FORUM delle ASSOCIAZIONI
per la tutela dei " MAGREDI del CELLINA " del Friuli Venezia Giulia


RASSEGNA STAMPA 2001

dal Messaggero Veneto Internet del 3 Febbraio 2001

Il Forum delle associazioni torna sul "Baja" proponendo un ferreo regolamento di tutela ambientale
Un "sigillo" sull'area dei magredi

Nuova presa di posizione del forum delle principali associazioni della provincia, sorto contro il "Baja" e a difesa dei magredi, cui hanno finora aderito Wwf, Legambiente, Lipu, Afni, Associazione naturalistica cordenonese, Associazione italiana insegnanti di geografia, Gref . Stavolta il messaggio è diretto all'assessore regionale all'ambiente e all'ecologia. Del danno che gare di rally e fuoristrada organizzate sui magredi provocano a questo ambiente naturale unico si è detto molto: quanto basta per chi avesse voluto comprendere e conseguentemente agire! Soprattutto in occasione dell'ultimo e paventato "Rally del Cellina", il quale grazie anche all'intervento delle associazioni scriventi, ma ancor più della tempestiva risposta da parte dell'opinione pubblica, ha finito per svolgersi in Comina, ben lontano dall'area di reperimento e, soprattutto, dal sito di interesse comunitario, appena riconosciuto dall'Europa. Tutto ciò a dispetto di quanto gli organizzatori del "Baja" già l'estate scorsa prima pretendevano e poi speravano, in barba ai regolamenti nazionali ed internazionali riconosciuti anche dal Prefetto sulla base delle indicazioni fornite a luglio dall'Azienda dei parchi e delle foreste regionali, con ciò determinando la sospensione della gara. Non occorre, dunque, aggiungere, come più volte abbiamo ricordato, che il danno di queste manifestazioni è soprattutto indiretto, perché genera prima e dopo la gara massicci movimenti di moto e fuoristrada che utilizzano in modo indiscriminato e rumoroso i territori del greto e del magredo, luogo ideale di sosta nidificazione per molti uccelli divenuti ormai rari. Dobbiamo soprattutto a manifestazioni come il "Baja" (di nuovo riproposto per il prossimo marzo) se ormai qualcuno scambia quello che è un ecosistema particolare molto vulnerabile (su cui studiosi e ricercatori di fama nazionale e internazionale hanno condotto ricerche scientifiche specialistiche) con il luogo ideale dove collaudare moto, macchine e quant'altro, in funzione di questa gara o di altre sfide ingaggiate ed improvvisate direttamente sul posto dai vari "dilettanti allo sbaraglio". Grazie ad iniziative come il "Baja" e il "Rally del Cellina" i movimenti di moto e fuoristrada nei magredi aumentano di anno in anno (contro il favore di gran parte dell'opininone pubblica, agricoltori e persino cacciatori) mentre, dall'altra parte, alla Regione ed alle altre amministrazioni locali (Provincia e gran parte dei Comuni) non passa neppure per la mente di reintrodurre o chiedere un sistema di regolamenti e controlli che pur sussistevano fino a qualche anno fa. Questo paradossalmente avveniva prima ancora che venisse individuata un'importante area di reperimento considerata di prioritaria importanza (solo sulla carta come sempre) e che persino l'Europa riconoscesse il Sic come area di interesse internazionale. A questo punto non si può far altro che prendere atto che il livello della latitanza amministrativa assume dimensioni che è poco definire scandalose (sembra persino difficile crederci, ma è proprio così) se solo si va a verificare cosa sta avvenendo in un area magredile demaniale a Vivaro, dove vicina alla strada del guado di San Foca (all'altezza circa dell'osservatorio "Ariete") è stata persino ricavata abusivamente una pista per moto da cross. A quanto pare ormai nei magredi ognuno può fare ciò che vuole ed i Comuni interessati fanno finta di non vedere, quasi a coprire forme di palese violazione del territorio naturale e dei suoi valori storici, naturalistici e culturali. Siamo nell'Italia dove la libertà degli interessi particolari calpesta sempre quelli della collettività cui appartengono ambienti naturali riconosciuti dall'Europa sulla base di regolamenti che il nostro Paese si dimentica di applicare! Si pensi anche ad un altro pericolo: quello delle discariche abusive con presenza di amianto divenute ormai tristemente famose. Dopo mesi dalla loro scoperta sono ancora là, in bella posta, esattamente dove sono state trovate: e si ha l'impressione che dovranno starci per molto tempo ancora! Sembra oramai consuetudine rendersi conto di un pericolo solo a danno avvenuto ed altrettanto sembra non esistere ancora una consapevole cultura della prevenzione. Mentre persiste la cattiva abitudine ad interventi improvvisati, e un po' pasticcioni dettati troppo spesso dalle convenienze (quasi sempre elettorali) ed urgenze del momento. Ricordiamo che l'amianto si trova nelle discariche abusive già rilevate e probabilmente in altri siti non meglio identificati, disperso in aree esondabili, esposto oltre che all'azione degli agenti atmosferici anche ai movimenti di veicoli a motore che stiamo denunciando. Questo veleno, per l'elevata permeabilità del greto passa facilmente nelle falde e da qui nell'acqua che si utilizza a scopi irrigui e potabili. Concludiamo evidenziando uno stralcio del regolamento sui Siti di interesse comunitario che recita integralmente quanto segue: «Fino alla redazione delle liste ufficiali, pur non essendo i Sic definitivamente inseriti nella rete essi devono comunque essere tutelati. Ciò è previsto dal Trattato dell'Unione, secondo i principi del quale non è possibile che uno Stato proponga da una parte dei siti per l'inclusione in Natura 2000, riconoscendone così il valore naturalistico, e dall'altra conduca attività che danneggiano i valori per i quali i siti sono stati identificati». A questa frase segue la citazione di procedure di infrazione nei confronti degli Stati che hanno adottato un simile comportamento contraddittorio. Quindi, non solo appare del tutto ingiustificata, da parte di enti pubblici, ogni ipotesi di patrocinio, o peggio, di appoggio economico all'iniziativa (così come è avvenuto negli anni precedenti), ma in tal caso gli stessi enti non potranno assolutamente più sottrarsi dall'assumersi interamente le proprie responsabilità di fronte all'opinione pubblica ed ai regolamenti che andrebbero a violare.

Il Forum delle associazioni riunite contro l'Italian Baja

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 10 Febbraio 2001

Dopo i servizi del nostro giornale e di "Striscia la notizia" sulla discarica abusiva nel greto
Indagine sull'amianto nel Cellina
L'Arpa fa campionare il terreno per verificare il grado d'inquinamento

Il problema rappresentato dalla presenza di discariche abusive di materiali contenenti amianto sul greto del Cellina sarà affrontato dall'Arpa, l'agenzia regionale di protezione dell'ambiente. L'organismo, infatti, è stato contattato dal Comune di Montereale Valcellina per verificare se ci sia stato inquinamento del terreno a seguito della presenza prolungata di tali materiali. La conferma viene da Alberto Carniel, responsabile dell'Arpa di Pordenone, il quale sottolinea che verrà contattata probabilmente un'azienda specializzata di Verona per effettuare la campionatura dell'area. La presenza della discarica abusiva era stata denunciata, proprio dal Messaggero Veneto, con tanto di foto e testimonianze precise che evidenziavano come l'alveo del corso d'acqua fosse stato letteralmente invaso da scarti di amianto. I materiali più pericolosi, abbandonati in quantità notevoli tra i sassi del Cellina, sono rappresentati dal crocidolite e dal crisolito, il temutissimo amianto blu. I rifiuti in questione sono definiti pericolosi in quanto le loro fibre, particolarmente volatili, possono provocare varie forme tumorali in chi le respiri. Gli articoli del nostro giornale, peraltro, hanno stimolato anche "Striscia la notizia", la nota trasmissione satirica condotta da Ezio Greggio ed Enzo Iachetti, che, proprio recentemente, ha dato rilevanza nazionale al caso, mandando in onda un servizio dell'inviato Jimmy Ghione, realizzato alcune settimane prima in occasione della cancellazione del contestato rally dei Magredi. Giunta in riva al Cellina su segnalazione delle associazioni ambientaliste, schierate contro la manifestazione motoristica, i riflettori della troupe di Canale 5 si concentrarono invece sulla discarica abusiva. La pericolosità delle fibre d'amianto è rappresentata dal fatto che se polverizzate e inspirate possono causare una grave forma di tumore, il mesotelioma pleurico. «Il nostro compito &endash; rimarca Carniel &endash; sarà quello di verificare se il materiale, rompendosi, abbia liberato particelle in grado di inquinare il territorio. Il piano di campionamento che verrà elaborato stabilirà se, sul greto del Cellina, nei pressi dei cumuli di materiali, la presenza di amianto sia superiore ai limiti di legge. Solo in questo caso, sarà obbligatorio far scattare il piano di bonifica dell'area». Spetta invece all'amministrazione locale provvedere ad eliminare il cumulo di materiali, mentre accertamenti sono stati anche compiuti per verificare se nell'aria fossero presenti particelle d'amianto oltre i livelli stabiliti dalla normativa. La pericolosità degli scarti di produzione contenenti amianto scatta soprattutto se vengono incendiati, perché, in questo modo, vengono liberate le temibili particelle che, se inalate, si depositano sui polmoni, con effetti cancerogeni.

Stefano Polzot

 

da " Il Gazzettino" di Pordenone di Lunedì 12 Febbraio 2001

DENUNCIA DEL FORUM AMBIENTALISTA
«Il Baja abbandoni i Magredi: c'è una pista da cross abusiva»

Il Forum delle associazioni ambientaliste pordenonesi, costituitosi per arginare l'invasione di moto e fuoristrada nei magredi del Cellina- Meduna si sta attivando in questi giorni per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell'Italian Baja , la competizione rallystica, nuovamente in calendario, nel mese prossimo, nelle nostre grave. Gli ambiti magredili del Cellina-Meduna, già riconosciuti dell'Unione europea come sito di interesse comunitario, per i numerosi endemismi della flora e della fauna che vi risiedono, rappresentano un ecosistema particolarissimo e molto vulnerabile. «Il danno provocato da manifestazioni come l'Italian Baja è soprattutto indiretto - spiega Stefano Fabian, portavoce del Forum ambientalista - perché genera prima e dopo la gara massicci movimenti di moto e fuoristrada che utilizzano in modo indiscriminato e rumoroso i territori del greto e del magredo, luogo ideale di sosta e nidificazione di molti uccelli divenuti ormai rari». «Dobbiamo infatti al "Baja " e ad altre competizioni similari come il recente "Rally del Cellina" - incalza Fabian - se ormai qualcuno scambia quello che è un ambito naturalistico importantissimo che attira studiosi e ricercatori di fama internazionale, con il luogo ideale dove collaudare moto, macchine e quant'altro. Nonostante il riconoscimento ottenuto dall'Unione europea alla Regione e alle altre amministrazioni locali non passa neppure per la mente di reintrodurre o chiedere un sistema di regolamenti e di controlli che pur sussistevano fino ad un anno fa». «E così succede che a Vivaro, in piena area magredile demaniale - è ancora il parere del portavoce -, qualcuno ha già ricavato una pista da motocross abusiva. Per non parlare delle discariche di amianto clandestine, un problema di cui si è interessata di recente anche la redazione del programma televisivo "Striscia la notizia" (per altro attivata dallo stesso Mauro Tavella, l'organizzatore del Baja , ndr)». «Questi enormi quantitativi di materiale nocivo - sono le conclusioni - sono ancora là in bella posta a diversi mesi dalla loro scoperta e rappresentano una minaccia notevole per la salute di tutti. Lo stesso movimento insistito dei veicoli a motore contribuisce alla dispersione nell'aria del pulviscolo cancerogeno prodotto dall'amianto».

