Renzo Bortolussi e il segretario Angelo Cleva non è giunta alcuna comunicazione dall'Unione Europea. In ogni caso, la notizia non sposta la questione di una virgola, per almeno tre motivi. Il primo è che sono più d'uno i documenti all'esame degli organi comunitari e a febbraio (ben dopo quindi il 12 dicembre) è stata data comunicazione ufficiale sull'apertura di un dossier di reclamo da parte della Commissione europea. Il secondo motivo è che nel frattempo sono state avviate anche le pratiche per un ricorso alla Corte di Giustizia europea. E poi c'è una questione politica: «Il terzo motivo concludono è che noi e tutti coloro che si muovono in sintonia con noi, abbiamo dalla nostra la popolazione del medio Friuli, che ha dimostrato ampiamente di essere contrario alle casse di espansione ».



da Il Gazzettino OnLine di Mercoledì, 11 Aprile 2007
FORUM DEI COMITATI
Incontro a Gemona per il calendario delle proteste. E intanto il Veneto chiama

Gemona - Si ritroveranno sabato alle 18, nella sala della Comunità montana, i comitati oggi impegnati contro le diverse grandi opere che si vogliono realizzare nel territorio regionale. Si tratta del secondo incontro, dopo quello svoltosi alcune settimane fa a Gemona. L'obiettivo è quello di mettere un piedi un vero e proprio forum dei comitati per lo scambio di informazioni e di esperienze, oltre che per l'aiuto reciproco nelle manifestazioni che si vorranno realizzare. Una di queste, a cui il neonato forum è intenzionato a partecipare, è quella del 25 aprile in programma a Torviscosa contro il cementificio proposto dalla "Cementi Nord Est", che ha già avuto il via libera dalla comissione regionale. Tra i punti all'ordine del giorno di sabato anche altre due manifestazioni da fissare: la prima a Tolmezzo contro gli elettrodotti, proposta da "Carnia movimento" già impegnata nei contatti con i comitati carinziani per una lunga marcia che parta dal Passo di Monte Croce e giunga fino al capoluogo carnico. La seconda manifestazione, già oggetto di dibattito fra le parti durante il precedente incontro, la si vuole realizzare sempre in modo unitario a Trieste davanti il palazzo della Regione: l'intenzione è quella di mandare un messaggio forte all'amministrazione regionale per quanto riguarda tutte le diverse opere, dagli elettrodotti alle casse di espansione , dalla Tav ai rigassificatori, che sono in programma. Per questo ci si propone di presentare un documento unitario con le richieste.«Creare un forum fra i comitati - ha spiegato Franca Pradetto di Assieme per il Tagliamento, il gruppo che ha proposto il forum - è importante: il minimo comun denominatore di questi gruppi è la difesa dell'ambiente. Al momento sono 25 i comitati, ma in queste settimane ci sono arrivate altre chiamate anche dal Veneto da parte di gruppi che vogliono entrare nel forum. Oggi c'è un approccio sbagliato da parte delle istituzioni sulle grandi opere, opere che vanno solo a beneficio di pochi e non tengono in considerazione la tutela dell'ambiente: il nostro fine è quello di cambiare queste logiche». Tra le recenti "vittorie" dei comitati c'è il rispetto del minimo deflusso vitale, imposto dal Ministero alla Regione dopo le diverse segnalazioni, senza il quale oltre 70 chilometri di correnti d'acqua rischiavano di restare in secca con serie conseguenze per tutto l'ecosistema naturale.
Piero Cargnelutti




da "Il Nuovo" del 6 aprile 2007
Ambiente: chi era costui?
Le ragioni dell'industria e del "progresso" prima di quelle dell'ambiente e della salute dei cittadini: le scelte politiche che hanno caratterizzato la gestione del territorio nella nostra regione negli ultimi anni ci hanno ormai abituati a questa scala di priorità. Gli esempi non mancano: gli elettrodotti destinati a spuntare come funghi sul territorio perchè le imprese della regione, energivore come poche nel resto d'Italia, proprio non possono farne a meno; i progetti di rigassificatori nel golfo di Trieste perché seno qui si muore di freddo e di fame, come Sonego insegna; il Corridoio 5 perché altrimenti perdiamo il treno dello sviluppo e diventiamo una regione da terzo mondo; l'autostrada Carnia-Cadore perchè cosa sarà mai qualche squarcio in più nelle montagne nostrane in cambio degli evidenti benefici per l'economia montana. E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Prima l'economia, l'industria, imiti del progresso e dello sviluppo. Poi, eventualmente, il resto. E non è un caso se, nella prima bozza della Riforma urbanistica regionale, il legislatore aveva messo sullo stesso piano ("equiordinate") "la conservazione e la valorizzazione del territorio regionale" e "le migliori condizioni perla crescita economica del Friuli Venezia Giulia", finalità stratetighe cui viceversa - come aveva fatto notare l'architetto Edoardo Salzano - "la Costituzione, l'ordinamento giuridico della Repubblica e la coscienza civile attribuiscono ben differenti gerarchie e priorità". Un passo falso corretto in seconda istanza nella versione definitiva della legge ma che la dice lunga su quale sia la cultura dominante della classe politica che governa il Friuli Venezia Giulia. Non che prima fosse diverso: ma forse da un'amministrazione di centro-sinistra ci si sarebbe aspettati un segno di discontinuità. Per dirla alla Moretti, che dicesse qualcosa di sinistra. E non è solo una seppur minima attenzione alle ragioni dell'ambiente che sembra essere completamente mancata alla politica regionale degli ultimi anni: è il rispetto per la volontà delle comunità locali, è il confronto limpido e trasparente con chi, con le opere di cui la Regione vuole a tutti i costi dotare il territorio, dovrà fare i conti tutti i giorni. La vicenda del cementificio di Torviscosa è in tal senso emblematica: la Bassa friulana ha detto in coro "no grazie", i consigli comunali l'hanno bocciato, i cittadini non vogliono nemmeno sentirne parlarne. Il via libera della Commissione ambiente presieduta dall'assessore Moretton ad un impianto che non potrà non influire pesantemente su un territorio già penalizzato, suona perciò come l'ennesima decisione calata dall'alto sulle impotenti comunità locali. In nome di cosa, poi? Il richiamo al progresso e allo sviluppo, qui, sarebbe davvero fuori luogo.
Lisa Peratoner




da Il Messaggero Veneto ed. Ud del 1 Aprile 2007
Costituito il forum dei comitati
Gemona: ne faranno parte tutti gli enti del territorio
Tre manifestazioni a Cervignano, a Trieste e a Tolmezzo

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da Il Gazzettino Online di Domenica, 1 Aprile 2007
GEMONA - Stretto un patto d'azione tra venticinque comitati per difendere l'ambiente
Ambiente: i comitati impegnati contro le diverse grandi opere previste in regione vanno verso la creazione di una rete unitaria. È quanto si è deciso in un incontro svoltosi ieri pomeriggio nella sede della Comunità montana, promosso dal comitato "Assieme per il Tagliamento". Venticinque i comitati e le associazioni presenti, da "Carnia Movimento" contro l'eletrodotto Wrmlach-Somplago, a "Per Altre Strade" contro la tratta autostradale Amaro-Cadovre, da quelli del No Tav della Bassa e dell'Isontino, a "Ambiente e sicurezza" con la discarica di Firmano, dai comitati contro la cementificazione dei parchi di Monfalcone e contro i rigassificatori e le antenne di Trieste, fino ad arrivare al Comitato in difesa delle fontane e della falda acquifera della Bassa, e al Comitato per la salvaguardia del litorale carsico. Dopo il lungo dibattito, le parti hanno steso un documento in cui si impegnano ad attivare un forum e una rete per lo scambio permanente di informazioni e a garantire supporto reciproco nelle prossime manifestazioni. In calendario per il futuro coordinamento c'è la manifestazione sul G8 ambiente e sicurezza a Trieste, già fissata per il 12 maggio. Proprio con il fine di organizzare la manifestazione, le parti si incontreranno nuovamente il prossimo 14 aprile, alle ore 18 presso la sala della comunità montana a gemona Tutti hanno dato la disponibilità a partecipare alla manifestazione del 1. maggio a Cervignano organizzata dai No Tav e dai movimenti che fanno riferimento a Paolo De Toni e a quella di Tolmezzo proposta da "Carnia Movimento", ancora da fissare: «Una manifestazione - ha detto il portavoce Renato Garibaldi - che ha il fine di chiedere rispetto alle forze politiche e alla regione verso le nostre opinioni per quanto riguarda il futuro del nostro territorio. Per tale manifestazione, ci sono già contatti con i comitati carinziani». Oggetto di dibattito è stata invece l'idea lanciata da "Assieme per il Tagliamento" di realizzare una grande manifestazione unitaria di fronte al consiglio regionale a Trieste: «In piazza a Trieste - ha detto la presidente di "Assieme per il Tagliamento", Franca Pradetto - ci dovremo arrivare con un documento in cui si devono essere delle richieste precise». Non ultima l'attenzione per l'arrivo del ministro Di Pietro lunedì a Trieste. «Sono 30 anni - ha commentato Paolo De Toni - che aspetto la nascita di un coordinamento».
P.C.




