Il territorio del SIC “Magredi del Cellina”

 

Sulla nuova tabellazione le regole per l’accesso ai SIC:


Il progetto di perimetrazione dell’area Sic “Magredi del Cellina” è nato nel 2006, su iniziativa della Sezione WWF di Pordenone. Con la consapevolezza di dover salvaguardare al meglio l’ambiente magredile rimasto, si è puntato sia sull’informazione naturalistica sia sull’aspetto legislativo legato all’attivazione delle recenti norme di tutela comunitarie.

Il processo si è rivelato lungo e faticoso sia per l’aspetto burocratico sia a causa dei numerosi contatti e sopralluoghi con i comuni interessati e relativi tecnici e con la Forestale Regionale con cui si sono individuati i punti di posizionamento idonei allo scopo.

Il progetto si è concretizzato al termine del 2008 con la collocazione di 15 bacheche informative bifacciali e 66 segnaletiche riportanti le attività consentite in base alla L.R. 17/96.

Mappa del Sic con evidenziate le superfici comunali suddivise per confine di competenza.

I punti blu indicano il posizionamento delle bacheche informative mentre i punti rossi indicano la posizionamento della segnaletica.

Il retro della bacheca informa sugli aspetti naturalistici dell’area.

Scopo della normativa (L.R.17/96) è quello di rendere l’area più tranquilla e protetta da alterazioni del suolo. Tra le principali norme vi è il divieto ai mezzi motorizzati. Ciò si è reso necessario in seguito alla diffusione di gare con fuoristrada e moto che comportano un notevole disturbo alla fauna e danno al cotico erboso. (vedasi pagine del Forum)

Ci sono stati alcuni casi di danneggiamento della cartellonistica come in particolare in comune di San Quirino dove una bacheca è stata divelta e non ancora sostituita.

Questi fatti sono stati messi in relazione all’istituzione, da parte della Regione FVG che nel 2007,  dell’Area ZPS “Magredi di Pordenone” (Zona di protezione Speciale), di cui il Sic ne è parte integrante. Sembra che alcuni coltivatori non abbiano gradito tale scelta.

Il SIC “Magredi del Cellina” nel contesto dell’Area ZPS “Magredi di Pordenone”

Una delle aree di prato stabile magredile recentemente distrutte e tramutate in vigneto nei pressi di San Foca.

Tra la flora, documentata dalla foto, nell’area vi era la Crambe tataria specie distribuita in regione esclusivamente in alcune stazioni dei magredi pordenonesi e citata nella Lista Rossa delle specie italiane in via di estinzione.

La tutela dei magredi.


I magredi oltre a presentare  habitat e specie di interesse comunitario, sono importanti anche come luogo ideale di rifugio, alimentazione, nidificazione e svernamento per un gran numero di specie di uccelli. Snodandosi longitudinalmente lungo il fianco del Cellina-Meduna sono in grado di creare una connessione fra le aree alpine e la bassa pianura. In particolare nel corso delle migrazioni i magredi divengono il teatro privilegiato per il transito e la sosta di molti migratori. Per questo l’area di salvaguardia, oltre al SIC, secondo la norma europea detta “Direttiva Uccelli” è stata estesa fino a comprendere anche alcuni territori contermini costituiti dall’importante aree umida  delle risorgive del Venchiaruzzo e dai colli presso Sequals-Lestans. All’interno dell’area così individuata e denominata ZPS “Zona di Protezione Speciale dei Magredi di Pordenone” in forza della Legge regionale 14/07, è fra l’altro vietata la distruzione degli habitat naturali necessari alle specie avifaunistiche tutelate, l'organizzazione di manifestazioni fuoristradistiche, la creazione di nuove cave e discariche e, in genere, l'eliminazione degli elementi naturali e seminaturali tradizionali ancora presenti nelle nostre campagne (agroecosistemi).

segnaletica e cartellonistica bifacciale