Piergiorgio Grizzo

 

da " Il Gazzettino" di Pordenone di Sabato 17 Febbraio 2001

FORUM DELL'ECOLOGIA
«Quei bolidi a due ruote distruggono i Magredi»

Una situazione che preoccupa sempre di più le associazioni ambientaliste della provincia: i magredi (soprattutto nell'area tra Vivaro e San Foca) si stanno trasformando in una sorta di "terra di nessuno" dove scorrazzano, in continuazione, moto da cross che giungono anche da fuori regione. Il Forum delle associazioni - composto da Wwf, Legambiente, Naturalisti di Cordenons, associazione di fotografi naturalisti e Gref - non si stanca di lanciare appelli e di sollecitare maggiori controlli. «Siamo fortemente preoccupati - spiegano le molte associazioni ecologiste che aderiscono al Forum - per la piega che sta prendendo la vicenda dei fuoristrada sui magredi del Cellina. Chiunque può constatare, transitando con l'auto lungo la strada che collega Vivaro a San Foca, l'ormai puntuale traffico motoristico che interessa la zona. Decine e decine di furgoni e di auto con rimorchio, provenienti da ogni dove, scaricano moto pronte a rombare e a trasformare, in pochissimo tempo, esili appezzamenti di prato magredile in sterile ghiaia». I molti militanti che fanno parte delle associazioni del Forum invocano poi maggiori controlli. «Vista l'incontrollata situazione - sottolineano isoldatidell'ambientalismo - non è esagerato dire che i magredi di Vivaro e di Maniago, con i loro originali contenuti faunistici e floristici, hanno il tempo contato». In balia dei "bolidi a due ruote" ci sarebbe una consistente fetta di "terre magre". «Almeno una decina di ettari di superficie sono stati seriamente compromessi solo negli ultimi weekend. E chiunque può constatarlo». Va precisato che in tale zona ricade in un ambito territoriale tutelato dell'Unione europea. «Eppure nessuno - denunciano gli ambientalisti - è ancora intervenuto per porre un freno a questa "razzia del territorio" causata anche da questa cultura motoristica». Il Forum della associazioni ha scritto al Comune di Vivaro, Alla Regione e al ministero dell'Ambiente per segnalare la grave situazione che mette a rischio un bene ambientale riconosciuto dall'Unione europea».

D.L.
 

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 25 Febbraio 2001

La Regione autorizza la manifestazione motoristica "Italian Baja" e scoppia subito la rivolta dei gruppi ecologisti
Magredi, patrimonio ambientale
«Quell'area non deve diventare una pattumiera».
Gli organizzatori puntano sui campioni

La Direzione regionale dell'Ambiente ha autorizzato l'effettuazione dell'Italian Baja, la manifestazione motoristica coordinata dal "patron", Mauro Tavella, in programma a Pordenone dal 15 al 18 marzo prossimi. Un provvedimento che da subito è stato contestato dalle associazioni ambientaliste, Wwf in testa, che sottolineano come il tracciato attraversi la zona dei Magredi, considerata un sito di interesse comunitario. In tal senso il sodalizio del Panda intende presentare una formale diffida a Prefettura e Regione affinché la manifestazione venga annullata. Sul piede di guerra anche il forum delle associazioni per la tutela dei Magredi, che invitano palesemente al boicottaggio della gara. Nel corso dell'ultima riunione, è stato deciso di inviare d'urgenza una lettera a tutti gli enti pubblici e privati che nelle precedenti edizioni hanno finanziato o patrocinato la manifestazione. «Questo &endash; afferma il forum &endash; per mettere in guardia gli stessi enti dal prestarsi involontariamente o deliberatamente ad appoggiare la gara con patrocini che finirebbero per tradursi nella sottoscrizione esplicita e nel plauso al Baja, che rappresenta un elemento di aggressione ad uno dei territori naturali della regione». I sodalizi ricordano che, all'interno dei Magredi, sono presenti specie endemiche e sono stati costruiti rifugi di animali selvatici minacciati. «Nonostante le norme a tutela della zona &endash; continuano le associazioni &endash; i magredi sono meno protetti di vent'anni fa, essendo il continuo teatro di episodi, quotidianamente denunciati dai mass media, diventati il simbolo dell'aggressione umana verso il territorio naturale». In tal senso vengono ricordate le indagini sulla presenza di amianto blu e uranio impoverito, oltre alla presenza di discariche d'immondizie. L'Italian Baja, secondo gli ambientalisti, «è il principale fattore d'innesco di quella spirale motoristica che soffoca i Magredi e sta culminando ultimamente nello sciagurato fenomeno delle piste abusive per moto e fuoristrada». La via d'uscita sarebbe rappresentata dall'istituzione di una riserva dotata di un proprio organo gestore e di controllo, come avviene per altri territori naturali di rilevante importanza per la regione. «Se poi gli enti pubblici competenti si dimostrano totalmente incapaci di tradurre nella pratica gli impegni per la tutela dei territori naturali che hanno già sottoscritto sulla carta &endash; chiosano i sodalizi &endash; si chiede per lo meno che gli sponsor evitino d'incentivare pubblicamente la loro distruzione». Un "attentato" alle casse della manifestazione che intanto procede nell'organizzazione. Nella sede dell'Italian baja, infatti, cominciano ad affluire le prime iscrizioni. Nel settore delle auto, si registrano le adesioni di Paolo Mora, di Parma, con la sua Mitsubishi Pajero diesel, e del siciliano Piero Musacchia. Dopo di loro, il ceco Kakrda e quindi dalla Russia, per il team Rally Rasco, il pilota Khrol e la new entry Rakitiansky. Altri nomi italiani sono quelli di Moscato e Pacitti, ma richieste d'informazioni stanno arrivando anche dall'Arabia Saudita. Un pilota di quel Paese, infatti, ha manifestato un buon interesse per la gara italiana. Procedono a rilento, invece, le iscrizioni nel campo delle moto. Sono già arrivate, però, le conferme di Oscar Polli e degli stranieri Ingo Zahn e Jiri Pribyl, quest'ultimo proveniente dalla Repubblica Ceca. Richieste di informazioni, inoltre, sono pervenute dalla Francia, dalla Spagna e dal Portogallo. Tutte le notizie e gli ultimi aggiornamenti sono presenti sul sito Internet www.italianbaja.com.

Ste.Pol.

 

da "il Gazzettino" Pordenone di Sabato 3 Marzo 2001

Il sindaco: «È la terza volta, no al passaggio del rally»

Maniago (cr.sc.)- Ancora un no del sindaco di Maniago al passaggio sui Magredi del rally "Italian Baja". «Credo sia ormai la terza volta che mi ripropongono la richiesta - ha dichiarato ieri Di Bernardo, che aveva appena ufficializzato il parere negativo alla Prefettura - e la nostra posizione non è cambiata. Tra l'altro, il percorso di quest'anno, dal punto di vista dell'impatto che avrebbe sulla zona, è anche peggiore di quello dell'ultima edizione». Le ragioni, più volte ribadite dal primo cittadino, sono legate alla necessità di salvaguardare «aree tutelate a livello europeo e sottoposte a salvaguardia ambientale e paesaggistica dal nostro piano regolatore (tanto che alcune non sono nemmeno state destinate alle colture agricole). No al passaggio del rally, dunque, ma non perché vogliamo accanirci sulla manifestazione in sé: sui Magredi non deve andarci nessuno. Né il Baja, né i militari con i mezzi pesanti, tanto meno i rallisti abusivi e qualunque attività o presenza che possa danneggiarne le caratteristiche». Il sindaco afferma inoltre di non scorgere alcuna utilità promozionale nel passaggio del rally. «Non vedo quale afflusso di gente possa portarci questo tipo di iniziative. Abbiamo bellezze paesaggistiche, risorse ambientali, storia e cultura: sono questi gli aspetti da valorizzare per incentivare il turismo».

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 4 Marzo 2001  

VIVARO: Sollecitati atti concreti per la pista di motocross
All'idea segua il progetto

Tornano all'attacco i genitori dei ragazzi che si allenano con le loro motociclette lungo il greto del fiume Cellina, nei comuni di Maniago e Vivaro. Dopo avere udito la replica del primo cittadino di Vivaro Ezio Cesaratto, hanno, infatti, deciso di andare in pressing su tutti gli amministratori della zona pur di trovare una soluzione favorevole all'annoso problema dell'individuazione di un campo di allenamento, ed eventualmente di gara, praticabile, vicino e, soprattutto, sicuro. «Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del sindaco di Vivaro &emdash; sostiene Franco Liva, il portavoce maniaghese di un folto gruppo di genitori &emdash; sulla possibilità di costruire una pista ad hoc nella frazione di Basaldella. Ci chiediamo, però, se quella di Cesaratto sia soltanto un'intenzione oppure un progetto serio che presuppone un impegno concreto». «Sarebbe interessante e gradito conoscere i tempi e le modalità di realizzazione e di presentazione di questo progetto &emdash; incalza Liva &emdash; affinché ci si possa rendere conto che le sue parole non sono soltanto belle intenzioni, ma si concretizzano nella realtà. Nell'ipotesi, invece, in cui il progetto non dovesse realizzarsi (per esempio, un nuovo diniego da parte del Comitato regionale di controllo, ndr) sarebbe opportuno che tutti insieme collaborassimo per contattare altri enti locali, amministrazioni comunali del mandamento e associazioni interessate e disposte a sostenere la realizzazione del progetto in una zona in cui non ci siano vincoli paesaggistici». Frattanto, come ventilato la scorsa settimana dallo stesso Liva, proseguono in maniera incessante, nell'area interessata, le esercitazioni militari con tanto di utilizzo di carri armati e fervono anche i preparativi per la disputa dell'Italian baja.

Lorenzo Padovan

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 6 Marzo 2001

Gli ambientalisti attaccano la "Parigi-Dakar" provinciale, al via il 15 marzo
E' battaglia sui magredi
Si intensificano le e-mail di protesta contro l'Italian Baja


Tornano alla ribalta le polemiche sull'"Italian Baja", in programma dal 15 al 18 marzo. Sono moltissime le iniziative di associazioni e di singoli cittadini per la tutela dei magredi contro i fuoristrada. I magredi, tipiche praterie magre, simili alla Puzta ungherese, sono l'ambiente naturale che al margine dei greti caratterizza maggiormente l'Alta Pianura Friulana. Sono territori dominati tipicamente dagli ampi spazi e silenzi, su cui si rileva la presenza di fiori rari, dove nidificano e trovano rifugio molti uccelli della steppa. Nonostante il continuo riconoscimento e delimitazione sulla "carta" di perimetri di salvaguardia, di due siti di interesse comunitario e ora di un ambito di rilevante interesse ambientale, sui magredi del Cellina-Meduna è stata organizzata una gara internazionale di fuoristrada di primo piano, che qualcuno ha addirittura paragonato a una piccola Parigi-Dakar pordenonese. Le prese di posizione degli ambientalisti, ovviamente, non sono mancate. Una delle prime associazioni a schierarsi contro la manifestazione di fuoristrada è stata l'"Associazione naturalistica cordenonese", che sta lottando con tutte le sue forze per frenare quello che definisce «uno scempio». Ma le prese di posizione sull'argomento sono state molte. Basti pensare alla creazione del Forum delle associazioni per la tutela dei magredi in Friuli Venezia Giulia, ma anche ai semplici cittadini vogliono dire la loro sulla vicenda. E' il caso di Paolo Toigo, che ha dichiarato: «Vorrei portare il mio contributo contro la contaminazione e lo stravolgimento dei Magredi del Cellina da parte di qualsiasi evento motoristico sportivo. Da tempo conosco il Friuli come una delle regioni più belle in Italia per il suo patrimonio naturalistico-idrogeologico e per la buona amministrazione a cui è sottoposto, non vorrei che si ripetessero anche quì gli scempi che ho visto in altri luoghi del nord Italia». Anche altre lettere firmate arrivate in redazione pongono l'accento sulla difficile situazione. «Appoggio la protesta contro il Baja e la proposta della tutela dell'area dei Magredi. Invio la cartolina di appoggio ed il testo della richiesta». «No alla "Parigi Dakar" italiana nei Magredi!» è stato, poi, l'appello accorato di Luigi Del Piccolo, presidente dell'Istituto per la ricerca e la promozione della civiltà friulana "A. Tellini". E ancora: «E' finalmente opportuno dare effettiva tutela ai magredi del Cellina (e non solo quelli), dando attuazione alla direttiva euopea per la tutela degli habitat. Le corse di automobili sui magredi non possono che danneggiare uno degli ultimi lembi di prateria della nostra regione», opinione questa di Marco Tallini e Fabiano Landi. Tra le altre adesioni, anche quella di Davide Dal Maso, che invita «alla sospensione dell'Italian Baja e di qualsiasi manifestazione incompatibile con il valore naturalistico dell'area» e di un consigliere del Comune di Roveredo in Piano Anna Ulian, con opinioni perfettamente in linea con quelle del Forum delle associazioni ambientaliste della provincia di Pordenone. «Spero, per la credibilità della stampa regionale - afferma Ugo Mattioli - che prenderete una posizione esclusivamente critica nei confronti dell'"Italian baja"». Infine anche "Insieme per Cordenons" «vota contro» la manifestazione. E in attesa del via alla competizione, la pioggia di e-mail di protesta continua.