da Il Messaggero Veneto ed. Ud del 31 Marzo 2007
Gli ambientalisti: l'amministrazione ha coinvolto i sindaci su una decisione già presa
Tagliamento, il WWF accusa la Regione
Toniutti (Programma Alpi): procedure poco trasparenti

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da Il Gazzettino Online di Sabato, 31 Marzo 2007
Casse d'espansione le lacune del ... piano stralcio

Senza mancare di rispetto a nessuno verrebbe da dire: "non si può svegliare un uomo che fa finta di dormire", ma non è neanche il caso di scomodare Gandhi per sostenere con serenità che il sostegno ad oltranza alle casse di espansione per conseguire la cosiddetta "sicurezza idraulica del fiume Tagliamento " da parte del vicepresidente della Giunta regionale e assessore ai Lavori pubblici, alla Protezione civile e all'Ambiente Gianfranco Moretton si basa su una scelta a priori, le cui ragioni profonde non ci è dato conoscere.

Il piano stralcio cui ci si richiama per sostenere la validità dell'opera è, infatti, un documento non solo inattuale a rappresentare le condizioni del fiume - a fronte anche dei tanti interventi in deroga che sono avvenuti e stanno avvenendo su tutto il bacino, autorizzati proprio dall'assessorato ai Lavori pubblici e alla Protezione civile in questi anni - ma è soprattutto un documento inaccettabile a fronte di ciò che le norme comunitarie oggi richiedono, in primis la direttiva quadro Acqua del 23 ottobre 2000.

Il 23 marzo scorso a Bruxelles, la Commissione Europea ha ufficialmente presentato la valutazione dell'operato degli Stati Membri in tema di gestione delle acque a scala di bacino, concentrandosi in particolare sulle modalità di applicazione di alcuni articoli chiave della direttiva. Ad esempio quelli che fanno riferimento alle conoscenze necessarie per capire come un bacino idrografico, o sua porzione, si comporta e quale sia l'impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, all'analisi economica comprensiva dei costi ambientali e dell'utilizzo della risorsa, alla partecipazione pubblica.

E l'Italia, ancora una volta, è risultato essere il Paese più arretrato d'Europa, un Paese che di fronte ad un ritardo settennale nell'applicazione della direttiva continua a perdere terreno proprio perché fa finta di non sapere, si ostina a non sentire, a sottrarsi al confronto, persevera nell'attuare forme di gestione tanto più irresponsabili quanto più autoreferenziali.

Non è infatti un caso che lo stesso funzionario della Commissione Europea che relazionò a Bruxelles il 23 marzo scorso, intervenne a Udine nel novembre 2005, in occasione della conferenza internazionale organizzata dal Wwf: "Dalla direttiva quadro Acqua alla gestione integrata del rischio alluvionale. Esperienze in Europa. Il caso Tagliamento " evidenziando le gravi mancanze del nostro piano stralcio, indifendibile nel merito e nel metodo.

Sebbene sia infatti superfluo ricordare che la partecipazione del Wwf al famoso "tavolo tecnico" è consistita nel ribadire l'assoluta indisponibilità dell'associazione ad avvallare l'attuale piano stralcio e l'inutilità delle opere previste nel sito comunitario Greto del Tagliamento vale la pena spendere qui qualche parola sul metodo.

La procedura adottata dall'amministrazione regionale serve sì a coinvolgere i sindaci ma, appunto, su una decisione già presa. La valutazione d'impatto ambientale pertanto non potrebbe avere ad oggetto le eventuali alternative all'intervento e, tantomeno, la cosiddetta "alternativa zero", ossia la non realizzazione dell'opera.

Ma c'è di più. I giudizi di impatto ambientale non potrebbero neppure incidere significativamente sull'elaborazione del progetto definitivo giacché le fondamentali prescrizioni cui subordinare l'approvazione dell'opera sarebbero già state concordate dai soggetti competenti in sede di commissione regionale dei Lavori pubblici.

E per ritornare al punto di partenza, anche questo modo di procedere niente ha a che vedere con ciò che oggi s'intende in Europa per informazione, consultazione, coinvolgimento delle parti in gioco e dell'opinione pubblica. È, semmai, il contrario. Nicoletta Toniutti



da Il Gazzettino Online di Martedì, 27 Marzo 2007
Ambiente, nasce la rete dei comitati
Primo incontro regionale sabato a Gemona. Convocato da "Assieme per il Tagliamento"
Gemona - "Carissimi esponenti di comitati ed associazioni di protezione ambientale del Friuli Venezia Giulia, davanti all'evidenza di una politica del territorio sempre più insostenibile ci pare fondamentale trovare un momento di incontro per mettere a punto strategie e sinergie. L'esperienza di questi anni di attività ci ha infatti insegnato che possiamo spuntarla solo se impariamo a mettere in rete conoscenze, capacità, percorsi". Carta e penna metaforicamente in mano, Franca Pradetto di "Assieme per il Tagliamento", scrive, invita e chiama a raccolta le forze, per concretizzare e allargare un'unione che già ha avuto modo di manifestarsi in solidarietà e iniziative comuni tra comitati vari ad esempio nelle questioni elettrodotti e autostrada."Siamo convinti - spiega la Pradetto - che, aldilà delle singole questioni puntuali che ci vedono impegnati, esista un denominatore comune che va affrontato e combattuto unanimemente, ovvero il metodo antidemocratico con cui la regione prende le decisioni strategiche, ascoltando le grandi lobby economiche ed ignorando la voce dei portatori di interessi diffusi, delle piccole economie locali, dei cittadini impegnati a salvaguardare l'integrità culturale, sociale ed ambientale delle comunità friulane. Per questi motivi - continua - abbiamo deciso di provare a riunire in un coordinamento tutte le entità impegnate nella difesa dei territori del Friuli Venezia Giulia, da Muggia al Tarvisiano, dalla Bassa Friulana al Cansiglio, al Passo della Mauria, ad Aviano eccetera".I soggetti coinvolti e chiamati a raccolta tramite lettera e passaparola, si incontreranno per la prima volta a Gemona sabato prossimo alle 18 nella sala della locale Comunità montana e ognuno di loro avrà modo di presentarsi con un breve intervento che illustri la propria attività e il relativo stato delle cose. In quella sede, se emergerà la volontà comune di proseguire con il coordinamento, l'assemblea deciderà il dove, il quando e il come dei successivi incontri. L'obiettivo ultimo non sarà quello di creare un organo che si sostituisca alle varie associazioni e ai diversi comitati, bensì quello di "supportare tutti gli aderenti nelle iniziative e di provare ad organizzare una grande manfestazione unitaria, in grado di impensierire più efficacemente i decisori politici".
Francesca Spangaro


da Il Messaggero Veneto di Martedì, 27 Marzo 2007
Piano regionale per l'acqua del Tagliamento
Edipower dovrà provvedere a rilasci continui e regolari dalle proprie prese per salvaguardare l'ecosistema del fiume
Su proposta dell'assessore Moretton varato il programma di attività per garantire il deflusso minimo vitale a valle delle captazioni idroelettriche
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da Il Gazzettino Online di Domenica, 25 Marzo 2007
IL DIBATTITO Tagliamento e casse d'espansione una scelta discussa con il territorio
di Gianfranco Moretton (*)

L'intervento di Nicoletta Toniutti, del Wwf, di giovedì scorso pone l'attenzione sugli interventi di natura idraulica che l'Amministrazione regionale sta realizzando, in modo particolare nel bacino del fiume Tagliamento con attenzione alle casse di espansione. In proposito è opportuno osservare che gli interventi nel bacino del fiume sono realizzati nel rispetto di uno strumento di programmazione generale quale il Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume.

