ASSIEME PER IL TAGLIAMENTO
ASSOCIAZIONI e COMITATI DICONO
NO ALLE CASSE DI ESPANSIONE!
sul Fiume Tagliamento
Le iniziative del Comitato Assieme Per Il Tagliamento - il Direttivo
Di seguito riportiamo il testo con le questioni realative alle casse presentate il 19 maggio 05 in sede regionale dal portavoce dell'Associazione:
Il Tagliamento è il Fiume più importante del Friuli Venezia Giulia
Un valore ambientale, naturale e paesaggistico che in modo imprescindibile caratterizza la nostra Regione e la rende unica in Europa. Il Tagliamento costituisce l'elemento naturale che ha maggiormente condizionato la recente storia geologica della nostra Regione. L'attività del Tagliamento ha offerto il massimo contributo alla costruzione di tutta l'alta e bassa pianura friulana, al sistema di alimentazione delle falde sotterranee e alla formazione della cerchia morenica che si estende alle porte di Udine.
E' anche l'elemento naturale che a colpo d'occhio (dalle foto scattate dal satellite) spicca di più e che caratterizza la geomorfologia della Regione e ne costituisce la sua naturale spina dorsale. Il Tagliamento, per il suo valore ambientale, è stato definito da studiosi di idrogeologia di fama internazionale il "Re dei Fiumi Alpini" a livello europeo. Lungo il tratto del Medio Tagliamento (proprio là dove dovrebbero realizzarsi le casse di espansione) sono stati individuati ben due Siti di Importanza Comunitaria. Essi, per la presenza di habitat e di specie rare di interesse europeo, vengono considerati area naturale irrinunciabile a livello comunitario.La Direttiva europea impone agli Stati membri l'obbligo di salvaguardare i contenuti naturali per i quali tali ambienti sono stati individuati, pena l'imposizione di pesanti sanzioni e multe a carico degli Stati Membri (e per il principio di sussidiarietà degli Enti Pubblici locali) cui viene attribuita la responsabilità di inadempienza a tali obblighi. In particolare l'articolo 6 della Direttiva habitat 93/42 CEE stabilisce che la deroga a tale obbligo può sussistere unicamente per ragioni di pubblica sicurezza ma solo qualora non esistano delle "alternative possibili".
Studiosi di geologia, idrogeologia, da decenni ormai giungono da ogni parte d'Europa per studiare quel tratto di fiume come il modello di ecosistema fluviale alpino meglio conservato del Continente.
Questi ricercatori considerano il Progetto di realizzazione delle casse di espansione nel medio corso del Tagliamento non tanto come una delle tante "possibili alternative" per la messa in sicurezza del fiume, ma (attraverso tanto di documento sottoscritto ufficialmente e depositato presso il WWF Italia) come "la peggiore delle possibili alternative" sia da un punto di vista ambientale che della sicurezza idraulica.
Tale argomentazione è surrogata da uno studio di sistemazione idraulica alternativa a quello che la Regione si ostina a portare avanti, già elaborato da parte del Professor Todini dell'Università di Bologna per conto del WWF Italia, e sostenuto anche dal comitato "Assieme per il Tagliamento" che, a supporto di tale alternativa, consegnerà nei prossimi giorni oltre 10.000 firme raccolte dalle comunità che risiedono su tutta l'asta del Fiume, le quali hanno dimostrato inequivocabilmente contrarietà alle progettate casse d'espansione prospettate dalla regione.
Ignorare del tutto tale alternativa in fase d'approvazione del progetto, basterebbe per condannare l'Italia e la Regione Friuli Venezia Giulia a pesanti sanzioni per il mancato rispetto della Direttiva habitat e del DPR 357/1997 che da tale Direttiva deriva.
La Regione fino a pochi mesi fa per bocca del suo Assessore all'Ambiente aveva sostenuto che tale opera godeva del consenso sociale e che era stato avviato anche un tavolo di concertazione in cui stava emergendo che tutti erano sostanzialmente d'accordo rispetto ai contenuti del Progetto stesso (salvo la necessità di considerare alcune correzioni)
Sarebbero invece quasi 30.000 le firme finora raccolte nel corso degli ultimi anni da comitati e associazioni ambientaliste culturalmente allineate a favore della salvezza del Tagliamento e contro il progetto di realizzazione della casse.
La maggioranza Regionale è persino spaccata al suo stesso interno, a dimostrazione le numerose firme di consiglieri di maggioranza a favore della petizione promossa da "Assieme per il Tagliamento", alcuni di Loro hanno addirittura dimostrato apertamente il proprio dissenso e hanno richiesto chiarimenti.
Siamo quindi di fronte alla più vasta e clamorosa manifestazione di dissenso pubblico e sociale mai verificatasi in Regione contro un opera di questo tipo.
Gli Assessori all'Ambiente che si sono succeduti in questi anni si sono sempre sottratti all'applicazione di reali metodi di decisione partecipata e di informazione pubblica.