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 6 Marzo 2001

ROVEREDO IN PIANO Un consigliere comunale contesta lo svolgimento del rally sui Magredi
«Quella corsa crea solo danni»
Il contestato rally nei Magredi riceve nuove critiche nella lettera che, giuntaci in redazione, vi proponiamo nelle righe che seguono.

Come consigliere del Comune di Roveredo desidero esprimermi in merito al prossimo rally nei Magredi organizzato per il 15 marzo. La mia posizione si trova perfettamente in linea con quella del Forum delle associazioni costituitosi per tentare di bloccare questo tipo di manifestazioni fuoristradistiche che arrecano un forte danno al territorio. Non si tratta di un danno arrecato dalla singola gara, ovviamente: i guasti maggiori sono provocati da coloro che scambiano i Magredi per una pista di gara o di allenamento incentivando il fenomeno dell'emulazione. Tale approccio denota una scarsa conoscenza del territorio, una profonda mancanza di rispetto per lo stesso, una fondamentale mancanza di cultura e di rispetto per l'ambiente che ci circonda in un'ottica di sviluppo sostenibile. Quali saranno la qualità e lo stato di conservazione del territorio che consegneremo ai nostri figli di questo passo? É una preoccupazione che sento sia come donna che come amministratore. Ma, soprattutto, vogliamo insegnare alle generazioni future come si corre con il fuoristrada o la moto? Oppure sarebbe auspicabile che ogni bambino della provincia di Pordenone sapesse cos'è la stipa pennata, dove si trova, quali ucelli nidificano nei Magredi e in quali periodi dell'anno? Infine - ma non ultima in ordine di importanza, anzi - c'è la constatazione che queste manifestazioni di dubbio significato e valore sono sostenute finanziariamente e sponsorizzate dai nostri amministratori regionali e provinciali, che mettono a disposizione danari pubblici a favore di certe iniziative senza pensare agli effetti provocati dalle stesse nel breve e nel lungo periodo. Ma lo sanno, i cittadini, che i loro soldi sono utilizzati a questi scopi? Sarebbe auspicabile che si formasse una sensibilità, una cultura civica, in questo senso, che l'attenzione alla salvaguardia e allo sviluppo del territorio si concretizzasse in iniziative di informazione sulle caratteristiche dei luoghi anziché sulla tendenza allo sfruttamento da parte di gruppi sociali poco rappresentati il cui fine principale è quello di creare e sviluppare delle attività che loro chiamano sportive ma che di sportivo non hanno assolutamente nulla. Quindi, mi unisco all'appello del Forum auspicando anche che le nostre autorità provinciali e regionali regionino sull'opportunità di autorizzare manifestazioni che portano a una perdita del valore ambientale dei luoghi più belli della nostra provincia.

Anna Ulian

 

da "il Gazzettino" Pordenone di Martedì 6 Marzo 2001

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
«Magredi da tutelare contro i motori»

Il Forum delle associazioni per la tutela dei Magredi interviene con una nota che annuncia nuove mobilitazioni contro l'Italian Baja , la corsa fuoristradistica mondiale che si disputerà a fine mese. "I Magredi - si legge nel documento -, tipiche praterie simili alla Puzta ungherese, sono l'ambiente naturale che al margine dei greti, caratterizza maggiormente l'alta pianura friulana. Sono territori dominati tipicamente da ampi spazi e silenzi, su cui si rileva la presenza di fiori rari (endemismi), dove nidificano e trovano rifugio molti uccelli della steppa. Nonostante il continuo riconoscimento e delimitazione sulla carta di perimetri di salvaguardia (Aree di reperimento, legge regionale 42 del '96), di due siti d'interesse comunitario (Sic) e ora di un Ambito di rilevante interesse ambientale (Aria), sui Magredi del Cellina - Meduna qualcuno ha pensato bene di organizzare una gara internazionale di fuoristrada paragonabile a una Parigi-Dakar". "I Magredi - prosegue il Forum - appaiono dunque meno tutelati di 20 anni fa. Paradossalmente sono teatro di episodi quotidianamente denunciati dai mass media, divenuti il simbolo stesso dell'aggressione umana verso il territorio naturale: amianto, indagini sulla presenza dell'uranio impoverito, discariche di immondizie, nuovo asfalto e cemento, cave. L'ultima ciliegina sulla torta è proprio l'Italian Baja , manifestazione fuoristradistica che è il principale fattore d'innesco di quella spirale motoristica che soffoca i Magredi e sta culminando nello sciagurato fenomeno delle piste abusive per moto e fuoristrada. Tutto ciò avviene in misura ancor più grave di quanto le stesse associazioni andavano prefigurando con le proprie denunce. Il Baja crea un danno diretto, ma soprattutto indiretto, per i fenomeni imitativi che mette in movimento. A questo punto appare evidente, così come si va ripetendo da anni, che l'unico modo d'intervenire per garantire un'effettiva tutela dell'area è quello di procedere, speditamente, all'istituzione di una riserva dotata di un proprio organo gestore e di controllo, come avviene per altri territori naturali di rilevante importanza. Gli Enti pubblici deputati al governo del territorio e dell'ambiente, si stanno dimostrando totalmente incapaci di tradurre nella pratica gli impegni per la difesa di questi territori naturali, già sottoscritti sulla carta". Il Forum lancia quindi un appello: "I soliti organizzatori dei vari rally ci riprovano. Noi chiediamo di fermare quel piccolo ma potente gruppo di persone ben organizzate, in grado di smuovere un giro di affari di rilevante entità, che vuole imporre, con gli amici politici, il proprio modello, danneggiando un patrimonio naturale originale e ricco di biodiversità che appartiene a noi tutti". "Chiediamo a tutti - incalzano gli ambientalisti - uno sforzo personale e concreto per fare arrivare questo messaggio alla Regione Friuli - Venezia Giulia. Come avrete visto, lo scorso dicembre, grazie agli sms e ai fax inviati ai giornali, siamo riusciti a ottenere lo spostamento di un'altra gara (il Rally del Cellina) in un luogo posto al di fuori dei territori naturali dei Magredi . L'importante é, come avviene in un passaparola, che il messaggio si diffonda il più rapidamente possibile e non si fermi. Dobbiamo far presto: la gara è fissata dal 15 al 18 marzo" Il Forum chiede quindi "d'inviare alla Regione (presidente.giunta@regione.fvg.it), ad amici e parenti e ai giornali una cartolina elettronica allegando i dati anagrafici personali, oppure di firmare l'originale presso le sedi". La cartolina e gli indirizzi possono essere richiesti nelle sedi dell'Anc, l'Associazione naturalistica cordenonese, il giovedì sera alle 20.30, in via Martiri della Libertà 35, oppure presso le sedi del Wwf, tutti i giorni (9-13 e 15-19), in via Udine 1 a Pordenone.

 

da "il Gazzettino" Pordenone di Martedì 8 Marzo 2001

lettere "No al Baja: Salvaguardiamo i Magredi"

E' finalmente opportuno proteggere concretamente i Magredi del Cellina (e non solo quelli), dando attuazione alla direttiva europea per la tutela degli habitat. Le corse di automobili sui Magredi, come l'Italian Baja, non possono che danneggiare uno degli ultimi lembi di prateria della nostra regione.

Marco Tallini, Fabiano Landi

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 9 Marzo 2001

«Baja? Ne faremmo a meno»
L'Associazione naturalistica cordenonese invita a scrivere alla Regione


«Baja? No, grazie». L'Associazione naturalistica cordenonese sta inviando in questi giorni a tutti gli iscritti il calendario di una serie di incontri sul territorio. Si tratta della prima proposta didattica del 2001, che viene rivolta non solo ai soci, ma anche a simpatizzanti e appassionati dell'ambiente. L'occasione è servita anche a ribadire l'impegno «del Forum delle associazioni ambientalistiche del pordenonese &emdash; si legge nella lettera &emdash; che è compatto nella protesta contro i mezzi a motore che, negli ultimi anni, come conseguenza della manifestazione Baja, stanno compromettendo l'esistenza dei Magredi». Dopo aver ricordato «l'impegno profuso per protestare democraticamente contro questa minaccia in tutte le direzioni», l'Associazione naturalistica invita iscritti e sostenitori della salvaguardia dei Magredi a «lanciare un forte messaggio alle istituzioni inviando al presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia una cartolina al fine di concretizzare le già numerose normative di salvaguardia ancora non applicate». L'invito degli ambientalisti, pertanto, è quello di inviare la cartolina "Difendi anche tu i Magredi", nella quale sono ribadite le richieste per la tutela di un'area estremamente interessante sotto il profilo florofaunistico. Chiedono di dire «No al Baja, no ai rally, ripristino del divieto di transito ai fuoristrada, bonifica del territorio contaminato dall'amianto, istituzione di una riserva con proprio organo gestore». Per rafforzare queste richieste, l'Associazione naturalistica cordenonese ha proposto una serie di incontri sul territorio che comincerà domenica 18 marzo e proseguirà fino a domenica 8 aprile.

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 10 Marzo 2001

Dalle giornate delle oasi il rispetto dei Magredi

Le giornate delle oasi, in programma su scala nazionale, oggi e domani, organizzate dal Wwf, serviranno, nel Friuli occidentale, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica l'esigenze della tutela degli ambiti dei Magredi e dei guadi. Sotto accusa, secondo il presidente provinciale dell'associazione ambientalista, Lino Centazzo, la nuova bretella di collegamento che da Cordenons si innesterà, attraverso il guado di Murlis, nella Cimpello-Sequals e il cui tratto iniziale sarà inaugurato proprio domani. Il WWF rileva come tutto ciò «è il frutto in realtà di una scarsa oculatezza e superficialità nell'amministrazione del territorio. Al di là delle belle parole &endash; continua il sodalizio &endash; negli atti concreti sembrano ancora una volta assenti i temi dello sviluppo sostenibile e dell'impronta ecologica lasciata, non tanto nelle aree già ampiamente urbanizzate e compromesse, ma persino nei pochi ambienti naturali finora sopravvissuti al degrado». Il Wwf denuncia e sottolinea, in particolare, lo stravolgimento di dubbia utilità, legato all'esecuzione della nuova strada, perché collocata all'interno di una cornice dai rilevanti contenuti paesaggistici ed ambientali. Durante le giornate delle oasi, inoltre, l'organizzazione proseguirà in tutta la provincia la distribuzione delle cartoline da inviare in Regione per bloccare la gara di fuoristrada "Italian Baja", in programma per metà mese. Sono già tantissime le cartoline spedite per salvare i magredi, un successo che sta andando oltre le più rosee aspettative, costringendo gli organizzatori alla ristampa di un nuovo blocco di cartoline. «Il successo &endash; conclude Centazzo &endash; dimostra la simpatia con cui l'opinione pubblica sta sostenendo l'iniziativa nata contro il Baja: una gara voluta da una piccola lobby con il sostegno implicito di politici che ricoprono in Regione ruoli di responsabilità».

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 10 Marzo 2001

I mezzi partecipanti all'Italian Baja dovranno partire dalla Fiera
Stop ai fuoristrada in centro

I fuoristrada dell'Italian baja, la manifestazione motoristica che avrà luogo nel prossimo fine settimana, non potranno scorrazzare a Pordenone come in passato. Il patron dell'iniziativa, Mauro Tavella, si è infatti incontrato con il commissario straordinario del Comune di Pordenone, Luciano Forte, per definire il tracciato del prologo cittadino, ottenendo come risposta alle richieste alcune forti limitazioni rispetto alle edizioni passate. I mezzi partecipanti, infatti, non potranno attraversare il centro storico e tantomeno usufruire del ponte di Adamo ed Eva. Gli organizzatori, a questo punto, hanno chiesto di poter fare sostare i veicoli nel parcheggio dell'ospedale, in via Montereale, possibilità che è stata esclusa dal commissario in quanto provocherebbe un significativo inquinamento acustico nei pressi di una struttura protetta. Giocoforza, quindi, la partenza avverrà dalla struttura fieristica in viale Treviso. Il corteo dei veicoli seguirà quindi un percorso attentamente vigilato, rispettando il codice della strada. L'obiettivo, infatti, è quello di non creare ingorghi e tantomeno disturbare la circolazione dei pedoni e di coloro che usufuiscono delle piste ciclabili. In passato, la concessione del parcheggio Marcolin e l'attraversamento del centro storico da parte dei fuoristrada aveva creato feroci polemiche, per l'impatto della manifestazione motoristica sul nucleo urbano e sul sistema viario del capoluogo di provincia.