Il Piano, ha individuato le criticità e le priorità degli interventi a scala di bacino ed è stato redatto sulla base di tutti gli studi eseguiti e delle conoscenze possedute in materia idraulica, con il coordinamento dei componenti del Comitato tecnico dell'Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento , Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione, costituito da esperti di rilievo in materia idraulica e idrologica.

Da parte sua l'Amministrazione regionale ha stipulato un accordo con l'Università di Udine, per studi di approfondimento connessi con l'esecuzione di interventi integrativi da effettuarsi lungo tutta l'asta del Tagliamento e con le possibili varianti al Piano stralcio. Gli studi costituiscono un contributo alla conoscenza delle dinamiche del fiume e delle modalità di propagazione delle piene.

Nel percorso amministrativo seguito per la realizzazione delle casse di espansione, considerata la complessità dell'opera e la delicatezza del suo inserimento nel tessuto ambientale e sociale della zona, l'Amministrazione regionale ha deciso di adottare la procedura della Commissione regionale dei lavori pubblici, potendo così coinvolgere i sindaci dei Comuni presenti nell'area di intervento, che seguendo la procedura ordinaria non sarebbero stati direttamente interessati da alcuna richiesta di autorizzazione o parere, ma avrebbero potuto solo esprimere un parere durante l'istruttoria sul progetto delle casse, connessa alla valutazione di impatto ambientale.

Inoltre, nell'ambito delle iniziative che la Regione ha ritenuto di assumere per esaminare oltre alle problematiche di carattere idraulico anche quelle inerenti alla preservazione dell'ecosistema fluviale del Tagliamento nella sua complessità, ed a tutelare l'assetto socio-economico dell'area di intervento, a suo tempo, è stato istituito un tavolo tecnico, composto dai rappresentanti degli enti e amministrazioni direttamente interessati dalla realizzazione di tali opere: più precisamente, dei sindaci delle amministrazioni comunali di Pinzano al Tagliamento , Ragogna, e Latisana, e dei rappresentanti della Coldiretti, del Wwf, di Lega Ambiente e del Coordinamento dei comitati territoriali e dei cittadini associati.

Tra le iniziative più recenti intraprese per la realizzazione delle casse di espansione, si evidenziano gli incontri con i dirigenti del ministero dei Lavori pubblici, al fine di individuare un percorso condiviso, che consenta la trattazione di tutte le problematiche di carattere ambientale nell'ambito della procedura di Via.

In tal senso la Regione intende promuovere lo studio di impatto ambientale sul progetto di dette casse, in modo che sia sviluppato non secondo criteri meramente giustificativi di scelte pianificatorie o progettuali già effettuate, ma con un'azione di ampio respiro, che analizzi tutte le possibili soluzioni alternative. In altre parole, la scelta progettuale che sarà individuata per realizzare le opere di laminazione delle piene del fiume, non costituirà una scelta obbligata, bensì sarà il risultato del confronto tra tutte le soluzioni possibili che consentiranno la messa in sicurezza del territorio nel rispetto dei valori ambientali.

(*)Vicepresidente della Giunta regionale e assessore ai Lavori pubblici e all'Ambiente


da Il Gazzettino Online di Venerdì, 23 Marzo 2007
Su proposta dell'assessore Moretton varato il programma di attività per garantire il deflusso minimo vitale a valle delle captazioni idroelettriche
Piano regionale per l'acqua del Tagliamento
Edipower dovrà provvedere a rilasci continui e regolari dalle proprie prese per salvaguardare l'ecosistema del fiume
Ovaro - Per tutelare l'ecosistema fluviale del bacino del Tagliamento la Giunta regionale ha approvato ieri, su proposta dell'assessore all'Ambiente Gianfranco Moretton, il programma di attività per garantire il deflusso minimo vitale a valle delle captazioni idroelettriche.
Per minimo deflusso si intende la portata istantanea di un corso d'acqua necessaria per salvaguardarne le caratteristiche chimico-fisiche e le forme di vita animale che vi abitano. Le attività, a cui verrà dato avvio con tempestività prima di eventuali siccità estive, consistono in una prima fase conoscitiva che si svilupperà per 36 mesi, durante la quale verranno effettuati alcuni rilasci idrici sperimentali da alcune prese della ditta concessionaria Edipower Spa (già Sade e poi Enel). Entro 15 giorni dalla data di emissione del decreto, Edipower effettuerà rilasci continui e costanti dalle opere di presa sui corsi d'acqua con bacino idrografico di alimentazione superiore a 10 chilometri quadrati (oltre al Tagliamento la sperimentazione riguarderà il Lumiei, Degano, Tolina, Giaf, Novarza, Chiarzò, Vinadia, Seazza, Miozza ed Ambiesta). I rilasci costanti e continui, per una portata totale di 1.620 litri per secondo, verranno dunque effettuati nella presa sul Tagliamento in località Caprizi (portata 430 l/s), nella presa sul torrente Degano ad Ovaro (700 l/s), in quella sul torrente Lumiei in località Plan dal Sach (215l/s) e nelle prese sul torrente Vinadia (135 l/s), Tolina (40l/s) e Giaf (100 l/s). In questa fase è stata esclusa la possibilità di rilasci in corrispondenza delle dighe della Maina sul torrente Lumiei, di Verzegnis sul torrente Ambiesta e del Novarza, a causa di problemi tecnici legati all'adeguamento delle strutture. Parimenti sono state escluse da questa fase di attività le prese sul Seazza a causa dell'inacessibilità del tratto da monitorare subito a valle, nonché dalle prese sul Tagliamento a Forni di Sopra, sul Miozza e sul Chiarzò a causa della natura del tratto d'alveo che non consente di realizzare un sistema fluente continuo ma solo qualche pozza d'acqua isolata, rendendo così il rilascio poco significativo ai fini della sperimentazione. I dati di monitoraggio, che si aggiungeranno a quelli sui livelli freatici già raccolti in base ad un accordo con l'Autorità di Bacino, saranno utilizzati per determinare i valori del deflusso minimo vitale ai fini della redazione del Piano di tutela delle Acque.


da Il Gazzettino Online di Giovedì, 22 Marzo 2007
Mentre in Regione si celebra con ...
Mentre in Regione si celebra con enfasi la giornata mondiale dell'acqua, a Bruxelles si presentano ufficialmente i dati che riflettono l'operato dei Paesi comunitari in materia di applicazione della Direttiva quadro acqua, che ha segnato un punto di svolta e un importante avanzamento culturale in tema di gestione dell'acqua e degli ambienti terrestri da essa dipendenti. L'Italia ne esce in maniera pessima: tra i paesi membri è quello che meno si sta impegnando per il raggiungimento del buono stato delle proprie acque superficiali interne, di transizione, sotterranee e delle acque costiere.Il Friuli Venezia Giulia non fa eccezione, come dimostrano le programmate "casse di espansione " e gli interventi in emergenza in corso di realizzazione in tutto il bacino del Tagliamento, che prescindono da qualunque approfondita conoscenza e valutazione a scala di bacino delle dinamiche fluviali e degli impatti dovuti alle attività umane. Tali scelte riflettono la totale mancanza di comprensione e considerazione riguardo all'importanza di mantenere la funzionalità ecologica dei corpi d'acqua, che invece la Direttiva europea riconosce come prioritaria chiedendo ai singoli Paesi d'impedirne l'ulteriore deterioramento. Ma l'aspetto che forse più sconcerta è l'arroganza con cui le scelte vengono portate avanti: anche qui siamo in aperta contraddizione con la Direttiva quadro acqua, che richiede di operare in modo trasparente coinvolgendo le comunità locali e le organizzazioni che le rappresentano affinché esse possano influire sui processi decisionali. Informazione diffusa, disponibilità al confronto e al dialogo costruttivo, attenzione alle esperienze più avanzate, conoscenze approfondite e multidisciplinari, trasparenza e coinvolgimento di tutte le parti in gioco è ciò che oggi viene richiesto ai decisori politici. Di fronte a tanta complessità le soluzioni non stanno infatti nel continuo ricorso a interventi in emergenza che premiano la realizzazione di infrastrutture in cemento e di opere faraoniche, ma nel recupero e nella tutela della funzionalità ecologica dei corpi d'acqua - laddove questa ancora esiste -, nell'educazione a ridurre i consumi in tutti i settori - domestico, agricolo, produttivo - e a vivere il territorio come un prezioso, complesso sistema dalle cui risorse naturali dipende la nostra vita e la vita di quelli che verranno. Così non solo si impiegherebbero meglio quantità strabilianti di soldi pubblici ma si darebbe anche un contributo importante alla crescita civile e solidale della nostra società. Un buon modo per celebrare la giornata mondiale dell'acqua!
* del WWF Fvg