Prova ne è che nel 2002, appena reso noto il Progetto secretato, la popolazione delle Comunità locali interessate, allarmata, si è spontaneamente mobilitata in massa nella raccolta di firme e nell'organizzazione di incontri per favorire il più possibile quell'informazione al pubblico che fin dall'inizio si è tentato di nascondere per cercare di guadagnare tempo.
Presi in contropiede, l'Assessore e il Presidente della Regione hanno sostenuto, che ormai era troppo tardi, che la contrarietà al Progetto si sarebbe dovuta manifestare prima (noi tutti sappiamo invece che, ogni seria espressione di dissenso pubblico che non nasca da questioni meramente strumentali e di parte, può esprimersi con obiettività solo dopo che sia emerso, in modo chiaro, il quadro completo delle informazioni necessarie a valutare l'impatto ambientale dell'opera stessa).
In palese contraddizione con le dichiarazione pre-elettorali nei quali si sosteneva di volere procedere con la massima trasparenza attraverso, i metodi raccomandati dall'Unione Europea della partecipazione e del coinvolgimento collettivo sulle questioni riguardanti le grandi opere di interesse pubblico ed ambientale, l'Assessore all'Ambiente sta ignorando tutti i segnali di dissenso che stanno emergendo non solo dal basso (da parte di tutte le Comunità rivierasche interessate al Progetto) ma anche all'interno della sua stessa maggioranza. Inoltre esso sta accelerando l'iter burocratico per l'approvazione dei progetti stessi, anziché rallentare e fermarsi a riflettere sul danno irreversibile dell'opera raccogliendo i segnali di diffusa inquietudine e preoccupazione.
Probabilmente l'Assessore procede "a colpi d'ariete" contro il dissenso che si sta manifestando in tutto il Friuli.
Egli, che strumentalmente ha fatto di ciò che chiama "sicurezza fluviale" un suo cavallo di battaglia, forse ritiene (con un operazione di facciata ben poco lungimirante) di poter facilmente "vendere" il progetto delle casse come la panacea utile a risolvere in un sol colpo tutti i mali e i rischi legati al pericolo di esondazione del fiume.
In tal modo egli si sta muovendo su posizioni diametralmente opposte a quanto in maniera innovativa si sta sperimentando all'estero (anche attraverso studi condotti proprio sul nostro Tagliamento): una difesa del fiume non più basata sull'aggressione, la canalizzazione e la cementificazione ma piuttosto sul recupero dell'equilibrio idrodinamico naturale e sulla restituzione al fiume di ciò che al fiume era stato sottratto dall'uomo.
La Regione intende inoltre arrogarsi il diritto di svolgere con procedura abbreviata e all'interno della sua stessa Amministrazione (controllato e controllore sono così individuati nello stesso soggetto) la Valutazione di Impatto Ambientale per l'approvazione definitiva dell'Opera . Tale Valutazione ai sensi del "Regolamento sulle pronunce di compatibilità ambientale di cui all'art. 6 della legge dell'8 luglio 1986, n. 349, recante istruzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale, lettera l) evidenzia a chiare lettere che per gli impianti destinati a "regolare le acque in modo durevole che determinano un volume di invaso superiore a 1.000.000 di mc" (ed è palesemente questo il caso del Progetto delle casse di espansione) tale competenza è posta in capo al Ministero dell'Ambiente italiano e non all'Amministrazione Regionale. Siamo così di fronte ad una serie di evidenti violazioni e forzature democratiche e normative contro cui Associazioni, Comitati, Cittadini, Comuni, Province intendono ricorrere in maniera compatta.
per tutto ciò riportato fin d'ora
L'Associazione "Assieme per il Tagliamento" chiede al Presidente Illy come si concilia la realizzazione delle casse:1. con i principi della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile?
2. con i metodi di partecipazione democratica che impone di sentire il parere di tutti e in particolare della maggioranza dei cittadini il cui territorio è interessato alla realizzazione di un'opera o un progetto?
3. con l'approvazione, in località limitrofe al fiume, di varianti ai Piani regolatori che consentono nuovi insediamenti in zone esondabili?
4. con la necessità di realizzazione di un'opera di difesa idraulica direttamente nel greto di un fiume andando ad occupare così l'unica vera area di laminazione naturale attualmente disponibile per il fiume?
5. con l'erosione fluviale che essa provocherà sulla sponda opposta presso l'area di San Daniele e quindi dei prosciuttifici a causa del succitato restringimento dell'alveo fluviale?
6. con gli obblighi che derivano dal rispetto delle Direttive comunitarie?Si chiede inoltre perché la Regione intende abbreviare i tempi di approvazione dell'opera evocando a sé il diritto a svolgere la Via e la Valutazione di Incidenza (creando tutte le premesse per un conflitto interno alla Regione per cui controllato e controllore sono raffigurabili nello stesso soggetto)?
E' con la prospettiva che vengano al più presto chiariti i 7 quesiti soprariportati, che l'Associazione "Assieme per il Tagliamento" si congeda e ringrazia tutti i presenti per l'attenzione dimostratale
Pradetto Battel Franca
Fondatore Portavoce dell'Associazione
Associazione "Assieme per il Tagliamento