Stefano Polzot

 

da "il Gazzettino" Pordenone di sabato 10 Marzo 2001

BANDITOR: Xente de Pordenon, discendenti ...

A.D.: Semo 'na cità mecanica: aeroplani in Comina, go - cart in centro, rally al parcheggio Marcolin, bale de paia in centro.

 

da "il Gazzettino" Pordenone di domenica 11 Marzo 2001

Baja, battaglia Tavella-Wwf

PORDENONE. Quella che sta per cominciare sarà la settimana dell'Italian Baja, corsa fuoristradistica mondiale che fa tappa nei Magredi. Così, quasi inevitabilmente, esplodono le polemiche che già da mesi oppongono gli organizzatori e il Forum delle associazioni ambientaliste. Il Wwf annuncia il deposito di una denuncia, mentre Mauro Tavella (il patròn della corsa), del Fuoristrada Club 4x4, ribatte deciso: «Ho in mano da tempo tutte le autorizzazioni, compresa quella avuta direttamente dal Ministero».

Allora, Tavella, vi diffidano dal correre e depositano un esposto. Che farete?
«Anche Saddam aveva diffidato Clinton e la Nato dall'intervenire nel Golfo. Naturalmente non mi identifico nelSatana di Baghdad, ma resto deluso da mancanza di dialogo e interpretazioni sbagliate delle norme. Leggendo ciò che viene dichiarato aimass mediami sembra che ci siano in ballo altri interessi, non legati alla salvaguardia della natura, usati percombattereil Baja. Questa gara è l'unico appuntamento mondiale in provincia e porta diversi benefici: immagine; ricadute economiche per alberghi, ristoranti e bar, presenza di oltre 1000 persone; alte valenze sportive».
Quindi lei e il Club 4x4 andrete avanti.
«Se il Baja fosse l'ago della bilancia per il degrado dell'habitat magredile sarei il primo a non farlo, poiché anch'io mi considero ambientalista. In realtà - attacca Mauro Tavella - in 15 anni non è mai stato accertato alcun tipo di danno. Le accuse vanno provate, altrimenti sono pretestuose e fuorvianti, dirette solo a condizionare l'opinione pubblica».
E la pista abusiva a Vivaro?
«E il buco nell'ozono? È colpa del Baja anche quello? Battute a parte, non so cosa intendano per pista. Io intendo una struttura permanente, a uso periodico: non mi risulta che sia davvero così. Del resto l'area è libera e priva di divieti di transito. Quindi non ritengo corretto denunciare ragazzi che corrono in moto dove possono legittimamente farlo. Se sfrecciassero in auto sulle strade o si dedicassero ad altre attività poco lecite il problema sociale sarebbe decisamente più grave. In ogni caso il Baja non c'entra nulla, non vogliamo diventare capri espiatori».
La magistratura?
«Ben venga a "controllare" la manifestazione. È successo anche nel '94. Alle 6 del mattino, in piena Tangentopoli, mi arrivarono 6 Finanzieri in casa per sequestrare i documenti. Dalla gara erano già passati 4 mesi. Poi il materiale sequestrato mi fu restituito e il caso venne archiviato».
I permessi e il Sic?
«Li ho tutti. Papà e mamma mi hanno insegnato che prima di svolgere un'attività bisogna informarsi con le persone ne sono responsabili. I Sic in Italia sono stati costituiti dal Ministero dell'ambiente in funzione delle direttive comunitarie. Il documento "Natura 2000", che spiega concetto e procedure d'attuazione, è firmato da Aldo Cosentino, direttore generale ministeriale. Io gli ho presentato una relazione. L'8 febbraio ero nel suo ufficio, a Roma, e lui mi ha spiegato come devo operare. Il Ministero, mi ha risposto, non vieta queste attività, in particolare quando si svolgono su piste militari. Il giorno stesso ha prodotto il documento che ci consentirà di operare come abbiamo sempre fatto, senza degradare l'habitat e ripristinando il territorio dopo la corsa».

Pier Paolo Simonato

Io protesto contro l'Italian Baja » lettera
Appoggio pienamente sia la protesta contro la gara internazionale fuoristradistica "Italian Baja 2001", che si dovrebbe disputare tra pochi giorni, che la proposta della tutela dell'area dei Magredi lanciata dal Forum delle associazioni ambientaliste. Ho anche inviato alla Regione la cartolina di appoggio e il testo della richiesta.
D.D.

 

da "il Gazzettino" Pordenone di domenica 11 Marzo 2001

L'INTERVENTO
Oasi, le emergenze del Wwf

Sono troppe le emergenze ambientali che stanno stravolgendo ciò che sopravvive come residuo naturale nel territorio della pianura pordenonese. Il Wwf provinciale, premettendo di non essere mai stato a priori contro l'esecuzione di nuove strade, esprime viva preoccupazione sulle conseguenze ambientali della nuova bretella di collegamento che da Cordenons s'innesterà (attraverso il guado di Murlis) nella Cimpello - Sequals. Tutto ciò è il frutto di una scarsa oculatezza nell'amministrazione del territorio, e soprattutto nel considerare la sua reale vivibilità in funzione delle persone che lo abitano. Al di là delle belle parole, negli atti concreti, tradotti e visibili sul territorio, sembrano ancora una volta assenti i temi dello sviluppo sostenibile e dell'impronta ecologica. Il Wwf denuncia e sottolinea, in particolare, lo stravolgimento di dubbia utilità legato all'esecuzione della nuova strada, più volte osteggiata dalle associazioni perché collocata all'interno di una cornice dai rilevanti contenuti paesaggistici e ambientali. Essa, aggiungendosi ad altre opere, porta il Comune di Cordenons ad assumere - a nostro giudizio - un triste "primato" provinciale. Tale opera, infatti, finirà per interrompere irreversibilmente la contiguità esistente attraverso la linea delle Risorgive di due unità ecologico - naturali che proprio nel Comune di Cordenons trovavano la propria massima espressione: l'alta pianura (Magredi ) e la bassa (aree umide di risorgiva). A nostro parere questa strada crea dunque un danno irreversibile e inevitabile all'ambiente naturale e finirà per trasformare l'asse di collegamento tra Cordenons e Pordenone in una sorta di nuova Pontebbana, intasata dal traffico e attanagliata dallo smog. La necessità di accorciare i tempi nei pochi spostamenti verso est si tradurrà, soprattutto per i cordenonesi, nella congestione del traffico e nell'inevitabile, enorme allungamento dei tempi di coloro che si spostano quotidianamente verso la città. Con conseguente crescita dei fattori di stress nel rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Tutto ciò va ad aggiungersi agli altri problemi. Per sottolineare le emergenze ambientali, in particolare a carico dei Magredi (dal problema dell'amianto a quello degli altri assi viari in fase d'esecuzione, dalle piste abusive da cross alle manifestazioni motoristiche), il Wwf, in occasione della Giornata delle Oasi proseguirà in tutta la provincia la distribuzione delle cartoline. I banchetti saranno presenti in Corso Vittorio Emanuele e in Fiere. Le cartoline andranno poi inviate in Regione per cercare di bloccare soprattutto quella che appare come l'emergenza più immediata: la gara di fuoristrada Italian Baja , programmata per metà mese. Sono già tantissime le cartoline spedite per salvare i Magredi , un successo che sta andando oltre le più rose aspettative, costringendo gli organizzatori alla ristampa di un nuovo blocco. Il successo dimostra la simpatia con cui l'opinione pubblica sta sostenendo l'iniziativa nata contro il Baja : una gara voluta da un piccolo gruppo, con il sostegno implicito di politici che ricoprono in Regione ruoli di responsabilità. Per informare tutti in modo dettagliato dei contenuti dell'iniziativa, volta a promuovere la conoscenza dei valori naturalistici dell'area, è stata allestita una pagina web con tanto di foto e testi informativi redatti anche in inglese. L'indirizzo è http://space.tin.it/arte/sivice/magredi /forum.htm. A pochi giorni dal suo allestimento, essa risulta già molto frequentata. Il Wwf ringrazia fin d'ora coloro che vorranno aggiungersi a sostegno dell'iniziativa.
Lino Centazzo pres. prov. WWF

 

da "il Gazzettino" Pordenone di domenica 11 Marzo 2001

«Venerdì 9 marzo la Sezione regionale del Wwf ha trasmesso alla Magistratura, e per conoscenza agli enti interessati, un esposto - denuncia riguardante alcuni fenomeni di degrado e alcuni imminenti pericoli che interessano il Sito d'importanza comunitaria (il Sic, ndr) "Magredi del Cellina"». La dichiarazione di guerra arriva dagli ambientalisti naoniani quando manca ormai meno di una settimana all'Italian Baja . La discussa gara che da tempo sta mobilitando i suoi "nemici storici" si correrà da giovedì a domenica. Nel suo esposto, il Wwf segnala che "nell'area è stata più volte riscontrata la presenza di discariche abusive contenenti amianto blu (crisotilo), nonché la presenza in comune di Vivaro di una pista abusiva ricavata sbancando tratti di suolo di Magredo naturale su un'area di territorio demaniale". Poi arriva la stoccata diretta: "I magistrati - si legge ancora nella denuncia - sono stati inoltre informati dei pericoli legati all'Italian Baja 2001, che prevede buona parte del proprio percorso all'interno del Sic e nelle sue immediate vicinanze. Questa manifestazione costituisce il principale fattore d'innesco del fenomeno fuoristradistico che porta all'utilizzo dei Magredi come palestra di allenamento motoristico sempre più diffuso e incontrollato, su territori di proprietà pubblica". Da parte sua, il Wwf invita i Comuni interessati a vietare lo svolgimento del Baja sul proprio territorio. In particolare, al Comune vivarino viene ufficialmente chiesto "d'interdire, con tabelloni e vigilanza, il transito motorizzato nella pista abusiva". Chiaramente, a questo invito fa seguito quello rivolto agli Enti competenti: "negate le autorizzazioni, per evitare l'alterazione dello stato dei luoghi che potrebbe essere causata dalla manifestazione". Alla Procura, tramite esposto, viene infine richiesto "d'avviare un'indagine per accertare eventuali responsabilità sulla realizzazione della pista abusiva in territorio di Vivaro; sulla presenza di discariche di materiali tossico - nocivi (amianto) che costituiscono un pericolo per la salute pubblica e le falde acquifere; per il danno ambientale ai sensi dell'articolo 1 della legge 431 dell'85 (ora decreto legislativo 490 del '99), nonché per la violazione dell'articolo 734 del Codice penale".

P.P.S.

 

da "il Gazzettino" Pordenone di Martedì, 13 Marzo 2001

Questa gara non s'ha da fare. Non ...