LA CJACARADE Domenica, 11 Marzo 2007
Il peso della questione ambientale sulle scelte elettorali
di Andrea Valcic

Si scaldano i motori in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. Le amministrative di maggio ne rappresentano l'assaggio. Il boccone più prelibato è certamente Gorizia dove la Casa della libertà cala come asso, un politico di lunga esperienza come Romoli, capace di interpretare i sentimenti più tradizionali dell'elettorato cittadino. Di fronte un sindaco uscente, Brancati, che non riesce a far valere il fattore riconferma, bloccato anche dalle intemperie interne alla Margherita e dallo sfiorire dell'effetto di città transfrontaliera. Interessanti altri duelli: a Lignano, per il peso sull'economia turistica che la località riveste e Cervignano. Qui non sembra in discussione la rielezione del sindaco Paviotti, ma sarà interessante vedere, come a Pocenia, quale effetto potrà produrre sul voto la vicenda Tav.

Il Comitato per la difesa del Friuli ha posto la questione ambientale come elemento non trattabile, come punto fermo per qualsiasi confronto con la Regione.

In effetti una coperta a macchie di leopardo sembra ricoprire il territorio, ma senza alcun effetto benefico. Anzi surriscalda la discussione, dalla Carnia sino alla laguna. Dagli elettrodotti alle casse d'espansione sul Tagliamento , al percorso appunto dell'alta velocità che taglia la Bassa. Senza entrare nei rispettivi meriti delle questioni, c'è comunque un denominatore comune: l'impressione che qualche decisione sia calata dall'alto, in nome di uno sviluppo futuro, talmente chiaro che metterlo in discussione assume i contorni di pazzia o ignoranza.

Il dubbio però è forte: se non ci fosse stata la mobilitazione popolare, sarebbe intervenuta la commissione europea per bloccare le casse d'espansione? E chi sosteneva la loro scientifica necessità, di fronte alla bocciatura ammette la possibilità di essersi sbagliato? Ma se si commette un errore di tale importanza, non è possibile forse commetterne altri, dove si mostrano altrettante certezze e sicurezze?


da Il Gazzettino Online dell'11 marzo
Processo Burgo, Wwf parte civile per conto del Comune e della Provincia
Tolmezzo - Seconda udienza in tribunale a Tolmezzo per i componenti dell'ex giunta regionale Antonione, imputati per concorso in danneggiamento, nel secondo troncone del processo Burgo. In seguito alle richieste avanzate dalla difesa e dalla parte offesa nella prima udienza dello scorso 19 gennaio, ieri il giudice monocratico Camillo Poillucci era chiamato a pronunciarsi su alcuni punti. La sulla richiesta del Wwf di legittimazione a costituirsi come parte civile anche per conto del Comune di Tolmezzo, della Provincia e della Regione per il risarcimento del danno per l'inquinamento provocato dalla cartiera alle acque del Tagliamento ; le richieste di rito abbreviato per l'imputato Sergio Dressi (legale Manlio Contento del foro di Pordenone), allora assessore regionale; il procedimento a carico degli altri componenti dell'esecutivo regionale Roberto Antonione e Walter Santarossa assistiti dall'avvocato Piero Longo del foro di Padova, Paolo Ciani (legale Manlio Contento), Aldo Ariis e Giorgio Pozzo (Claudio Mussato del foro di Udine) Franco Franzutti (Giuseppe Sbisà, Trieste) Maurizio Salvador (Francesco Longo, Pordenone).In aula, alla presenza dei soli imputati Dressi e Ciani, ci sono state le opposizioni da parte degli avvocati difensori Francesco Longo e Manlio Contento alla richiesta del Wwf. Fra le contestazioni che all'associazione ambientalista non spetterebbe tale compito di sostituzione del Comune. Il giudice Poillucci ha ammesso la legittimazione del Wwf a costituirsi parte civile per il Comune di Tolmezzo e per la Provincia di Udine, con la sola eccezione dell'azione esercitata in sostituzione della Regione Friuli Venezia Giulia.Per quanto riguarda invece i procedimenti a carico degli ex amministratori regionali, è stata formulata da parte dei legali di difesa, così come avvenuto per il procedimento Dressi nell'udienza precedente, la richiesta di rito abbreviato dei procedimenti, per il quale il pm Cavalieri ha avanzato l'ulteriore proposta di riunione dei procedimenti. Il giudice ha ammesso sì gli imputati al giudizio di rito abbreviato, ma separatamente; stessa decisione è stata poi confermata anche per l'imputato Sergio Dressi. Il prossimo 19 maggio 2007, alle 10.30 la nuova e forse decisiva udienza.
D.Z.


da Il Gazzettino Online di Giovedì, 22 Febbraio 2007
Wwf- Italia ribadisce: «Mai avallata la cassa sul greto del Tagliamento»
Roma - «Che il WWF non abbia mai avvallato la scelta di realizzare un'unica cassa di espansione nel sito "Greto del Tagliamento" contemporaneamente alla realizzazione di non meglio specificate opere altrove, è senz'altro fuori di dubbio e di conoscenza diffusa. Apprezziamo comunque il desiderio di informazione dimostrato dal consigliere Molinaro. E con fiducia speriamo che la stessa curiosità dimostrata da Molinaro sia impiegata nella ricerca e nello studio delle diverse alternative, nell'approfondimento della questione, nella comparazione della credibilità delle fonti e delle conclusioni cui sono giunti gli esperti che in questi anni si sono pronunciati». Questo il testo di parte del comunicato con cui Wwf-Italia smentisce dunque quasiasi approvazione per le casse d'espansione. Del resto la sua contarietà al progetto è stata resa nota in molte occasioni. Basterebbe ricordare il viaggio studio del 2005 in Loira, le serate d'informazione in molti centri della regione e l'evento Trame organizzato proprio sul Tagliamento.



Tg Telefriuli del 8/2/07 - Tg Telefriuli del 8/2/07 (H263) - Tg Telefriuli del 8/2/07 audio Mp3


da Il Messaggero Veneto dell'8/2/07
Casse di espansione: nessun incontro con Pecoraro Scanio
San Daniele
di Raffaella Sialino
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da Il Messaggero Veneto del 4/2/07
Il sindaco Daffarra: <<La sicurezza si può ottenere senza devastare il territorio>>
Ragogna
di Raffaella Sialino
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da La Vita Cattolica di sabato 3/2/07
Cania : Alto FRiuli
"Un'autostrada inutile"
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da Il Nuovo Friuli n. 290 del 2 febbraio 2007
"Uno squarcio in Val Tagliamento"
la protesta dei sindaci della carnia e del cadore contro la nuova autostrada
Da Tolmezzo a Longarone passando per Ampezzo, Forni di Sopra e diverse località del Cadore attraverso 85 km di gallerie, viadotti e ponti: è la nuova autostrada che Friuli Venezia Giulia e Veneto vorrebbero realizzare a collegamento delle due zone montane. Loro, i sindaci della Carnia e del Cadore, hanno già detto "no grazie". No, perché è più urgente sistemare la viabilità ordinaria, in attesa di massicci interventi promessi da trent'anni e mai realizzati; no, perché le fantomatiche imprese che la nuova autostrada pretende di salvare dall'isolamento di fatto se ne sono già andate, delocalizzate a migliaia di chilometri di distanza; no, perché questo progetto rischia di compromettere l'ultima vera risorsa su cui i Comuni montani possono contare per garantirsi la sopravvivenza: l'ambiente, il paesaggio e le opportunità di sviluppo turistico ad essi legate.