Questa gara non s'ha da fare. Non tanto per l'evento in sé, quanto per l'implicita legittimazione che il suo svolgimento conferirebbe alle esercitazioni sui magredi di tanti piloti della domenica e addirittura di qualche casa motoristica. Le associazioni ambientaliste costituitesi in Forum per la tutela dei magredi (tra gli altri, Wwf, Legambiente e Lipu) non mollano la presa e ribadiscono il no all'Italian Baja . In nome della salvaguardia della biodiversità (oltre 200 specie avifaunistiche e 500 piante) e della necessità di non aggiungere degrado a un'area già sottoposta a stress ambientale. Nel mirino c'è, sì, Mauro Tavella, patròn della manifestazione, ma soprattutto la Giunta regionale, accusata di mancata sensibilità alle tematiche ambientali e raggiunta in questi giorni da 2.500 cartoline di protesta e innumerevoli e-mail dei cittadini. Il primo ha annunciato nei giorni scorsi di avere già ottenuto le necessarie autorizzazioni. «Il sì del prefetto - ribattono le associazioni - non è ancora arrivato; o almeno così risulta a noi. Quanto all'autorizzazione del Governo, è probabile che qualche ufficio del Ministero dell'Ambiente abbia semplicemente demandato alla Regione la facoltà di decidere». Il Wwf ha già inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica, denunciando le piste abusive dei fuoristrada e la presenza di amianto. Manifestazioni come l'Italian Baja - e il Rally del Cellina, dirottato in extremis in Comina - costituirebbero il principale fattore d'innesco di un fenomeno fuoristradistico privo di disciplina da parte della Regione. L'indotto economico portato dalla manifestazione non sarebbe paragonabile al danno ecologico, in un'area frequentata da specie che in questa stagione nidificano qui e che è anche un importante corridoio di migrazione. Non a caso, i magredi sono stati identificati come sito d'importanza comunitaria, sia pure non ancora inseriti nella rete. Il Trattato dell'Unione ne prevede comunque la tutela, ed è su questa base che le associazioni paventano la possibilità che la Commissione possa attivare procedure di infrazione contro l'Italia.

 

dal MV 13/3

Tra San Foca e Vivaro la preparazione alla gara è già cominciata.
E il Wwf parte al contrattacco Italian Baja, denuncia in procura
Gli ambientalisti hanno fotografato allenamenti a suon di sgommate sui magredi

Una denuncia contro le "sgommate abusive" dei piloti sul territorio dei magredi in vista dell'Italian Baja del 15 marzo è stata indirizzata dal Wwf di Pordenone alla procura della repubblica di Pordenone. E' bastata una passeggiata nella natura con una macchina fotografica al collo per immortalare, anzichè i ricordi personali di una gita in campagna, immagini poi indirizzate alla magistratura. Tra San Foca e Vivaro sono stati ripresi diversi mezzi a due e quattro ruote mentre si allenavano per la manifestazione fuoristradistica che si svolgerà da giovedì a domenica in provicnia. Una volta impressi nella pellicola gli "allenamenti abusivi", sono partite le denunce, all'interno delle quali è stata segnalata ai giudici pordenonesi la presenza di piste irregolari all'interno del Sic, la zona dei siti di interesse comunitario. Inoltre è stato depositato un documento alla prefettura in cui si notifica la presenza, sul territorio frequentato dai piloti, di oltre 200 specie avifaunistiche e 500 caratterizzanti la flora in pericolo di sopravvivenza. Proprio nei luoghi in cui si svolgerà la gara vi sono uccelli che nidificano al suolo, sui sassi. C'è l'occhione (anzi solo 10-15 coppie in tutti i magredi), il biancone, il grande rapace che scende dalla Pedemontana. Lungo i sassi del Cellina, vi è una grande mangiatoia, per l'albanella minore, come per l'aquila reale. Non solo qui avviene l'accoppiamento, ma si distende un ampio corridoio di migrazione, per quelle specie che sostano lungo l'alveo del fiume. Negli anni Settanta è stata scoperta una nuova specie, la brassica glabrescens, chiamata anche "Poldini" dal nome del suo scopritore, unica e rara specie esistente solo in questo luogo al mondo. Lo stesso vale per gli endemismi, specie localizzate che si trovano a San Quirino e a Cordenons. L'attacco del forum delle associazioni punta il dito sull'Italian Baja, considerata «un'escalation motoristica», un «pretesto spot» che potrebbe contagiare e aumentare la passione per simili attività, che si potrebbero verificare durante tutto l'anno. «Sono già pervenute oltre 2500 cartoline anti-rally al presidente della regione da parte dei cittadini - ha spiegato Stefano Fabian del Wwf - e altre mille sono in arrivo, senza contare le migliaia di e-mail». La cartolina è una petizione contro l'Italian Baja e i rally in genere, uno strumento utilizzato per battersi a favore del ripristino del divieto di transito dei fuoristrada, della bonifica del territorio contaminato dall'amianto (dopo le denunce del nostro gironale, ne ha parlato di recente anche "Striscia la notizia") e dell'istituzione di una riserva naturalistica.

Sara Carnelos

 

da "il Gazzettino" Pordenone di Martedì, 13 Marzo 2001

L'organizzatore assicura di avere le carte in regola e non teme eventuali controlli:
«Ci sono già passato nel '94» Tavella: «Un altro buco nell'acqua»

(S.C.) «Gli ambientalisti stanno tentando di condizionare negativamente l'opinione pubblica». E' quanto sostiene Mauro Tavella, patron dell'Italian Baja, a proposito delle cartoline "I magredi del Cellina-Meduna vanno difesi", frutto, a suo avviso di una strumentalizzazione del forum delle associazioni che vogliono fermare la manifestazione di portata mondiale. «Tante sono le cose non vere che gli ambientalisti hanno detto - afferma Tavella - che non credo alle 2500 cartoline. Anch'io posso dire di avere milioni di sostenitori, poi lo devo dimostrare». Riguardo alle piste abusive tra San Foca e Vivaro, Tavella non ha dubbi: «Sono aree aperte, non sono piste abusive, sono piste già segnate, il Ministero e la Regione non vi hanno posto divieti. Se c'è il divieto non si entra in una certa zona, ma se non c'è, è ovvio che l'accesso è possibile. Ci sono dei punti di convergenza con gli ambientalisti: quando la gente va fuori delle tracce il fatto dev'essere segnalato». Battaglie, quindi, che possono essere condotte assieme. Sull'Italian-Baja Tavella non si smuove di un millimetro, è da dieci anni la kermesse va avanti tra proteste e polemiche, sono 15 anni che ha luogo nei magredi l'attività sportiva dei fuoristrada e ogni anno lo scontro tra gli ambientalisti e gli organizzatori della competizione si fa più intenso. «Se questa attività doveva essere vietata - sostiene Tavella - allora le autorità avrebbero già provveduto da tempo. In tutti questi anni, invece, non si è arrecato danno all'ambiente. Ricordiamo anche - aggiunge - che questa è una zona militare e l'Italian Baja non crea più problemi all'habitat che l'esercito». Secondo il forum delle associazioni, sarà il parere della Regione quello che conta. Di opinione diversa Mauro Tavella: «Non sanno le regole. E' il prefetto che rilascia l'autorizzazione, il parere della Regione - precisa - è già stato dato ed è favorevole. Mi sono incontrato con il direttore generale del Ministero dell'Ambiente, Aldo Cosentino, il firmatario del progetto "Natura 2000", colui che ha individuato i Sic: ha assicurato che non ci sono problemi di natura ambientale». Tavella non teme eventuali controlli, in virtù di quanto è accaduto sette anni fa. «Nel '94 ci fu una denuncia da parte dell'assessore Pujatti - ricorda -. Mi venne sequestrato del materiale, in seguito restituito e il caso venne archiviato. E' stato un buco nell'acqua». Tra il botta e risposta fra le parti, si fa largo il famoso tavolo delle trattative: «C'è una certa disponibilità al dialogo - chiarisce Tavella - l'ho sempre cercato perché anch'io mi considero un ambientalista». Dall'altra parte, però, l'invito sembra essere ignorato.

Lara Zani

Auto, moto, "quad" e sidecar Rassegna di livello mondiale

L'Italian Baja, quasi un decennio fa, nacque per essere una manifestazione sportiva. Questa, almeno, era (ed è) l'intenzione degli organizzatori del Fuoristrada Club 4x4 di Pordenone. Negli ultimi tempi il Baja ha assunto altre valenze: gli articoli di questa pagina lo dimostrano. Ma il significato sportivo che la manifestazione vorrebbe rivestire è l'argomento principale per gli appassionati di questa specialità. La settimana appena iniziata sarà "caldissima" per piloti di auto, moto, "quad" e sidecar. Giovedì pomeriggio i 139 iscritti (così suddisvisi: 64 tra le auto, 68 centauri, 5 con moto a quattroruote chiamate "quad" e 2 sui sidecar) si incontreranno alla Fiera di Pordenone per le verifiche tecnico-amministrative. A proposito di iscritti, l'ultimo arrivato è un pilota abituato a... giungere tra i primi in gara. Si tratta di Thierry Magnaldi, ex motociclista che dallo scorso anno ha "raddoppiato" le ruote: ora, infatti, dà battaglia con una Mercedes T1 Marathon del team Jo-Jo Groine. Il francese è annunciato animato da sani propositi di rivincita dopo l'Italian Baja del 2000, che lo vide sfortunato protagonista: abbandonò alla fine del primo giorno di competizione a causa di un problema tecnico. Per il prossimo fine settimana, Magnaldi si presenterà con il navigatore Borsotto per puntare alla vittoria della sua categoria, guadagnando punti importanti per la classifica di Coppa del Mondo Rally Tout Terrain. E' questa, infatti, la validità più importante vantata dal Baja, che nel 2001 metterà in gioco anche due trofei: il Challenge Suzuki, nato lo scorso anno, e il Trofeo Mitsubishi Pinin, che s'affaccia per la prima volta nella realtà agonistica esordendo proprio alla kermesse pordenonese. I fans dei fuoristrada vedranno il debutto della Suzuki Grand Vitara T3 ufficiale nel Campionato Italiano Rally Tout Terrain. La vettura, allestita dalla Suzuki Racing Europe, sarà affidata al duo Ricci-Drudi. L'Italian Baja terrà a battesimo anche la seconda edizione del Suzuki Challenge dedicato al Jimny 1.3 berlina e al Grand Vitara 1.6: vetture di serie in grado di dare il meglio di sè stesse anche in competizioni come quella che animerà il prossimo fine settimana.

Elio Bozzo

 

dal Messaggero Veneto - Internet del 13 Marzo 2001

Cartoline informatiche anti-rally inviate in redazione. Ma c'è anche chi è favorevole
Il popolo delle e-mail non demorde

Sono state moltissime le e-mail arrivate presso la nostra redazione per la tutela dei magredi contro l'imperversare delle gare rallistiche e di fuoristrada e in particolare contro l'"Italian Baja", che si svolgerà dal 15 al 18 marzo prossimo.

Franca Plasenzotti ha scritto: «Sono venuta a sapere che si organizza una gara internazionale di fuoristrada in una zona di rara bellezza e di notevole interesse ambientale come i magredi del Cellina-Meduna; sarebbe opportuno evitare un ulteriore scempio di queste zone e bisogna attivarsi per la realizzazione di un ariserva con un proprio organo gestore». Francesco Cecere, molto più diretto, ha affemrato: «Perché non spostare la gara in altre località dove non fanno danno?», in totale accordo con Diego Rubolini, che si limita ad un eloquente «salviamo i magredi». Alessandro Iacopi ha dichiarato: « Vi prego di dare attuazione alla proposta di tutela dei magredi del Cellina per preservarne le caratteristiche ambienatli e paesaggistiche». Fabio Cologni ha puntato tutto sul fatto che «è anacronistica e dannosa per l'ambiente la proposta di organizzare una gara di questo genere in un'area rara e per questo degna di protezione, in quanto una volta rovinata difficilmente si riesce a ricreare». Chiara Tucci ha implorato: «Proteggete i magredi, vietate le gare automobilistiche e rispettiamo l'ambiente, sensibilizziamo l'opinione pubblica». Anche il Gruppo micologico sacilese si è unito a tutti coloro che chiedono una pronta azione per la salvaguardia dei magredi. Si è associata alla difesa dell'importante area naturalistica anche Laura Verginella.

Enrico Guarini si è chiesto, invece: «Possibile che in Italia non riusciamo a costruire una seria politica ambientale?». Inoltre sono arrivate cartoline informatica (come quella allegata) da Roberto Tonussi, di Castel D'Aviano, e Mauro Bassignana, di Aosta, a sostegno dell'iniziativa contro il "Baja".

Ma tra le e-mail giunte in redazione c'è stato anche chi ha spezzato una lancia in favore della manifestazione fuoristradistica. Per esempio il signor Boschian ha dichiarato: «Le piste, come forse non tutti sanno, si snodano lungo le stesse strade e nello stesso territorio dove i carri armati e i mezzi militari svolgono le esercitazioni con bombe e tutto il resto; poi l'"Italian Baja" porta al territorio attrazione e guadagni per i comuni che ospitano la gara»

La proposta alternativa: un percorso didattico nella natura

Un'alternativa all'Italian Baja? E' presto trovata, secondo le associazioni ambientaliste: un percorso conoscitivo didattico per le famiglie, le scuole, tutti i cittadini che vogliono riscoprire i luoghi di casa propria. Il progetto, redatto da un comitato scientifico di docenti universitari e presieduto dal professor Poldini, sarà presto presentato in Regione. Gli strali di Wwf, Lega Ambiente, Lipu, Afni, Gref, Associazione naturalistica cordenonese, Associazione degli insegnanti di geografia sono rivolti alla Provincia e al Comune di Pordenone, a tutti gli enti pubblici che gli anni scorsi hanno patrocinato la corsa, ma soprattutto alla Regione. «Siamo di fronte all'ennesimo scivolone di questa giunta regionale - ha detto Vinicio Collavino, presidente del Wwf regionale, dopo aver dato il via alla costruzione di 600 mila cubi in un "Sic" a Lignano. In quel caso c'era la volontà a far costruire, in questo a far correre. Sono i metodi liberisti e federalisti a farla da padrone». Se Tavella si apre al dialogo, il forum delle associazioni non ci sta. «Non vogliamo accordi sottobanco - ha specificato Lino Centazzo, del Wwf di Pordenone, assieme a Stefano Fabian - per trovare un percorso alternativo alla gara, in quanto questa è un'iniziativa privata e l'indotto economico dei Magredi nulla ha a che vedere con l'immagine e le ricadute della manifestazione».
S.C.

dal Messagero Veneto - Internet del 14/3/01

Guerra al rally a suon di "sms"

Non si fermano le proteste di associazioni ambientalistiche e cittadini contro l'ormai prossimo "Italian Baja". A scendere per l'ennesima volta in campo, tra le altre, l'Associazione naturalistica cordenonese, che dichiara guerra al rally a suon di fax ed sms. «Nonostante il continuo riconoscimento sulla carta &endash; è detto in una nota &endash; sui magredi del Cellina-Meduna qualcuno ha pensato bene di organizzare una gara internazionale di fuoristrada paragonabile ad una Parigi-Dakar. I magredi a tutt'oggi appaiono dunque meno tutelati di 20 anni fa e sono teatro di episodi quotidianamente denunciati dai mass media e divenuti il simbolo stesso dell'aggressione umana verso l'ambiente. La ciliegia sulla torta del degrado è proprio questo "Italian Baja", manifestazione fuoristradistica che è il principale fattore di innesco di quella spirale motoristica che soffoca i magredi e sta culminando ultimamente nello sciagurato fenomeno delle piste abusive per moto e fuoristrada. Appare evidente, così come si va ripetendo da anni, che l'unico modo di intervenire per garantire un'effettiva tutela dell'area è quello di procedere speditamente all'istituzione di una riserva dotata di un proprio organo gestore e di controllo, come avviene per altri territori naturali di rilevante importanza. Gli Enti pubblici deputati al governo del territorio si stanno dimostrando totalmente incapaci di tradurre in pratica gli impegni per la difesa di questi territori, contribuendo, come è già avvenuto in passato, ad incentivarne la loro distruzione, attraverso patrocini e finanziamenti pubblici di gare come l'"Italian Baja"».

«Adesso i soliti organizzatori dei vari rally ci riprovano e chiediamo nuovamente aiuto per fermare l'arroganza con cui un piccolo ma potente gruppo di persone ben organizzate vuole imporre il proprio modello diseducativo di divertimento e di distruzione, danneggiando un patrimonio naturale che appartiene a tutti. Chiediamo per questo &endash; è l'appello dell'associazione &endash; uno sforzo personale e concreto per fare arrivare il messaggio (tramite cartolina elettronica) alla Regione Friuli-Venezia Giulia. Lo scorso dicembre, grazie alla campagna sms e fax inviati ai giornali locali, siamo riusciti ad ottenere lo spostamento di un'altra gara (il rally del Cellina) al di fuori dei magredi. L'importante é, come avviene in un passaparola, che questo messaggio si diffonda il più rapidamente possibile e non si fermi. Dobbiamo far presto: la gara è dietro l'angolo! Dettagliate informazioni sull'iniziativa si trovano nel nostro sito http://space.tin.it/arte/sivice/magredi/forum.htm, oppure si può ritirare la cartolina nelle sedi dell'Anc, Associazione naturalistica cordenonese, il giovedì alle 20.30 in via Martiri della Libertà 35 a Cordenons, o nelle sedi del Wwf tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 in via Udine 1/a a Pordenone e in via Parini 11 a Udine».

Un altro appello contro l'"Italian Baja" giunge dal dottor Denis D'Agnolo di Vivaro: «I magredi &endash; scrive &endash; sono ora stati riconosciuti sito di interesse comunitario dall'Unione europea, area di rilevante interesse ambientale dalla Regione, area di reperimento sempre dalla Regione. Paradossalmente, nonostante tutte le tutele di cui sopra, i magredi soffrono sempre di più di un'utilizzo selvaggio che si svolge soprattutto dopo tali manifestazioni, nei week end in particolare. Oltre alla protesta, faccio anche alcune proposte: relativamente ai rally e al motocross, istituzione di una "pista" regolare in Comina; relativamente ai magredi, istituzione di un parco intercomunale o di una riserva con apposite regolamentazioni. Inoltre, ottenuta la disponibilità dell'ex Poligono del Dandolo, si potrebbe utilizzare lo stesso come sede della riserva-parco. Tale sito, sperando che non sia contaminato, è già dotato di cucine, camere, stanze e potrebbe ben presto essere attivo per tali scopi».

 

da "il Gazzettino" Pordenone del 15 Marzo 2001

Pordenone Comincia oggi alla grande ...

Comincia oggi la grande kermesse dell'Italian Baja , giunto alla 9. edizione. Nel pomeriggio in Fiera (dalle 14 alle 22) sono in programma le verifiche tecniche e sportive dei veicoli e degli equipaggi iscritti. Dopo le polemiche degli ambientalisti, a difesa del Magredi , da oggi ci sarà spazio anche per chi è desideroso di stare a tu per tu con i protagonisti della gara in un momento di relax, chiedendo autografi, magari qualche aneddoto divertente, qualche confidenza spicciola. Il mondo del "tout terrain" non è il circo proibito della Formula 1, ricco di personaggi inavvicinabili, ma un'arcipelago di protagonisti "quasi" sempre disponibili. Oltre alle stelle straniere, meritano attenzione anche gli italiani di rango come Franco Germanetti, vincitore del Baja 2000, o Maurizio Traglio e Corrado Vanni, sempre grintosissimi concorrenti sulle grave del Cellina. Senza trascurare gli "eroi" di casa nostra come Claudio Allegranzi e Stefano Marzotto, oppure i centauri Reno Sellan, Franco Dal Bello e Stefano Candida, arrivando infine agli spericolati del Real Sport Atv Racing, ovvero Renzo Pitton, Angelo Montico e Pascal Rosolen.

 

dal Messaggero Veneto Internet del 16/3/01

Parte la gara e il Wwf va dal prefetto. Nuovo rimpallo di competenze

Italian Baja, interviene il ministero

Nella disputa sull'Italian Baja, che oggi scatta dalla fiera con il prologo, è intervenuto nella serata di ieri il ministero dell'ambiente, con un comunicato ufficiale a firma del direttore generale Aldo Cosentino. Lo stesso era stato chiamato in causa nei giorni scorsi dall'organizzatore della manifestazione Mauro Tavella, che in risposta alle critiche degli ambientalisti aveva detto, fra l'altro: «Non sanno le regole. E' il prefetto che rilascia l'autorizzazione su parere della Regione, che è già stato dato ed è favorevole. Mi sono incontrato con il direttore generale del ministero dell'ambiente Aldo Cosentino, il firmatario del progetto "Natura 2000", colui che ha individuato i siti di interesse comunitario (Sic): ha assicurato che non ci sono problemi di natura ambientale».

Il comunicato ufficiale di Cosentino, invece, afferma testualmente: «Le dichiarazioni rilasciate dal signor Tavella non rispondono al contenuto del colloquio con lui intervenuto, su sua richiesta. Infatti ho avuto modo di chiarire al signor Tavella che l'autorizzazione a effettuare la manifestazione motoristica rientrava nelle esclusive competenze dell'amministrazione regionale e che pertanto a quest'ultima avremmo inoltrato la sua domanda. La lettera dell'8 marzo, a cui fa riferimento lo stesso signor Tavella, non contiene alcuna autorizzazione del mio servizio, ma si limita a far presente tale competenza. Per completezza d'informazione &endash; continua Cosentino &endash; si è ritenuto di sottolineare che, qualora si fosse ritenuta la manifestazione non in contrasto con la necessaria salvaguardia del sito di interesse comunitario, si riteneva opportuno, in ogni caso, che fossero adottate alcune indispensabili prescrizioni, in assenza del necessario "piano di gestione" non ancora redatto dall'amministrazione regionale».

Il ministero scarica insomma, normative specifiche alla mano, la palla alla Regione, per quanto riguarda il potere di fornire al prefetto le informazioni sulla base delle quali consentire, o per converso vietare, la manifestazione motoristica. In ogni caso Tavella sostiene di avere tutte le carte in regola ma, alla luce della presa di distanza di Cosentino, il Wwf intende verificarlo. Così una delegazione si recherà nelle prossime ore dal prefetto per capire se in effetti la Regione aveva dato il placet alla assegna motoristica nella forma in cui la stessa si svolgerà, in parte, sul territorio dei magredi.

Si tratta, comunque vada, delle ultime schermaglie prima che il campo sia lasciato ai motori, visto che domani e domenica si entrerà nel vivo di una competizione comunque di livello mondiale. Quanto agli ambientalisti, il popolo dei fax e delle e-mail non si rassegna e anche ieri in redazione sono pervenute nuove proteste circa lo svolgimento della gara in una zona caratterizzata dalla presenza di avifauna del tutto particolare e da proteggere meglio di quanto non si sia fatto finora.

 

Gli ambientalisti non sembrano voler mollare la presa - Nuove proteste dal Wwf

In occasione delle verifiche dell'Italian Baja, ha ripreso vigore la protesta degli ambientalisti del Wwf. «Non abbiamo nulla contro i rallisti o i tanti sportivi che seguono questo sport &endash; hanno scritto in un comunicato &endash;. Lo dimostra il fatto che quando il rally del Cellina lo scorso dicembre è stato spostato in Comina, nessuno di noi ha avuto nulla da ridire, come pure nei confronti del rally del Piancavallo. Bisogna ricordare che tutte le attività nei magredi, bene o male, sono regolamentate, da quelle militari a quelle venatorie; gli unici privi di una disciplina sono proprio i fuoristradisti, che ogni giorno solcano brani di praterie nei quali nidificano e sostano uccelli tutelati dalle convenzioni internazionali, arrecando danno e disturbo».

Di qui un messaggio per gli organizzatori del Baja. «Dovrebbero aprire gli occhi e accorgersi che stanno aggiungendo danno a danno e che grazie alla loro instancabile azione promozionale stanno trasformando i magredi in una vera e propria pista per fuoristrada. I militari hanno garantito la conservazione di questi luoghi, e si muovono per poche esercitazioni l'anno seguendo opportuni tracciati. In molte aree dei magredi si parla di un loro un possibile ritiro e proprio in ragione di ciò, non vorremo che i nuovi eventuali vuoti lasciati venissero prontamente occupati proprio dalle moto e dai fuoristrada. I militari nel male, qualche beneficio lo hanno comunque apportato, limitando la bonifica e la trasformazione dei magredi in un'immensa area occupata dalle monocolture. Non si può certo dire lo stesso per i rally e i fuoristrada, che non hanno apportato nulla di buono, ma hanno anzi aggiunto solo degrado ad altro degrado».

C'è poi spazio per un'autocritica: «Male abbiamo fatto &endash; scrive il Wwf &endash; a non muoverci prima e a permettere che simili cose radicassero tanto a fondo che ora appaiono così difficili da estirpare! Per fortuna ora ci sono questi Siti di Interesse Comunitario, riconosciuti dall'Europa, di fronte ai quali prima o dopo dovranno ritirarsi per ripiegare in altri luoghi. Inoltre se hanno tanto a cuore, come dicono, la natura e l'ambiente dei magredi dovrebbero essere i primi a sollecitare la Regione a predisporre una più rigida disciplina che regolamenti i movimenti dei fuoristrada durante quei 360 giorni l'anno in cui, pur non essendoci gare, loro stessi "si allenano" e i fuoristradisti in genere sono liberi di scorrazzare in tranquillità in ogni angolo di magredo ancora intatto».