Sebbene ancora nella fase embrionale del progetto di fattibilità, l'autostrada che la Regione Friuli Venezia Giulia guidata da Riccardo Illy e la Regione Veneto di Giancarlo Galan vorrebbero realizzare a collegamento tra Carnia e Cadore sta già incontrando numerosi ostacoli: in primis, la contrarietà dei Comuni che verranno interessati dalla nuova viabilità, da Tolmezzo a Longarone passando per un ampio tratto della Val Tagliamento. In secondo luogo, la certezza che le richieste di finanziamenti comunitari per la costruzione di nuove opere viarie sono ormai prive di copertura economica.

A sostenerlo è stato l'europarlamentare Sepp Kusstatscher, membro della commissione trasporti della Commissione Europea, intervenuto ad un incontro pubblico organizzato da alcune associazioni e comitati che da tempo cercano di sensibilizzare la popolazione su un progetto su cui finora l'amministrazione regionale non ha ritenuto di divulgare alcuna informazione.

E proprio nel corso di questo incontro - tenutosi a Villa Santina alla presenza di oltre 200 persone, tra cui rappresentanti delle forze politiche, amministratori e soprattutto tanti cittadini interessati al futuro del proprio territorio ma caratterizzato anche dal forfait dell'ultimo minuto degli assessori regionali Lodovico Sonego e Enzo Marisilio che inizialmente avevano dato la propria disponibilità a partecipare - è stato presentato per la prima volta il tracciato della nuova viabilità come da progetto dell'Anas.

Si tratterebbe di una infrastruttura lunga 85 km - 42 dei quali in galleria, 6,4 su viadotto e 7 svincoli (per un costo totale che supera i 2 miliardi di euro) - destinata a congiungere l'autostrada A23, casello di Amaro, con l'A27 che termina a Belluno, passando per diversi comuni della val Tagliamento (tra cui Villa Santina, Socchieve, Forni di Sopra e Forni di Sotto) e percorrendo un ampio tratto del cadorino, da Lorenzago a Pieve di Cadore. Un'infrastruttura, insomma, che - a detta di molti osservatori - avrebbe conseguenze devastanti sull'ambiente alpino e interferirebbe in maniera disastrosa con il delicato e ricchissimo ecosistema del Tagliamento; un'infrastruttura che soprattutto rischia di sventrare due vallate che invece stanno pensando a tutt'altro per promuovere e rivitalizzare i propri territori, come hanno chiarito durante l'incontro i sindaci di Socchieve e di Calalzo di Cadore Luciano Mazzolini e Pier Mario Fop.

"Quello che i Comuni carnici vogliono - spiega Franca Pradetto, presidente dell'associazione Assieme per il Tagliamento - è che venga sistemata la viabilità ordinaria e con urgenza: non avere, tra vent'anni, un'autostrada che ritengono inutile e dannosa per l'ambiente e per le comunità locali".

"La Regione - continua la Pradetto - sostiene questo progetto con la necessità di togliere i comuni montani dall'isolamento ma i sindaci sostengono di non sentirsi affatto isolati. Anzi, temono che sarà proprio questa nuova autostrada ad isolarli, bypassandoli come è successo a Pontebba con l'A4. Diversamente, credono che l'unica prospettiva di sviluppo sia legata al turismo e alla valorizzazione del territorio e dell'ambiente". E lo sventramento e lo stravolgimento della valle e il conseguente passaggio quotidiano di centinaia di tir e vetture non andrebbero certamente nella direzione di uno sviluppo ecosostenibile dell'area.

Preoccupazioni, queste, che condividono anche i Comuni cadorini: secondo il sindaco di Calalzo, non corrisponderebbe affatto al vero quanto affermato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e cioè che l'autostrada servirebbe alle industrie del Cadore; da anni infatti queste aziende - ha detto Fop -, trasformate in multinazionali, hanno delocalizzato altrove la produzione, lasciando l'intera area in una situazione di grave depressione. Il Cadore punta ora nel turismo ecosostenibile per la sua ripresa e l'autostrada costituirebbe dunque anche per quelle comunità un enorme danno economico, oltre che ambientale. C'è poi un'altra fortissima perplessità legata al progetto della nuova viabilità, destinata a bucare in ampi tratti le montagne nostrane che però - ricorda la Pradetto &endash; "sono ricche di sorgenti e si trovano in piena zona sismica: le infiltrazioni creano perciò seri motivi di sicurezza e questo è il motivo per cui la Galleria del Diavolo di Forni di Sopra è ferma da 16 anni". Considerando che degli 85 km di autostrada, ben 42 sono previsti in galleria, l'ipotesi della nuova autostrada diventa perciò quasi fantascientifica. Eppure, i timori che venga davvero realizzata restano: "In fondo - ricorda la Pradetto - il progetto è inserito nel protocollo d'intesa Stato-Regione firmato da Illy e Prodi lo scorso ottobre". Un protocollo che all'articolo "Grandi opere" impegna lo Stato a "favorire, in ossequio al protocollo stipulato a Gorizia in data 5 aprile 2004 tra l'allora Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ed i Presidenti delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, la realizzazione del collegamento di connessione tra la A23 e la A27 attraverso il traforo della Mauria".
E questo - premette il Protocollo - in nome dell'"obiettivo dello sviluppo sostenibile del sistema socio-economico della Regione Friuli Venezia Giulia". Sviluppo sostenibile?


da Il Gazzettino Online di Venerdì, 2 Febbraio 2007
«La dura reazione del presidente Illy alle dichiarazioni degli ambientalisti era opportuna»
Radical-chic. Così si chiamavano una volta gli esponenti di un certo tipo di sinistra poco avvezza alle fabbriche, alle riunioni di base dei partiti, ai problemi primari della gente. Persone, insomma, più adatte a sottoscrivere manifesti contro questo o quello, presenziare ai premi letterari, ottenere qualche contratto dalla RAI e, dalla fine degli anni '60, coniare termini quali ecologia o impatto ambientale. Allora il problema della natura restava in secondo piano, rispetto alle lotte, sempre, ben si intende, fatte dagli altri: per il Viet-Nam o per Cuba. Dopo che il Muro di Berlino gli è rovinato addosso, non potendo più combattere un sistema alla vecchia maniera, molti di quelli si son tinti di verde. Ad essi, si sono uniti anche molti giovani, a cui i problemi del lavoro (il proprio) e del danaro (generalmente quello dei genitori) non hanno mai turbato il sonno. Insomma, cosa c'è di più facile, di più naturalmente idoneo a raccogliere il consenso ed il plauso un po' di tutti, quanto il parlare di pace o di difesa della natura? Cosa c'è di meglio per sentirsi bravi, buoni e belli? Di solito, pretendono di aver sempre ragione, e di far prevalere una battaglia ideale (la loro) contro ogni altro interesse, sempre inferiore, o meno nobile. Venendo a noi, dopo 40 anni la Regione ha deciso di cominciare a risolvere in radice il problema della sicurezza di Latisana dalle alluvioni del fiume, realizzando delle "casse di espansione", cioè dei bacini da riempire in caso di piena nel medio corso del fiume. Subito comitati, appelli, manifesti in difesa di qualche rara orchidea, di qualche talpa pellegrina, o di qualche rara specie di ranocchi, hanno alzato la voce per bloccare tutto. Per fortuna, il Presidente della Giunta Regionale è intervenuto per bloccare un'iniziativa dell'onorevole Francescato, che pure ribadisce che il Ministro Verde dell'Ambiente riceverà quei comitati. Il Ministro Pecoraro, o meglio, la sua Segreteria, smentisce. Noi siamo certi che qualcuno a Roma quei comitati li riceverà. Il problema, sarà sapere a chi si racconteranno le balle: se a noi, o alle vestali dell'ambiente, affrante.
Ce n'è un altro veramente, di problema: chi comandi. Per parte nostra, siamo certi che, fin quanto accanto ad Illy ci sarà un vice presidente come Moretton, che non si spaventa quando c'è bufera, questa volta dovrebbe vincere il buon senso.
Auguri Illy, auguri Moretton e auguri Latisana. Quanto al Ministro Pecoraro, speriamo si ricordi di quel che è accaduto dalle sue parti, qualche anno fa.



da Il Gazzettino OnLine di Mercoladì 31 Gennaio 2007
DIGNANO Dura reazione di Illy alle dichiarazioni della Francescato
«Senza piano stralcio, ministero responsabile di eventuali vittime»

Dignano - Dura presa di posizione del presidente Illy dopo le dichiarazioni dell'onorevole Maria Grazia Francescato riguardo le casse d'espansione.In una intervista, andata in onda ieri sera su Telefriuli, il presidente ha voluto sottolineare come sia del governo la decisione delle casse d'espansione: «La Regione è chiamata solo ad eseguire, quindi la Francescato chieda al suo ministro spiegazioni». Ma Illy non si è fermato qui: «Se poi il governo- ha proseguito- deciderà di non procedere con il piano stralcio, noi constateremo questa volontà. Ma si assumerà anche la responsabilità, in caso di alluvione, delle eventuali vittime e dei danni che ci saranno». Che cosa aveva sostenuto la Francescato per provocare una reazione così forte da parte del presidente? Lunedi la parlamentare dei Verdi con i membri del Comitato dell'associazione "Assieme per il Tagliamento", aveva fatto una capatina anche sul ponte di Pinzano, da dove aveva avuto modo di rendersi conto di persona, del luogo ove si dovrebbero realizzare le tanto discusse "casse di espansione" per la messa in sicurezza del fiume.Alla fine della visita, la Parlamentare dei Verdi, Maria Grazia Francescato, non le aveva mandate a dire: «Sono senza parole sulla bellezza di questo luogo e se oseranno fare quest'opera dovranno passare sul mio corpo»- aveva dichiarato perentoriamente. Una posizione scontata, ma in linea, le è stato chiesto, con quella del suo ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio?.«So d'interpretare la sua volontà se dico che noi rinnoviamo il nostro impegno affinchè il Tagliamento venga salvaguardato. E' uno degli ultimi fiumi d'Italia e d'Europa rimasti ancora allo stato naturale e ci mancherebbe pure che lo distruggessimo. Fra l'altro chiediamo che i fondi stanziati di 70 milioni di euro, vengano cassati definitivamente, oppure dedicati ad opere di salvaguardia del territorio veramente necessarie. Questa battaglia è fra le nostre priorità: la persona che al ministero farà da referente è Gaetano Benedetto. E riguardo ai rapporti tra ministero e Regione: «Ho appreso che nell'agenda del Ministro l'incontro con Moretton non ci sarà nemmeno per questa settimana - dice ancora la parlamentare - ma in ogni caso è meglio mettersi il cuore in pace perchè quest'opera non si farà. Con il drastico cambiamento del clima ci dovremo piuttosto occupare di proteggere il ciclo idrico del Tagliamento fra piene e siccità. Per garantire un minimo deflusso vitale dobbiamo pensare ad opere di mitigazione, piuttosto che a una madornale, come le casse, che servono solo il grande business. Proprio questa mattina ho avuto conferma che la valutazione dell'impatto ambientale la farà il Ministero e per parte nostra chiederemo anche la "valutazione strategica", quella cioè di più ampio respiro richiesta dall'Unione Europea». E sul minimo deflusso vitale ? «Per prima cosa occorrerà cercare di mantenere l'acqua alle origini, e poi la parola d'ordine è proteggere l'intero ciclo dalla sorgente alla foce, sulla base di un piano di sviluppo regionale che sposi l'ecologia all'economia».Ivano Mattiussi


da Il Gazzettino OnLine di Martedì, 30 Gennaio 2007
Elettrodotto, mobilitazione verde
Grazia Francescato contro il progetto a Somplago: «Valutiamo ogni strada per bloccarlo»

Udine - Mobilitazione verde. Per una politica che abbini ecologia ed economia, senza sacrificare la natura a logiche di puro business: si può riassumere così la visita sul nostro territorio del deputato dei Verdi, Grazia Francescato, eletta nel collegio del Friuli Venezia Giulia, e accompagnata nel tour dal consigliere regionale Alessandro Metz. La scaletta prevedeva tre priorità: elettrodotto, casse di espansione e rigassificatori. Su nessuna voce la negoziazione è possibile. «Non permetteremo che logiche affaristiche compromettano la salvaguardia del territorio», ha asserito dopo il sopralluogo sul Tagliamento e l'incontro, nella sede udinese della Regione, con i sindaci e i rappresentanti dei Comitati contro l'elettrodotto Italia-Austria di Somplago. Boccia il centrosinistra regionale in maniera strong: «La politica della maggioranza di centrosinistra sembra quella di centrodestra: è come se il mercato fosse diventato la nuova divinità cui piegarsi».

ELETTRODOTTO Tutelare la valle prima di tutto. Il deputato ambientalista ha promesso ai sindaci dei Comuni coinvolti dal progetto che terrà i fili diretti con il ministero dell'Ambiente. Obiettivo: stoppare tutto. Le carte sono state già inviate a Roma e adesso «valuteremo ogni strada possibile per mettere la parola fine a questo progetto che deturpa il territorio», ha scandito la Francescato che assieme al deputato Emanuela Di Centa aveva presentato un'interrogazione parlamentare. Imminente anche la visita di Francescato e Di Centa nelle zone che dovrebbero vedere la nascita dell'elettrodotto: «Intendiamo battezzare l'area a palestra intoccabile per i fondisti». Del resto, senza questo santuario degli sportivi «le medaglie d'oro della Regione si dimezzerebbero», ha ricordato il deputato che ha messo all'indice l'assenza del piano energetico regionale: «Non si possono progettare opere a spot senza un'attività organica e in questo inserisco anche la mancanza di un piano nazionale». No al coordinamento? No a grandi opere. Nessuna concessione.

CASSE DI ESPANSIONE Fiume intoccabile. Battezzare l'area (già Sic) a patrimonio Unesco, in modo che mai potranno vedere la luce i "mostri", ovvero le casse di espansione sul Tagliamento. Tranchant anche su questo capitolo, la Francescato, che nella mattinata era sul ponte di Pinzano, bolla come «follia allo stato puro» il progetto-casse per tre ragioni: devastante dal punto di vista ambientale; costosissimo («I 70 milioni di euro meglio spenderli per la tutela del ciclo idrico»), pericoloso dal momento che, a irreggimentare il canale, si triplicano i rischi per le popolazioni, afferma il deputato che manda un suggerimento all'assessore Gianfranco Moretton: «Si metta il cuore in pace: questo business non passerà».

RIGASSIFICATORI Altro scempio, a detta del deputato. Un modo per alterare l'equilibrio dell'Alto Adriatico. Attaccati anche i do ut des con la Slovenia: «Impensabile che il governo nazionale "tratti" il raddoppiamento della centrale di Krsko per ottenere, in cambio, il via libera sui rigassificatori: ma che politica è?», si domanda Metz in pieno accordo con la verde Grazia. «Si deve andare verso Finanziarie verdi e incentivi verso energie rinnovabili».
Irene Giurovich