Per protestare contro l'Italian Baja hanno scritto via e-mail alla nostra redazione anche Tito Torresin di Montereale Valcellina e Paolo De Cesco di Aviano

 

Lettere al Gazzettino del 17/3/01

«Sono contrario alle corse sui Magredi »

Scrivo al Gazzettino per segnalare al giornale della città la mia contrarietà allo svolgimento del rally Italian Baja sul territorio dei Magredi Friulani. I Magredi sono ora stati riconosciuti come Sito d'interesse comunitario (Sic) dall'Unione europea, come Area di rilevante interesse ambientale (Aria) dalla Regione e come Area di reperimento (Ar) sempre dalla Regione. Paradossalmente, nonostante tutte le tutele di cui sopra, i Magredi soffrono sempre più di un'utilizzo selvaggio che si svolge soprattutto dopo tali manifestazioni, nel corso dei weekend in particolare. Oltre alla protesta, però, voglio provare ad avanzare anche alcune proposte. Relativamente ai rally e al motocross: istituzione di una "pista" regolare in Comina a Pordenone. Relativamente ai Magredi : istituzione di un parco intercomunale o di una riserva, con le apposite regolamentazioni. Inoltre, ottenuta la disponibilità dell'ex Poligono del Dandolo (dal Ministero), si potrebbe utilizzare la stessa struttura come sede della riserva - parco. Tale sito, (sperando non sia contaminato!) è già dotato di cucine, camere e stanze.
Lettera firmata

 

da "Il Gazzettino" di Domenica, 18 Marzo 2001

Mentre i motori dell'Italian ...

Mentre i motori dell'Italian Baja continuano a rombare, rumoreggiano anche le associazioni ambientaliste di Pordenone. In una nota diffusa ieri, Wwf, Legambiente, Lipu, Anfi, Gref e le associazioni Naturalistica Cordenonese e Insegnanti Geografia se la sono presa con la Regione per l'autorizzazione concessa allo svolgimento del rally. «Il ministero dell'Ambiente, contrariamente a quanto dichiarato dall'organizzazione Mauro tavella, non ha mai autorizzato la gara, ma delegato la Regione a decidere in merito - scrivono - l'amministrazione regionale, d'altra parte, riprendendo le parole del ministero e usandole come copertura, sa in realtà di essersi assunta tutte le responsabilità sui danni diretti e indiretti a carico di un ambiente, quello dei Magredi , tanto fragile e tutelato a livello europeo».

Il Forum di tutte le associazioni ambientaliste fanno un appello alla Regione
«Ora tuteliamo l'area dei Magredi»

Chiusa l'edizione dell'Italian Baja, restano le polemiche. Il Forum delle associazioni ambientaliste di Pordenone insiste per "liberare" definitivamente i Magredi dalle gare motoristiche. Il ministero ha chiarito che la competenza di dare le autorizzazioni spetta alla Regione. E, quindi, gli ambientalisti invitano l'istituzione competente a mettere in atto tutte le azioni per farsi realmente carico «di un ambiente tanto fragile che deve essere tutelato a livello europeo». Gli organizzatori della manifestazione, dal canto loro, continuano a respingere gli attacchi «a senso unico, quando - dicono - i Magredi sono utilizzati anche dai militari per le esercitazioni, e il problema dell'amianto esiste da sempre». «I Magredi devono essere tutelati, punto e basta» insistono i gruppi che si riconoscono nel Forum (Wwf, Legambiente, Lipu, Anfi, Associazione naturalistica cordenonese, Associazione insegnanti di geografia, Gref). «Siamo contro l'Italian Baja - affermano - ma denunciamo anche tutti gli elementi che contribuiscono al degrado dei Magredi, militari e amianto compresi. I militari, tuttavia, nel male qualche vantaggio lo hanno comunque apportato, limitando la bonifica e la trasformazione del territorio in un'immensa area occupata dalle monocolture. Non si può certo dire lo stesso per i rally e i fuoristrada che non hanno apportato nulla di buono, ma hanno invece elevato lo stato di degrado. Se nessuno mette un limite, gli organizzatori del Baja ci proverebbero con altre manifestazioni motoristiche». E un messaggio finale è indirizzato alla Regione: «La responsabilità è sua, perché non si è mai mossa prima, e anzi ha permesso che simili cose si radicassero».

 

da "Il Gazzettino" di Martedì, 20 Marzo 2001

LETTERE : I Magredi vanno valorizzati con i fatti

Rispondo al signor Marco Taviano, di cui ho letto una lettera pubblicata in questi giorni, e rispondo pure ad alcune critiche rivolte da Mauro Tavella al Forum degli ambientalisti. Non ho problemi a firmarmi, né a dire chi rappresento e a schierarmi apertamente contro il Baja . Credo che i Magredi del Cellina debbano essere valorizzati, in primis, per le nobilissime caratteristiche che più di ogni altra li distinguono: quelle dell'ambiente naturale. Oqgi sono un valore raro. Ne abbiamo bisogno. Non mi dilungo con approfondimenti, per altro già abbondantemente trattati e conosciuti, perché è un altro l'argomento che voglio toccare: i water che Tavella ci invita a raccogliere nei Magredi e le immondezze che pure Marco Taviano dice dobbiamo interessarci di raccogliere. Faccio presente a entrambi che l'Associazione naturalistica cordenonese, che presiedo, organizza puntualmente, con i propri associati ma anche con rappresentanti di altre associazioni ambientaliste, da 7 anni a questa parte, due Giornate ecologiche ogni anno. Passiamo al setaccio fossi, banchine, siepi, Magredi e quant'altro, per bonificarli dai rifiuti. Nel nostro territorio raccogliamo più di 50 quintali d'immondezze abbandonate a ogni Giornata ecologica, compresi pneumatici e brandelli vari che appassionati fuoristradisti piantano puntualmente come "segnavia" a oqni ripetuto tentativo di creare nuove piste di gara. Il prossimo appuntamento sarà per il 25 marzo: vi aspettiamo numerosi.

Mauro Caldana

 

«Ma l'eternit è pericoloso oppure no?»

Se lo si pone di fronte a una domanda cui non sa rispondere, solitamente assume l'espressione solenne dell'oracolo sputasentenze e ammonisce il proprio interlocutore sostenendo che "il perché di molte cose ci sfugge". Fra le motivazioni che hanno portato le Pubbliche Autorità a disporre lo sgombero dell'area dell' ex Cerit, i giornali hanno più volte citato il pericolo per l'incolumità e la salute pubblica, dovuto anche alla presenza di amianto nei locali della struttura. L'amianto, si sa, è un materiale cancerogeno ed è quindi non soltanto comprensibile, ma anche doverosa e legittima, la preoccupazione di chi è pubblicamente investito della responsabilità di decidere. Quando però ogni mattina mi trovo alla stazione ferroviaria e aspetto sul marciapiede che arrivi il trenino che mi porterà al lavoro, alzando gli occhi al cielo mi capita di osservare la copertura delle banchine, che, specie in caso di pioggia, offre un provvidenziale riparo ai viaggiatori in attesa e - eh sì! - sembrerebbe proprio eternit. Ma non si era detto che l'eternit è pericoloso, cancerogeno e da eliminare? Allora mi chiedo se si dovrà arrivare allo sgombero della stazione e immagino con il terrore del pendolare i marciapiedi transennati, i sottopassaggi posti sotto sigillo e i poliziotti che presidiano le entrate. Poi mi ricordo di Arrigo, salgo sul trenino, apro il giornale e non ci penso più.

Aurelio Barzan, Cordenons

 

Da "Il Gazzettino" del 22 /3/01

lettere A proposito dell'Occhione dei Magredi

Caro Mauro (Caldana ), ho letto e, naturalmente, condivido il contenuto della tua lettera apparsa sul Gazzettino. Oltre al lavoro in ospedale ci accomuna, come sai, la grande passione per i Magredi. A proposito: non credo che l'Occhione, questo timido uccello così raro, tornerà a nidificare dove un paio d'anni fa mi hai mostrato (con molta discrezione, per non disturbare!) una coppia di nidiacei così ben mimetizzati con l'ambiente che faticavo a distinguerli. L'altro giorno ho visto due ragazzi che con le moto da cross scorrazzavano proprio in quella zona, facendo un baccano del diavolo, "sparando" sassi da tutte le parti e macinando la vegetazione. Mi sono detto: perché proprio qui se la pista da cross è a mezzo chilometro di distanza? Non so rispondere. Come vedi, il Baja è tutto l'anno! Visto come stanno le cose, ho pensato di risolvere il problema fotografando i Magredi nelle quattro stagioni dell'anno. Forse tra non molto quella sarà l'unica cosa che mi resterà da vedere!

Fabio Zardo - Pordenone

 

dal Messaggero Veneto Internet del 27/3/01

Cyber tour fra le bellezze naturali

Un cyber tour tra i tesori della provincia, nell'era digitale fa scoprire le bellezze di primavera. Riempiamo gli occhi delle pagine web sulla natura e iniziamo a scoprire all'http://space.tin.it/arte/sivice/gref/homegref.htm i biotopi naturali della regione. Sono aree di qualche decina di ettari, caratterizzate da una grande concentrazione di habitat che corrono il rischio di essere danneggiati o distrutti, come le zone "umide" ovvero le torbiere, le paludi, le risorgive, gli stagni e le praterie steppiche, i nostri magredi. On-line troviamo i magredi di Cordenons, di Vivaro, San Foca e Maniago. Dal sito nazionale del Wwf possiamo raggiungere sia on the road, ma anche on the net il rifugio "Tre Scalini del Diavol" al www.wwf.it/oasi/schede2/scalini.htm. I tre ettari in gestione alla sezione regionale del Wwf Italia si trovano nel comune di Azzano X, nei pressi della roggia Luma. Il salice bianco, l'olmo, l'ontano, la farnia, la sanguinella, il biancospino, il gelso, il prugnolo, il sambuco nero, l'evonino convivono con le specie floristiche del favagello, campanellino, sigillo di salomone, giaggiolo acquatico, salcerella, nannufaro. Tutte queste preziosità fuori dalla porta del web se ne stanno assieme a piccoli animali: dal podalirio alla chiocciola, dal pendolino al picchio rosso maggiore, dalla civetta alla gallinella d'acqua, dalla donnola alla faina. Altre informazioni le possiamo trovare al Laboratorio naturalistico friulano, che si trova all'indirizzo www.ecuita.com/index.html. Una visita virtuale o reale che si voglia si può fare al www.wwf.it/educazione/campi/campiavv/html/52av.html, qui sorge il parco di San Floriano. La "fattoria sulla collina" è il luogo ideale per far stimolare la naturale curiosità dei bambini. Il Consorzio Sicopea organizza campi viaggi per i più piccoli che possono studiare la flora e la fauna del parco, le piante che crescono nel bosco e i segreti degli animali che vi abitano. L'incanto di queste zone incontaminate fa scattare la voglia di fare una fotografia. E allora, perché non farlo seguendo tutti i crismi? Al www.afni.org/chi.htm troviamo i capolavori dell'Afni (associazione Fotografi Naturalisti Italiani), il sodalizio intende la fotografia naturalistica come fatto di cultura. "La foto, insomma - leggiamo nella rete - non concepita come una serie di scatti carpiti vagando con il teleobiettivo e privilegiando esclusivamente l'aspetto "sportivo", la rapidità di messa a fuoco, o la "difficoltà" del soggetto". Nella sezione della nostra regione oltre alle mostre fotografiche, troviamo il numero della rivista "Itinerari e luoghi" dedicata ai Magredi. L'argomento dell'Afni del mese riguarda la macrofotografia e il cavalletto. Consigli utili per uscire da Internet con la macchina fotografica al collo.
S.C.