da Il Gazzettino Online di Martedì, 30 Gennaio 2007
CONTRARIO IL CADORE «Più che devastare il territorio occorre migliorare la viabilità»
«E' sicuramente necessario migliorare la viabilità ordinaria soprattutto nei punti critici (Longarone-Castellavazzo); non è assolutamente necessario devastare il territorio». Questa la posizione di Pier Mario Fop, sindaco di Calalzo di Cadore, al convegno di Villa Santina sullo Studio di Fattibilità dell'ipotesi di completamento tra le autostrade A23 e A27, studio che «finora nessun amministratore del Centro Cadore ha avuto la possibilità di vedere ufficialmente». «Sono rimasto stupito - afferma Fop - perché, nonostante le rassicurazioni che il territorio del Centro Cadore non sarebbe toccato dalla grossa arteria di comunicazione, in realtà esso sarebbe interessato da due svincoli autostrada li (uno a Caralte ed uno a Lorenzago) oltre ad alcuni viadotti di attraversamento delle valli trasversali a quella del Piave (sulla sinistra), uno ad esempio nella Val Talagona con gli Spalti di Toro sullo sfondo». «Con la crisi dell'occhialeria, le Comunità del Centro Cadore hanno necessità di un rilancio di altre forme economiche. Grazie alla fortuna del nostro ambiente naturale, una risorsa è quella del turismo, che non si può fare all'ombra dell'autostrada ma valorizzando un turismo sostenibile ed ecocompatibile. L'autostrada diventerebbe un corridoio di transito di molti mezzi leggeri e pesanti a vantaggio di altri territori lontani da qui. Qui rimarrebbero solo traffico, fumi, rumore».Il Comune di Calalzo, quello di Domegge e quello di Pieve di Cadore, con deliberazioni consiliari del 2001, avevano già espresso forte contrarietà al prolungamento della A27 in modo chiaro e motivato. Contrarietà ribadita nel 2003 in occasione di un convegno organizzato a Calalzo con la partecipazione di molti rappresentati di territori attraversati da autostrade. «Sono assolutamente d'accordo con le indicazioni della UE relative al problema di ridurre il traffico su gomma migliorando i servizi pubblici, in particolare il trasporto su rotaia per motivi di inquinamento, salute e tutela ambientale. L'Autostrada è in contrasto con tutto questo».
Daniela De Pol

da Il Gazzettino OnLine di Martedì, 30 Gennaio 2007
VERTICE CON I SINDACI «Prima il piano energetico»
Udine - (irgi) «A chi serve?». La domanda è riecheggiata in continuazione durante il faccia a faccia fra il deputato dei Verdi, Grazia Francescato, i sindaci di Cavazzo e Paluzza e i rappresentanti dei comitati spontanei, riuniti ieri pomeriggio attorno a un tavolo convocato per fare il punto sulla situazione dell'elettrodotto che passerebbe per la Carnia. Più di un'ora, trascorsa nella sede della Regione in via San Francesco, necessaria a riassumere i tre progetti sul tappeto (Pittini-Fantoni, Burgo e Secab) e a capire le future mosse del Ministero. «Il no ad elettrodotti che rispondono soltanto a interessi particolari è netto e deciso», precisava il deputato che ha stabilito un criterio imprescindibile: «Almeno fino a quando non verrà varato un piano energetico regionale, l'opposizione a progetti simili non può venire meno». E quando ci sarà il piano, invece, cambierà la posizione di Roma? «Si valuterà se il singolo progetto rientra o meno in un'azione coordinata, anche perché non vogliamo di certo ostacolare per definizione l'attività dell'imprenditoria, ma nemmeno lasciarle carta bianca», precisava Francescato. Il deputato nelle prossime settimane invierà un dossier preciso sull'argomento. Infine, durante l'analisi rigorosa delle carte, sono emerse in ogni caso le contrarietà tanto all'ipotesi dell'elettrodotto aereo, quanto a quello interrato, visto che "conseguirebbero non pochi danni anche sulla salute della popolazione". L'annunciato dossier prenderà in esame anche le casse di espansione sul Tagliamento e l'autostrada A23-28: «Non tralasceremo nulla», promette.

da Il Gazzettino di Sabato, 27 Gennaio 2007*
Riunione dei comitati «L'Autostrada è una follia» «E non ci sono i fondi Ue»
Villa Santina - Si parte, ed è subito invito alla partecipazione moderata, anche se poi l'europarlamentare Sepp Kusstatscher, pur con ovvia condivisione, fa notare che democraticamente il protestare è comunque un diritto. Ma non ce n'è bisogno, se non fosse per una mini-scaramuccia finale tra Fabio Troiero e Garibaldi durante l'interrotto intervento del primo. Quattro ore fitte di informazione e discussione in una gremita sala del centro sociale ieri sera a Villa Santina (gremita non solo da una posizione) per parlare di autostrada, Tagliamento, ambiente, di strumenti da adottare, facendo notare al tavolo dei relatori l'assenza della Regione (tra il pubblico i consiglieri Martini, Franzil, Menis, Metz). «Un incontro da apprezzare perchè fatto per tempo», dice Andrea Ferrara, consigliere del ministro per l'ambiente, sottolineando che al momento i tempi parrebbero lunghissimi, visto che ufficialmente al tavolo del ministro nulla è arrivato. Fatto per tempo onde evitare conflitti in stato avanzato, anche se, come dice l'europarlamentare continuamente intervallato dagli applausi, «stupisce che si senta parlare di opere di tal fatta, una follia questo in particolare, quando a bilancio dell'UE c'è un solo miliardo sui 600 che servirebbero per tutti i mega-collegamenti di cui si parla, e soprattutto che si discuta di un'autostrada e quindi di trasporto su gomma con gli attuali allarmi climatici e che si facciano studi di fattibilità e finanziabilità e mai invece di reponsabilità etica e necessità sociale». «Il Tagliamento ci unisce», dice Franca Pradetto in apertura, e anche i paventati 85 chilometri dell'ipotesi autostradale lo fanno, visti la presenza e il contatto con rappresentanti del Cadore, come la Val Tagliamento interessato dal passaggio di quell'arteria da due milioni di euro che si articolerebbe soprattutto su gallerie e rilevati, tra rocce definite dal geologo Lucio Zanier come «fortemente fratturabili, in una zona di massima sismicità e caratterizzata da carsismo», nonchè su aree soggette a forte tutela ambientale, come illustrato da Maurizio Rozza della Lipu. E poi, conclude Luciano Mazzolini, sindaco di Socchieve, «da anni si parla dei punti neri della viabilità in Carnia e nulla ancora si è visto. Noi abbiamo bisogno della viabilità ordinaria e abbiamo proposto in tal senso un ordine del giorno alla Comunità Montana e a Sonego».
Francesca Spangaro


da Il nuovo n. 289 del 26 gennaio 2007
IL CASO Autrostrada in Carnia, gli amministratori boicottano l'incontro
C'è qualcuno che dell'autostrada Cadore-Carnia preferisce la gente non parli, forse perché è un argomento scomodo e già avversato da un'ampia parte della popolazione interessata dal progetto: quali siano le motivazioni, certo è che l'incontro sulla "Val Tagliamento - Tutela ambientale: quali proposte di viabilità per la Carnia" a cui alcuni comitati stanno lavorando da diversi mesi ha rischiato di saltare a causa del forfait di diversi amministratori locali. Il convegno, per la cui organizzazione i comitati sono impegnati dallo scorso ottobre, doveva essere realizzato a Villa Santinain collaborazione con l'amministrazione comunale che si era detta disponibile a fare da ente capofila. Ma ad una settimana dalla data prevista, venerdì 26 gennaio, il sindaco Arturo De Prato ha dato forfait. A dare notizia del fatto sono stati i membri del comitato "Assieme per il Tagliamento": «Negli ultimi giorni &endash; ha spiegato la presidente Franca Predetto &endash; mi ha chiamato il sindaco, dicendomi che non vi avrebbe partecipato. L'iniziativa ha lo scopo di illustrare ai cittadini i progetti in corso che riguardano l' autostrada di collegamento Cadore-Carnia e le problematiche socio-ambientali che ne potrebbero derivare, in una logica di trasparenza e partecipazione. Ci amareggia dunque profondamente il comportamento delle istituzioni che rifiutano per l'ennesima volta di attivare le più elementari regole di democrazia». A detta di "Assieme per il Tagliamento", il dietro-front del sindaco sarebbe arrivato dopo che gli assessori regionali Enzo Marsilio e Lodovico Sonego, anche loro inizialmente disponibili a partecipare, hanno deciso all'ultimo momento di non venire più all'incontro, e dopo che l'Anas aveva manifestato la propria indisponibilità a intervenire per illustrare il progetto dell'autostrad. Secondo la Pradetto, qualcuno avrebbe anche disdetto l'appuntamento presso i sindaci dei comuni cadorini invitati a partecipare al convegno. Nonostante tutto ciò, i comitati sono andati avanti per la loro strada e l'incontro si farà, sempre alle 18 a Villa Santina, presso la sala del centro sociale di via Pal Piccolo.