Cordenons
Scoperto un daino morto
Amara sorpresa per gli ambientalisti domenica al Parareit

Amara sorpresa per gli ambientalisti di Cordenons, che domenica si erano ritrovati sui magredi per la Giornata ecologica, dedicando parecchie ore di lavoro a ripulire vaste aree delle grave. All'interno dell'intricata vegetazione di un boschetto, a pochi passi dal Parareit, è stato trovato il corpo scarnificato di un bell'esemplare femmina di daino. Il cattivo odore che proveniva dall'area aveva subito allertato i naturalisti, che poco dopo hanno fatto l'amara sorpresa. Il daino, per la verità, era stato osservato nei magredi anche nel recente passato. Con tutta probabilità, la femmina era sfuggita a qualcuno, anche se è difficile, per non dire impossibile, risalire all'origine del suo arrivo nei magredi di Cordenons. Domenica, sono stati allertati gli agenti di vigilanza ittico - venatoria, che sono giunti quasi subito sul posto. A un primo esame della carcassa dell'animale non è stato possibile appurare le cause del decesso, anche se la più accreditata pare essere quella naturale. Con tutta probabilità, la femmina di daino non è riuscita a procurarsi il cibo ed è stata sopraffatta dagli stenti. A ogni buon conto, se ne saprà qualcosa di più nei prossimi giorni. La triste scoperta, comunque, non ha fatto desistere i naturalisti, che, di buona lena, hanno lavorato sodo fino al tardo pomeriggio. Oltre trenta persone al seguito di un mezzo compattatore messo a disposizione dell'Amiu hanno pulito alcuni boschi vicino al greto del Cellina, l'area del Parareit e la zona attorno alla discarica recintata dell'Enel. Nell'occhio degli ecologisti anche le garitte militari. Materiale ingombrante e minuteria l'hanno fatta da padroni (non tutta, però, era datata), ma anche gli inerti non mancano. Per questi ultimi, però, bisognerà pensare all'ausilio di una ruspa, perché, a mano, sarebbe una lotta impari. Alla fine, pastasciutta per tutti al Parareit.

 

da il Gazzettino del 17/4/01
Fermare il degrado della natura

Stop al degrado: la Regione Friuli - Venezia Giulia, a mio parere, dovrebbe tutelare il suo territorio e non permetterne il degrado, com'è accaduto invece con la manifestazione fuoristradistica dell'Italian Baja. Come cittadina ed elettrice mi sorprende e indigna la tranquillità con cui gli ambiti di tutela ambientale vengono invece puntualmente presi d'assalto non soltanto dai "delinquenti" comuni e/o organizzati che li usano per discariche e altro, ma anche da coloro che si considerano invece cittadini modello. Sono, naturalmente, due categorie ben distinte. Questi ultimi, a loro dire, "vogliono semplicemente divertirsi in mezzo alla natura", ma a quel punto pensano bene di sfogare tutto il loro desiderio di protagonismo organizzando una gara automobilistica - con tanto di regolamento - su un territorio protetto com'è quello dei Magredi del Cellina - Meduna. Chiedo che chi di competenza intervenga, almeno dove si può.

Marta Piccin

  

da il Gazzettino del 25 Aprile 2001

VISTO DA VICINO
INVASIONI E SANGUINOSE LOTTE TRA MAGREDI E BOSCHI DI ROVERE
di ANGELO MAZZOTTA

Una terra arida e piatta, inadatta alla coltivazione. Una terra povera per gente povera. Sono i magredi , un nome che è tutto un programma, dato che deriva, appunto, da terre magre. Tuttavia pare non sia stato sempre così e che, secoli fa, la zona fosse intensamente boscata da piante di rovere. In quei boschi si sarebbero rifugiate, all'epoca delle invasioni degli Ungari (X e XI secolo), le genti di un modesto villaggio di capanne che sorgeva nella vicina zona delle Rivates, dune sabbiose risalenti al Quaternario. Genti forse di origine celtica, secondo l'ipotesi dello studioso locale Giovanni Indri. A quell'epoca potrebbe infatti risalire il profondo fossato circolare, detto Rotonda, oggi purtroppo scomparso, che si trovava nei pressi del paese, simile ai Rath delle isole britanniche, usati da popolazioni celtiche con funzioni non si sa bene se religiose, astronomiche o militari.Da quei boschi di rovere, dal latino roboretum, si fa derivare la prima parte dell'attuale toponimo di Roveredo, mentre la seconda, che fa riferimento alle caratteristiche della zona, data invece al 1867 quando, dopo l'annessione del Friuli al Regno d'Italia, per evitare confusione con altri centri del territorio nazionale, molti comuni dovettero scegliere un nuovo nome o quanto meno, come in questo caso, un'aggiunta a quello storico.

Nel Medioevo Roveredo, prima dominio dei conti di Porcia e Brugnera poi, dal 1420, sotto la Repubblica Veneta, ebbe un suo momento di notorietà anche se, come vedremo, la popolazione ne avrebbe fatto sicuramente a meno. Fu nella seconda metà del XV secolo, quando il Friuli dovette subire le ripetute e sanguinose scorrerie turchesche. Dalle prime, del 1470 e 1472, a quella del 30 ottobre 1477, quando diecimila cavalieri musulmani, come scrisse nella sua Cronaca di Pordenone dal 1432 al 1544 il pordenonese Sebastiano Mantica "corsero per tutto il Friol perfino a Cordenòns e sulla campagna verso Roveredo" saccheggiando, incendiando, massacrando.

Vi tornarono anche nel 1499, guidati dal sanguinario Scandenberg Pascià, signore d'Albania. Attraverso il guado sul Meduna, a Cordenons, il 30 settembre penetrarono a Sclavons, dove uccisero 150 persone, e raggiunsero i magredi di Roveredo, dove posero il campo. Vi rimasero alcuni giorni, partendo in drappelli per saccheggiare, uccidere e fare prigionieri verso la Pedemontana, Sacile, sino al Meschio. Finchè nella notte fra il 2 e il 3 ottobre un gruppo di coraggiosi, guidato da Franco del Borgo, capo degli arcieri di Spilimbergo, attaccò l'accampamento, facendo molte vittime fra i nemici. L'indomani i turchi levarono le tende, ripiegando verso il Tagliamento.

 

da il Gazzettino del 26 Aprile 2001

CORDENONS Verso le elezioni
La lista "Insieme" bacchetta Del Pup, Fenos: «Problemi ambientali»

Cordenons (an.ma.) - La lista civica "Insieme per Cordenons" prosegue il suo impegno in vista delle prossime elezioni amministrative. Una delle ultime iniziative è stata la pubblicazione di un pieghevole informativo sulla lista e sui punti di dissenso nei confronti dell'attuale amministrazione comunale.Alberto Fenos, candidato sindaco della lista, critica duramente l'operato dell'amministrazione Del Pup. «Molti sono gli argomenti che ci vedono fortemente in polemica con l'attuale sindaco di Cordenons - sostiene Fenos - che mentre sbandiera la correttezza, in quella parte del suo programma elettorale taciuto alla comunità tiene in serbo progetti che giudichiamo assolutamente negativi. Uno tra molti, il disastro ambientale che sarà la cava di Villa d'Arco».

Fenos non risparmia le critiche per la realizzazione della strada per Murlis. «Mentre predica la necessità di rompere l'isolamento di Cordenons - prosegue Fenos - il sindaco non dice che il guado di Murlis servirà unicamente ai futuri cavatori di Villa d'Arco. Questa nuova strada trasformerà Cordenons in un Comune eccessivamente trafficato da camion e costituirà un impatto pesante sull'ambiente e sui cittadini a causa del verticale aumento del traffico extracomunale che si riverserà sulle nostre strade».La Lista per Cordenons ha partecipato al dibattito per la difesa dei magredi contro il "Baja" affiancandosi alle associazioni che hanno promosso le proteste, tra cui Wwf e Legambiente.

«Le gare di rally - continua Fenos - provocano gravi danni a questo ambiente unico in Europa che il Comune dovrebbe tutelare, non affidare alla distruzione ad opera dei veicoli fuoristrada».Altro argomento spinoso riguarda l'asilo nido cordenonese. E continua: «Dal suo insediamento l'attuale Amministrazione ha inserito elementi di accentramento e di controllo totale sull'attività educativa laddove in precedenza vigeva un clima di collaborazione e di mutua responsabilizzazione del proprio ruolo da parte delle operatrici e di dialogo con i genitori e i bambini».

 

 

da il Gazzettino del 9 Maggio 2001

"Alla scoperta di San Quirino, ...

"Alla scoperta di San Quirino, delle sue origini e della sua storia" è la dettagliata ricerca scolastica svolta dagli studenti Andrea De Biasio e Davide Venturin. Estrapolando dal ponderoso lavoro si apprende che il territorio era popolato fin dal Mesolitico (8000 - 4500 a.C.). Nei Magredi si trovano ancora tracce dell'antica strada romana che collegava i vari paesi. Il primo documento che testimonia la "Curtis de Sancto Focato" (San Foca) è datato 762. Tra l'899 e il 952 il territorio subì le devastanti invasioni degli Ungari. Pare che a riparare i danni delle orde barbariche siano intervenuti i Patriarchi d'Aquileia, con opere di ripopolamento rese possibili dall'emigrazione di genti slave.

La conferma viene dal nome San Quirino, che s'identifica con quello del martire caro alle religiosità slave. Le strade sanquirinesi, sopratutto quella che collegava il paese al "Portus naonis" sul Noncello, erano percorse da gruppi di viandanti, mercanti, soldati, ma anche da pellegrini e crociati diretti ad Oriente. Per dare accoglienza a questa massa di viaggiatori, in località Mason sorse una struttura gestita dai Templari. Alle anime del villaggio provvedeva un sacerdote dipendente dalla parrocchia di Cordenons. Nel 1499 il paese subì l'invasione turca e patì pesanti distruzioni. Nel periodo della Repubblica Veneta i sanquirinesi si trovarono ad affronatre il problema dell'aridità dei Magredi. Costruirono rogge artificiali ed ebbero l'acqua necessaria all'agricoltura. Nel 1631 il paese fu colpito da una epidemia di peste. Morirono intere famiglie. Della tragica situazione pare abbia approffitato Cristoforo Cattaneo, comperando a prezzi stracciati le proprietà. Nel sucessivo periodo napoleonico vennero istituiti il catasto e la leva obbligatoria, si ebbe un riordino amministrativo del territorio e nacque il Comune.
S.B.

 

da il Gazzettino del 9/5/01

I Magredi vanno difesi per i nostri figli

Sono un ragazzo friulano, originario di Montereale Valcellina, emigrato con la famiglia a Brescia per lavoro. Fin da piccolo sono stato innamorato degli splendidi paesaggi propri dei Magredi . Tuttora, appena posso, approfitto delle mie poche ferie annuali per trascorrere riposanti giornate tra la natura di quel meraviglioso posto. Aiutate tutti noi a difenderlo e a tramandarlo ai nostri figli: posti così non meritano il degrado di questi giorni.
Italo Baruzzi

 

da il Gazzettino del 12/5/01

FONTANAFREDDA - Magredi tour, itinerario in bicicletta

Per gli amanti della natura e della bicicletta, il circolo culturale musicale G. Verdi di Fontanafredda propone per domenica 20 maggio "il Magredi tour, un itinerario cicloturisticulturalnaturalistico ai prati stabili dell'alta pianura tra Meduna e Cellina". L'andata è prevista in treno con partenza da Sacile alle 9 e 18. Visite programmate all'Antiquarium di Tesis, ai Prati Stabili di Arba. Pranzo al sacco e rientro libero via Vivaro e San Foca. Le prenotazioni verranno raccolte venerdì 11 maggio dalle 16 e 30 alle 18 e 30 presso la sede sociale in via Stringher 2. La quota di partecipazione è di 14.000 comprensivo del biglietto di andata e trasporto bicicletta.

 

L'ambiente a rischio

No all'Italian Baja

No all'amianto - No all'inquinamento

MAPPA
DEL SITO

I Magredi, le nostre praterie
Come si sono formati,aspetti geologici
Rete Natura 2000
Siti di Interesse Comunitario -SIC
Aree di Rilevante Interesse Ambientale
Aree di Reperimento
Biotopo "Magredi di San Quirino"
Bibliografia sui Magredi

il tracciato nell'area protetta
I sostenitori del Baja
Comunicati/rassegna stampa 2000
Comunicati/rassegna stampa 2001
Comunicati/rassegna stampa 2002
Comunicati/rassegna stampa 2003
Video in REALVideo o Q.T.
Reportage: I danni all'ambiente

Cos'è l'amianto
Partecipa alla galleria delle scovasse

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