da Il Gazzettino OnLine di Martedì, 23 Gennaio 2007
VILLA SANTINA - Convegno sull'autostrada, il sindaco si ritira
Villa Santina : Doccia fredda sui comitati e sulle associazioni impegnati nella difesa ambientale del territorio della Carnia e del Tagliamento. Il sindaco Arturo De Prato, si è infatti ritirato all'ultimo momento dall'organizzazione dell'importante convegno del 26 gennaio, a meno di una settimana dalla data prevista per l'evento. Lo fanno sapere i membri di "Assieme per il Tagliamento", co-organizzatori del convegno "Val Tagliamento: tutela ambientale, quali proposte per la Carnia", in programma venerdì prossimo alle 18 nella sala Luigi Fior. «Era da ottobre che organizzamo l'incontro - fa sapere la presidente Franca Pradetto - e il sindaco, ci aveva dato piena disponibilità e assicurato la sua presenza. Quattro giorni fa, mi ha telefonato dicendomi che non avrebbe partecipato». A detta di Assieme per il Tagliamento, il dietrofront del sindaco sarebbe arrivato dopo che gli assessori regionali Marsilio e Sonego hanno deciso all'ultimo momento di non partecipare più all'incontro e dopo che l'Anas avrebbe manifestato la propria indisponibilità a intervenire per illustrare il progetto dell'autostrada Carnia-Cadore.«L'iniziativa spiega ancora Predetto ha lo scopo di illustrare ai cittadini i progetti in corso che riguardano l'autostrada di collegamento Cadore-Carnia e le problematiche socioambientali che ne potrebbero derivare, in una logica di trasparenza e partecipazione. Ci amareggia dunque profondamente il comportamento delle istituzioni che rifiutano per l'ennesima volta di attivare le più elementari regole di democrazia». I comitati e le associazioni e tutti i relatori coinvolti tuttavia hanno deciso di non rinunciare e di andare avanti con l'iniziativa annunciata: «Abbiamo le spalle forti e andiamo avanti dice Maurizio Rozza della Lipu/Birdlife International - fatti del genere non fanno altro che aumentare la determinazione delle persone nel lottare contro ogni sopruso in danno della trasparenza e dei territori a cui sono legate».All'incontro di venerdì parteciperanno l'eurodeputato Sepp Kusstatscher, membro della Commissione trasporti del Parlamento europeo, Andrea Ferrara, consigliere per il nord est del ministro dell'Ambiente italiano e Gianni Lidiano Cavallini, direttore regionale di Agenda 21.
P.C.


da Il Gazzettino OnLine di Sabato, 20 Gennaio 2007
IL COMITATO «Finalmente affronteremo le problematiche del Tagliamento con logiche nuove»
Dignano - Le ultimissime che emergono sia dalla sede romana del Ministero dell'Ambiente che dal Parlamento, lasciano fiduciosi gli esponenti del Comitato di "Assieme per il Tagliamento", l'associazione presieduta da Franca Pradetto, da anni impegnata in prima linea contro quello che definisce "inutile e devastante progetto delle casse di espansione".«Affrontare la problematica fluviale in un'ottica nuova - afferma la Pradetto - ci fa sperare che le parti interessate prendano finalmente in seria considerazione la possibilità di studiare in piano integrato a scala di bacino che interessi tutto il Tagliamento. Perchè soltanto con questa metodica, che valuti il fiume nel suo complesso dalle sorgenti al mare, si potrà coniugare la conservazione del delicato ecosistema del Re dei fiumi alpini con la messa in sicurezza dalle esondazioni delle popolazioni che vivono lungo le sue sponde». Petizione popolare, diverse manifestazioni di protesta in seno alle sedi istituzionali della regione e financo l'interessamento del Parlamento Europeo; basteranno per dire la parola fine alle casse di espansione ?. «Se siamo giunti a questo risultato che premia anni di battaglie popolari - dice ancora la presidente Pradetto - lo dobbiamo ad un lavoro di squadra che ha saputo andare oltre le difficoltà che di volta in volta si ponevano. Determinanti in questo percorso sono stati i Comitati, i sindaci dei Comuni interessati dal progetto casse ed il Wwf. Ma fondamentali si sono rivelati i referenti locali dello stesso partito del Ministro, Maurizio Rozza in primis, che oltre a supportarci tecnicamente, indicandoci da subito la strada che si sta rivelando vincente, si sono impegnati per anni nel coinvolgere personalità che si sono rivelate determinanti nella questione, a partire dall'europarlamentare Sepp Kusstatascher fino all'attuale ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio».«A partire dalla sua visita di due anni fa sul Tagliamento- sottolinea la presidente- s'è fatto carico del problema ed ha garantito una costante interlocuzione con gli amministratori regionali e locali. Nel contempo ha voluto sentire anche le nostre opinioni e proposte, il che non è di poco conto».
I. M.


Casse di espansione, il ministro chiama
Pecoraro Scanio convoca a Roma tutti i soggetti interessati al progetto, Moretton incluso

Dignano - Sul tanto discusso progetto esecutivo delle "casse di espansione" emergono importanti novità. Ad iniziare da un nuovo incontro romano con il Ministro dell'Ambiente, Alfonso Perocaro Scanio, fissato per il 24 o 25 gennaio. La notizia da fonte certa è stata diramata dall'associazione "Assieme per il Tagliamento", istituzione impegnata da anni sul fronte del "no" alle casse e della difesa del "Re dei fiumi alpini", che non per nulla ci viene invidiato dai paesi europei per via di un habitat rimasto, pressochè incontaminato.All'incontro romano ci sarà dunque anche l'assessore regionale all'Ambiente, Gianfranco Moretton, assieme a tutti i soggetti coinvolti, per parlare dei problemi inerenti la messa in sicurezza del Tagliamento. Dicevamo di novità, alcune delle quali vengono definite "eclatanti", come il fatto che l'Associazione d'Impresa che aveva presentato il progetto e quindi dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) eseguire i lavori, sarebbe in difficoltà economiche. Un'altra notizia attiene le ragioni giuridiche sollevate contro le casse dal Comitato di "Assieme per il Tgliamento": il Parlamento Europeo ed il Ministero dell'Ambiente le hanno giudicate entrambi fondate.Con queste premesse, la riunione romana del 24 gennaio viene quindi ritenuta fondamentale, se non altro perchè fra Ministero dell'Ambiente e Regione ci sarebbe finalmente spazio per valutare soluzioni alternative ad un progetto definito "devastante" ed in quanto tale molto osteggiato. L'auspicio è ovviamente che si opti su alternative che garantiscano la sicurezza delle popolazioni rivierasche del Tagliamento e comportino nel contempo il minore impatto sull'ambiente.Una richiesta in tal senso è stata formulata a suo tempo al Governo nazionale, in sede di audizione di un esame memoria che il Comitato Assieme per il Tagliamento ha tenuto mesi fa al Ministero dell'Ambiente. In tale audizione fu illustrato lo studio idraulico commissionato alla olandese Delft Hidraulix, dai cinque Comuni direttamente coinvolti al progetto (Pinzano, Spilimbergo, Ragogna, San Daniele e Dignano), dal quale risulta la pressochè inefficacia sugli scopi in premessa, del progetto casse di espansione.Il professor Todini, una delle massime autorità italiane della materia, ebbe ad indicare come pochi e puntuali interventi, meno costosi ed impattanti, possano essere in grado di risolvere definitivamente il problema delle esondazioni del Tagliamento. E a proposito d'impatto sull'ambientale, torna utile conoscere un'altra importante novita sulla procedura: le nuove valutazioni d'impatto ambientale e relative valutazioni d'incidenza, non competono in prima istanza alle istituzioni regionali, ma al Ministero dell'Ambiente che se ne farà direttamente carico.Ivano Mattiussi


da il Messaggero Veneto dell' 11 Gennaio 2007
Dibattito
Più che del Tagliamento le colpe sono dell'uomo
di Gianni Nassivera
già assessore provinciale e sindaco del Comune di Forni di Sotto
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da L'Espresso del 4 Gennaio 2007
in risposta all'articolo "Un fiume di cemento"
di Gianfranco Moretton,
assessore ai lavori pubblici, Protezione civile e Ambiente Regione FVG

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